L'incontro

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Presente quelle giornate sì che diventano no in un minuto? Questa era una di quelle giornate per Marta. Era in ospedale, piano - 1, nel reparto di citologia. Aveva ricevuto il promemoria dall'ULSS per il controllo HPV test, quinquennale, fatto la prima volta a 25 anni. Arrivata a 30 anni ormai non si agita più per queste cose, ma la maleducazione fa sempre fastidio. Era allo sportello dell'accettazione. Solita postura da manichino di intimo, petto e culo all'infuori, appoggiata con il seno al banco che ha un ripiano molto alto dove appoggiare le carte. Indossa una t-shirt nera in cotone e una minigonna in jeans con sneakers bianche. Voleva essere comoda per il tipo di esame da fare, per questo aveva optato per la gonna, anche se forse era troppo corta per andare in ospedale. Poggia sui gomiti in attesa del numero d'entrata, come al supermercato davanti al banco dei salumi. Marta conosce l'ambiente, ci lavora anche lei, non le scoccia l'attesa, il numeretto o la segretaria scorbutica. Quello che scoccia é che nel 2021 la digitalizzazione forse dovrebbe essere ad un punto migliore di quello in cui si é ritrovata quel giorno. Il problema: conferma di prenotazione salvato in pdf sul telefono invece che stampato su carta. Appena Marta cerca di spiegare che non era un problema, viene sgridata insistentemente dalla signora dell'accettazione, che si spostava continuamente gli occhiali da vista sul naso in un gesto di evidente agitazione. Non era possibile arrivare in un reparto senza avere le carte a posto, diceva. La segretaria non era evidentemente avvezza all'uso del computer, forse era lì in sostituzione di una collega giovane in ferie, fatto sta che non accettava la prenotazione di Marta senza un "foglio tangibile" (come se chiamarlo tangibile avrebbe reso più credibile il problema). Dopo lunghe spiegazioni, pure dettagliate su come viene gestito lo screening HPV nella sanità, convince la segretaria ad accettarla e darle il "numero di accesso", così chiamato dalla segretaria stizzita. Rabbuiata dall'accaduto, Marta prende il suo numeretto e si dirige verso la sala d'attesa lì accanto. I passi sono leggerissimi, quasi non sposta l'aria e non fa rumore. Aveva uno sguardo serio e francamente scocciato, ma su di lei, con i suoi lineamenti dolci, gli occhioni azzurri e i capelli angelici, non faceva un brutto vedere. Sua mamma le diceva sempre che quanto si arrabbia é bellissima. Quello sguardo serio e corrucciato in un visino così etereo avrebbe catturato l'attenzione di chiunque. Entra nella sala, chiusa in tutto il suo perimetro, e si chiude la porta dietro. Nota subito di essere da sola a parte un'altra persona che neanche guarda, e allora si permette di dire, nel silenzio assoluto della stanza:" E si che era una bella giornata!". Forse aveva voglia di parlare, forse voleva solo sfogare già la rabbia per tornare allo stato di felicità precedente, ma Marta stranamente condivide subito questo suo malumore con la persona presente in stanza, senza avere un reale motivo. Strano da parte sua, Marta non parla mai se non interpellata, si fa sempre i cavoli suoi nelle sale d'attesa, e anzi, detesta chi parla dei cazzi suoi. Ma quel giorno no, quel giorno era diverso. Si siede, mantenendo sempre il suo aplomb, sistemando la gonna sotto le coscie, cercando di non appoggiare la pelle nuda al seggiolino di plastica da stadio. In quel frangente la persona presente risponde subito con tono alto e sicuro, quasi squillante :"Foglio di prenotazione mancante?". Marta non si era ancora neanche girata per guardare con chi aveva parlato, ma subito il tono di voce la invita a girare lo sguardo, perché le dà una sensazione di simpatia "a pelle". Il tono era come quello di una persona, ragazza, disinteressata ma che cerca di usare un tono gentile nella speranza di non vedere più la persona che ha davanti. Tipo di quelle ragazze vestite sempre interamente in nero, che odiano tutto e tutti, piene di anelli e borchie ovunque, che non fanno sedere gli anziani in autobus dicendo :"anche io ho una certa età , sa?! ". Marta si era già innamorata di quel tono di voce e quello che le suscitava, un po si