"Guarda, guarda chi è venuto oggi! È un po' che non ti fai vedere da queste parti. Cosa ti porta qui? Per caso ti sei deciso ad entrare nella Yakuza?"
Shiro sorrise al ragazzo moro e di bell'aspetto fermo ed in silenzio sulla porta del suo studio che con lo zaino su una spalla e l'espressione indecifrabile, si guardava intorno analizzando attentamente ogni minimo dettaglio dello spazio che lo circondava. Dall'ultima volta che era stato in quel luogo, molte cose erano cambiate. Nuovi quadri, opere realizzate a regola d'arte, in grado di fare invidia a qualsiasi artista straniero specializzato nel settore, addolcivano le pareti austere dell'intero studio. Non era certo la prima volta che, il giovane, si trovava in quello studio e, visto il suo temperamento anticonformista ed il suo desiderio di osare sempre di più, non sarebbe stata nemmeno l'ultima, su quello ne era più che sicuro. Il primo incontro con l'inchiostro nero che, attraverso quell'ago sottile ed il tocco delicato del suo impugnature, gli era entrato nella pelle, risaliva a quando non aveva ancora compiuto quindici anni. Takibi ricordava ancora alla perfezione quel pomeriggio assolato e caldo come quasi tutti quelli estivi Thailandesi.
Era un martedì come gli altri, le cinque erano passate da poco e, il ragazzo aveva appena concluso un allenamento piuttosto intenso di kendo. Solo che, quel giorno in particolare, invece di accettare come era solito fare, l'invito dei suoi compagni di allenamenti di fermarsi a bere qualcosa prima di rientrare a casa, dopo qualche titubanza legata all'insicurezza che si portavano dietro quegli anni di transito, si era presentato lì, in quello studio, più acerbo ed inesperto, ma con lo stesso sguardo carico di fuoco. Quella fiamma brillante che non si era affievolita nemmeno quando i suoi occhi si erano incontrati con quelli di un più giovane, ma con già alle spalle una carriera ventennale nella sua arte, Shiro Tanaguchi.
Shiro Tanaguchi era uno dei pochissimi tatuatori giapponesi immigrati dopo aver passato gran parte della propria vita specializzandosi nell'arte del tatuaggio tradizionale del suo paese d'origine. Fra i suoi ricordi di gioventù, e le sue esperienze di vita che, in parte lo avevano spinto o forse costretto ad abbandonare il paese del sole rosso, l'uomo amava vantarsi, stupendo e turbando allo stesso tempo i propri clienti, con aneddoti di gioventù legati all'aver marchiato con la sua arte la pelle di alcuni dei più famosi e spaventosi capi clan delle onorevoli famiglie Yakuza di Tokyo e dintorni. Scritte sulla pelle, racconti di vita incisi sulla carne giovane e non più puerile di molti uomini, passata sotto le sue abili mani alle quali vi si erano affidati con devozione, rispetto e totale fiducia.
Quando, quel lontano martedì, il ragazzo che gli era di fronte, si era presentato nel suo studio, l'uomo l'aveva subito studiato e letto, comprendendone totalmente la natura fragile ed allo stesso tempo feroce che lo caratterizzava. Attraverso quello sguardo così puerile, che nascondeva il destino di un grande uomo futuro, Shiro aveva scovato quella fiamma ardente negli occhi di Takibi intenta a bruciargli la pelle nell'atto di studiarlo per valutare se fosse o meno all'altezza del compito che gli sarebbe stato assegnato.
"Allora? Non dirmi che hai perso la lingua?" domandò divertito l'uomo, ritornando con la mente al presente, sapendo che con quell'atteggiamento non avrebbe fatto altro che irritare il suo gradito ospite. La verità era che a Shiro piaceva stuzzicare quel ragazzo dagli occhi di fuoco, lo aveva trovato interessante sin da quel loro primo incontro quando lo aveva dipinto per la prima volta imprimendogli quella stessa fiamma che gli si rispecchiava non solo nelle iridi scure e profonde ma, anche nel nome stesso.
"Stavo ammirando le tue opere" la voce ferma, composta e rispettosa di Takibi gli accarezzò i timpani spingendolo ad ampliare ancora di più il suo sorriso.
"Cosa ne pensi di questo crisantemo? Credo tu sia abbastanza determinato per potertelo permettere" domandò curioso l'uomo avvicinandosi al giovane ed indicando un quadro raffigurante un braccio pallido completamente ricoperto da un crisantemo in piena fioritura.
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Karashishi To Botan (storia sospesa)
FanfictionBotan (peonia) è simbolo di nobiltà d'animo, pace, senso dell'onore e amore sincero. Si possono rappresentare peonie di svariati colori ognuno con la propria peculiarità e sfumatura di significato: il il rosso simboleggia l'aspetto più erotico dell...