2. Until I found you

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Erano passati pochi giorni da quella che avevo ribattezzato "La Mattina", non avevo rivisto nessuno dei due, da una parte ero sollevata, ma dall'altra volevo disperatamente rivedere il ragazzo biondo; anche solo per sapere il suo nome.

Nonostante io vada a dormire alle 4 del mattino passate, puntualmente alle 7 ero già in piedi, era un'abitudine che avevo da tutta la vita: indipendentemente da quanto tardi andassi a dormire, mi svegliavo sempre alle 7, fin dai tempi della scuola. Purtroppo poi dopo pranzo crollo fino a che non devo andare a lavoro, ma questo è solo una piccolezza. Questa ormai era la mia "routine".

Occupavo la mattinata sistemando, per esempio quel giorno il secchio della spazzatura era piena e, ovviamente, la mia coinquilina non si curava di ciò.

Mi misi le prime scarpe che trovai in giro e uscii per andare a buttare l'immondizia nei cassonetti sotto il palazzo. Benché avessi bevuto più tazze di caffè a colazione, non riuscivo a mantenere gli occhi del tutto aperti, infatti appena tornata nell'appartamento al quinto piano, mi sarei buttata sul letto, "fanculo la cucina in disordine."

Feci per aprire la porta del palazzo, quando questa si aprì dall'interno, facendomi perdere l'equilibrio e andando a sbattere contro qualcuno. Non era una novià per me, ormai era cosa nota la mia goffaggine. Alzai lo sguardo e riconobbi dei capelli biondi, era lui! Il ragazzo della pizza! «scusa» dissi facendo un passo indietro e non stando più attaccata al suo petto.

Indossava un completo, sembrava che fosse stato cucito su di lui, il colore blu navy della giacca entrava in contrasto con la cravatta celeste e i suoi occhi nocciola, che con la luce del sole erano ancora più belli. Probabilmente non un'accoppiata di colori vincente, ma in quel momento non me ne curai; anche perché chi sono i per giudicare?

Staccai lo sguardo da lui per evitare di sembrare un'idiota. «non fa niente» rispose dolce abbozzando ad un sorriso, sorrisi a mia volta. «non ti facevo così mattiniera» disse on tono scherzoso «stavo pensando la stessa cosa di te» stetti al gioco riferendomi sempre al nostro primo incontro «infatti mi stavo proprio domandando quale altra persona ordina una pizza alle 4 del mattino oltre a me».

«magari la risposta la troverai davanti ad un'altra pizza una di queste sere» rispose ammiccando, non stava accadendo sul serio, la mia mente stava vagando un po' troppo. «ora però devo scappare a lavoro» disse mostrando la borsa che teneva in spalla, riportandomi così alla realtà. Rimasi delusa del fatto che i nostri incontri duravano sempre troppo poco.

«come ti chiami?» chiesi di getto quando mi sorpassò per andare all'automobile «Jonh» la risposta arrivò da lontano, insieme alla sua domanda di rimando «tu?» mentre apriva la macchina, gli sorrisi e risposi.

Dopodiché lo vidi sfrecciare via e mi richiusi la porta alle mie spalle. Chissà che lavoro faceva e quando saremo andati a mangiare quella benedetta pizza? Quante domande senza risposta.

Risalii al mio appartamento con una nuova energia ritrovata grazie all'incontro con Jonh, avevo fantasticato molto su che nome potesse avere, ma mai avrei pensato che un nome così semplice potesse calzargli così a pennello.

Mi rimisi al lavoro e pulii tutto quanto, così passavo le mie mattinate: facendo quello che non potevo fare la sera, era il mio equilibrio.

***

Qualche ora più tardi chiamai Mike per vederci a pranzo, al locale c'era sempre troppo chiasso per parlare, quindi dovevo ancora raccontargli di Jonh.

Il mio amico rispose al telefono poco dopo «tesoro, ma sai che ore sono?» mi chiese con una voce assonnata dall'altra parte del cellulare «è mezzogiorno idiota, non è così presto» risposi e mi sedetti sul divano, sarebbe stato arduo convincerlo a schiodarsi dal letto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 16 ⏰

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