sentiva così anche lei nel profondo, anche se aveva un'aspetto più angelico. Si gira verso la ragazza per capire se aveva centrato. Primo pensiero:" Porca puttana che gnocca!". La ragazza aveva la sua età sicuramente. Capelli neri, così neri che sembrava che ci sprofondassero dentro le mani, come se fosse un'ombra nera nella notte più buia. Occhi di ghiaccio, come quelli degli husky che gli ha subito ricordato, incorniciati da delle sopracciglia folte nere e ben definite, da estetista prefessionista. Nasino piccolino alla francese che si perde nel suo viso con una pelle bianco-verdastra da vampira. E una bocca... una bocca che se il mondo si fosse congelato in quell'esatto momento avrebbe divorato con la sua. Labbra carnose, piene e morbide in una bocca che sembrava enorme in quel visino piccolino. Era seduta anche lei, braccia incrociate e appoggiate sulla gamba accavallata all'altra, in una posa che lascia intendere che fosse lì già da un po'. Portava pantaloni lunghi neri a zampa, anfibi neri e maglietta nera con una stampa di un gruppo musicale rock un po colorata, rossa e grigia. Non si vedeva nulla, ma Marta vedeva tutto. Un corpo magro, snello ma non atletico. Le braccia erano bianco cadavere e non avevano nessun segno di muscoletto come invece a lei si vedeva. Ed infine... Due tette che, anche se nascoste, svettavano in tutta quella oscurità perché, come lei, erano libere di esprimersi. No-Bra club. Questo la faceva impazzire, Marta adora le ragazze che non portano il reggiseno e che per giunta hanno comunque un seno così prosperoso, sodo e fluttuante. Se le immaginava come delle nuvole, grosse nuvole da tempesta. Eteree, con una forma a melone e capezzoli rosa chiaro piccolini. Una visione. Che sarebbe rimasta tale, pensava. Si, perché il pensiero l'ha già fatto. Marta è da sempre appassionata del corpo femminile. Si sofferma più di suo marito a guardare le belle ragazza che trova in giro. Non c'é un culo che si lascia sfuggire. Tutti quelli che meritano ovviamente. Ha degli standard molto alti. Essendo una ragazza allenata e che tiene alla sua forma fisica, è attratta solo da ragazze simili se non più belle di lei. D'altronde non é lesbica, l'interesse é puramente fisico. Tutto questo succede in due secondi, in cui Marta si era soffermata a guardare la ragazza.M:"anche a te ha fatto storie?"X:"si, sono dovuta andare a chiedere al reparto accanto se potevano stamparmi il foglio per accontentare la vecchia, come se saltassi di gioia per sto test".Marta ascolta la ragazza con lo sguardo serio e ancora corrucciato, ma dentro di lei sorride perché l'atteggiamento e il tono della ragazza le trasmettono simpatia. Doveva essere una tipa tosta, che non perde tempo in inutili chiacchiere e che pur di continuare a vivere la sua vita da sola in pace farebbe di tutto. Tipo chiedere ad altre persone che stanno lavorando di farle un piacere inutile. Simpatica, un po stronza, ma simpatica.M:"no beh non serviva, ora le ho spiegato come funziona e forse le prossime la scampano."La ragazza sembrava quasi stupita della sicurezza di Marta e ascoltandolo accenna ad un sorriso di approvazione. Sorriso a 50 denti... Seconda visione. Era proprio una vampira. Denti bianchi perfetti, canini grandi, bocca grande. Bellissima.Marta, ignorando tutta la voglia che avrebbe di conoscere la tipa, si mette sul telefono, interrompendo la simpatica conversazione. Atteggiamento ipocrita il suo. Dice tanto al marito che vorrebbe conoscere una bella ragazza con cui condividere più di un'amicizia e poi, una volta che ce l'ha davanti non fa nulla. Cretina.Apre la galleria di immagini del telefono e sfoglia le ultime foto.X:"Li fai tu quei lavoretti?"La ragazza era evidentemente molto più curiosa di lei, e stava tranquillamente sbirciando sul telefono di Marta che mostrava foto di orecchini fatti a mano di diversi colori. Marta é molto stupita della cosa, ma stranamente non scocciata. Le faceva piacere che la ragazza fosse interessata e che avesse avuto la sfacciataggine di sbirciare sul telefono, quindi comincia a raccontarle quello che fa nel tempo libero. Le due ragazze parlano per qualche minuto in un botta e risposta molto veloce e vivace, dove Marta viene