Santana si sollevò sulla punta dei piedi, circondandogli il collo con le braccia. Lo sentiva così dannatamente perfetto contro di sé, caldo e forte, le mani che la stringevano con delicatezza, la bocca che si muoveva sulla sua ad un ritmo naturale, come il respiro.
Lui smise di baciarla e ansimando, appoggiò la fronte contro quella di lei, come se volesse trasmetterle i suoi pensieri, le sue idee, i suoi desideri.
"Agapi mou..." sussurrò e la strinse di nuovo tra le braccia.
Lei tremava per l'emozione, per l'eccitazione, anche un po' per ansia. Aveva pensato che dopo quello che gli aveva raccontato, lui l'avrebbe trattata diversamente, che l'avrebbe respinta, che l'avrebbe giudicata.
Ma Angelos la voleva ancora. La desiderava più di prima... Perciò, se lei gli dirà la verità su quello che era successo con Harold, se gli racconterà anche quella parte così brutta del suo passato, forse lui capirà e la perdonerà... Forse... le chiederà di restare con lui, per sempre.
Per la prima volta, dopo la telefonata di Harold, Santana si sentì fiduciosa. Forse era vero quello che si diceva... Che l'amore tutto perdona... Che l'amore tutto crede... Che l'amore tutto spera... Sì, gli parlerà... dopo.
Angelos le accarezzò il viso, i capelli e poi le prese il volto tra le mani e la baciò di nuovo. E lei si sentì... tranquilla, coraggiosa. Si sentì sua più che mai. Tutta l'irritazione accumulata in quella discussione, si trasformò in eccitazione massima, bruciando la sua paura... almeno per il momento.
Si strinse di più ad Angelos, rabbrividendo quando ne avvertì il calore, la virilità e la sua forza attraverso i vestiti. Niente sembrava esistere, tranne la bocca di lui che la baciava e le sue braccia che la stringevano.
Senza staccare le labbra da quelle di lei, Angelos spinse Santana contro la liscia superficie di legno. Infilandole le mani sotto la gonna, sollevò la stoffa leggera su, ancora più su, fino ad insinuarle le dita nelle mutandine e modellarle il sedere tra i palmi.
"Basta con questi ammutinamenti, Pearson mou," le mormorò contro la bocca. "Basta sminuire la tua importanza nella mia vita. Altrimenti giuro che ti metterò sulle ginocchia e ti sculaccerò."
Angelos alzò la testa e sostenne il suo sguardo, mentre chiudeva le mani attorno all'elastico delle mutandine e tirava. Le strappò e le gettò a terra. Lei si sentì svenire dal piacere. Poi le guardò le autoreggenti.
"Queste le lascerò... per adesso."
Guardandola sempre negli occhi, le infilò una mano in mezzo alle gambe premendola con il dorso.
"Sbottonami i pantaloni, Santana."
Lei gli obbedì, con dita tremanti, trafficando con il bottone e poi con la zip, abbassandogliela sulla potente erezione. Dopo aver aperto la cerniera, passò il dorso della mano sulla sua carne bollente e, quando lui sussultò, lei sorrise.
Angelos espirò profondamente e si staccò da lei il tempo necessario a togliere di mezzo pantaloni e biancheria intima e mettersi un preservativo. Mani grandi e forti le modellarono le natiche, sollevandola di peso.
"Mettimi le gambe attorno ai fianchi," le disse con voce rauca.
Angelos aveva gli occhi che bruciavano come acciaio fuso, affamati e risoluti. Incapace di resistere, Santana obbedì e gemette, quando quel semplice movimento le dilatò le pieghe del sesso che aderirono al robusto membro di Angelos. Gli avvolse le braccia al collo e gli si strinse contro.
"Sei così maledettamente bagnata," gemette lui, spingendosi dentro di lei, superando la tensione iniziale. "Così morbida... Rilassati per me... Sì, kardia mou... Così..."
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IL GUSTO DEL PROIBITO (1 LIBRO - I FRATELLI KRALIDIS)
ChickLit(1 LIBRO - I FRATELLI KRALIDIS) Il gusto del proibito è sempre il più dolce, questo Angelos 'Angel' Kralidis lo sa perfettamente. Lui ottiene sempre ciò che vuole, nulla è impossibile per lui, ma c'è una cosa... o meglio, qualcuno, che non può avere...