riempita di domande dalla ragazza, che é sempre più curiosa ed entusiasta di conoscere una persona così interessante. Marta scopre che anche la ragazza é un po artista, suona il basso in un gruppo e fa di passione l'estetista per le amiche. L'intesa nasce immediatamente. Entrambe le ragazze erano estremamente indipendenti e appagare dalla loro vita e se la raccontano con una sana e spensierata ma soprattutto genuina curiosità. Marta le fa vedere la sua pagina personale dove condivide i suoi lavori e la ragazza rimane molto colpita dal profilo. Stava sfogliando le immagini quando un'infermiera esce dall'ambulatorio e chiama:"Katrina?".Katrina era il suo nome. Quindi non italiana. Probabilmente dell'est, ma sicuramente nata qui a sentire dall'accento. Anche questo incuriosiva Marta, che si riprende il telefono e lascia alzare la ragazza.K:"vado a farmi trastullare un po, torno subito!" e le sorride.Pensiero di Marta :"Porca puttana".Con quella battuta la ragazza aveva definitivamente conquistato Marta. Una che dice una cosa del genere é una persona disinibita, consapevole del suo corpo e a suo agio nel tema della sessualità. Perfetta in una parola. L'attesa di Marta, quindi, non poteva che essere piena di fantasie lussuriose con la ragazza appena conosciuta. Stava immaginando di baciare quelle labbrone con la sua esile bocca, che si sarebbe dovuta aprire tutta per contenerle. Un bacio lento, e intensissimo. Dove la lingua entra in punta di piedi nella sua bocca, che é ancora socchiusa. Katrina ricambia il bacio premendo le sue labbra contro quelle di Marta. Che sensazione eccitante sarebbe. Quelle labbra così carnose che é impossibile non morderle. E cosi la fantasia continua. Marta mordicchia il labbro inferiore di katrina aprendo gli occhi e guardandola ansimante. Al mordere quelle labbra Marta impazzisce e riempie la bocca di Katrina con la sua lingua, in un bacio che quasi crea del sottovuoto da quanto si succhiano a vicenda. Una goduria immensa. Da provare e da vedere. Le ragazze sono già nude in questa fantasia, i pensieri di Marta vanno già al sodo. Le tocca il seno con le mani e si stacca dalla bocca per dirigersi verso uno dei due meloni. Come le lasagne della domenica della nonna, Marta mangia quasi letteralmente il seno di Katrina, in un vortice di selvaggia passione per quelle nuvole bianche tutte da leccare e da toccare. Non si preoccupava di farle male, sa come si stringe un seno di una donna, e lo fa con ferocia. Adora toccare il suo, figuriamoci questo che é il doppio più grande. Sono così morbide ma sode, così vellutate. Continuerebbe all'infinito... E continua... Marta scende con la bocca verso lo sterno mentre guarda Katrina con la bocca aperta. Katrina sa già cosa sta per succedere e lo desidera tanto quanto lei. Sta anisimando dal desiderio la ragazza dai capelli color notte profonda, quasi spinge più velocemente la testa di Marta fra le sue gambe perché non ce la fa più... "Avanti la prossima! Marta?" Non si era accorta ma erano passati già dieci minuti, e Marta, con gli occhi chiusi nei suoi pensieri, non si era accorta che la ragazza era appena uscita dalla stanza e l'infermiera era uscita a chiamare la paziente successiva. Marta apre di botto gli occhi e ritorna lentamente alla realtà alzandosi in piedi di scatto e dirigendosi velocemente verso la ragazza e l'infermiera appena uscite. K:"Tocca a te raggio di sole, buona fortuna!". Katrina le sorride e si incammina verso il corridoio. Marta la saluta quasi in imbarazzo, era ancora immersa nella sua fantasia e con quel sorriso si era quasi eccitata. Si gira a guardarle il culo. E si, era un bel culo. Torna in sé e entra nel l'ambulatorio un po arrossata, abbassando la testa e mettendosi a posto i capelli. Non si sarebbero più viste. L'occasione era sfuggita. La fantasia sarebbe rimasta tale. Sapeva solo il nome. Katrina. Ma Marta poteva chiedere il cognome all'infermiera, o poteva sbirciarlo tra le carte. Poteva far fare una ricerca ad un medico del suo reparto per scoprire chi fosse la ragazza e poterla incontrare di nuovo. Ma Marta non l'avrebbe fatto. Se doveva andare così, allora sarebbe andata così.

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