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Aspetto pazientemente che l'ascensore arrivi al secondo piano mentre osservo la mia piccola valigia beige contenente lo stretto necessario.

Mi guardo nello specchio di fianco ai tasti.
"Come fa la gente a non riconoscermi? Ho solo un paio di occhiali e un cappello" penso togliendo quest'ultimi.

Le porte si aprono ed io esco velocemente prima che qualcuno mi fermi per una foto.
Non che mi dispiaccia, ma ho bisogno del tempo per me.

Arrivo davanti alla mia stanza e la apro con ansia, non vedo l'ora di stendermi sul letto e di rilassarmi.

Entro e tutto quello che vedo è buio. Tranne una piccola parte illuminata da delle... candele?
"Candele? Spero solo non siano da parte della castana" mormoro tra me e me.

Mi avvicino incuriosito, sorvolando il letto matrimoniale con le lenzuola bianche accostato alla parete azzurrina.

Data la piccola distanza tra me e queste candele riesco a vedere come sono.

Sono 28 piccole candele rosse, posizionate a forma di cuore. Al centro della figura c'è una rosa rossa ed una lettera.

La prendo in mano, è una piccola busta color giallo pallido con una scritta nera.
"Al mio unico amore" leggo nella mente.

Sono davvero curioso. Inizio a sorridere e la apro.

C'è un piccolo foglio rosa. Riconosco la colonia di Louis spruzzata sulla carta. Che sia da parte sua? Spero di si. Sarebbe bellissimo.

All'idea di chi avrebbe potuto lasciarmi questa lettera mi diventano gli occhi lucidi.

Inizio a leggere, alle prime parole mi si gela il sangue: "da Louis Tomlinson"

Mi siedo sul letto e inizio a leggere il piccolo papiro con attenzione ed eccitazione.

"Da Louis Tomlinson.
Entra nel bagno. Prendi il pacchetto sopra il lavandino e aprilo.

Ti amo."

Quelle due ultime parole mi fanno sorridere ancora più di prima.
Mi dirigo verso il bagno come il biglietto mi ha detto di fare.

Entro nel piccolo bagno, sempre azzurro, e trovo una busta con un pacchetto.
Apro il pacchetto, nero. Al suo interno c'è una catenina con appesa una piccola ancora d'argento. È bellissima. La indosso e prendo la lettera poggiata a fianco.

Questa volta è bianca e non c'è scritto nulla sopra di essa. La apro con agitazione e tensione.
Inizio a leggere.

"Da Louis Tomlinson.
Piaciuto il piccolo regalo, amore? Spero di si.
Ora vai all'aeroporto da cui sei atterrato, sempre in modo da non farti riconoscere.
Cerca una donna sui 50 anni. È alta quanto me, in carne, ha gli occhi marroni e grandi, i capelli neri e un bel sorriso. Sarà vestita completamente di blu.
Quando la vedi dille semplicemente il mio nome, lei capirà.

Ti amo."

Rabbrividisco di nuovo leggendo quelle ultime parole e faccio ciò che la lettere dice.

Sono davvero in ansia, sento lo stomaco in subbuglio dall'agitazione. Mi sdraio per dieci minuti sul letto per riprendermi.

"Tutto questo è pazzesco. Ma fa sul serio?" Penso sfregandomi la fronte.

Mi alzo e mi sistemo per uscire dall'hotel. Passo per la reception a lasciare la chiave e non guardo nemmeno la ragazza in faccia.
Credo ci sia rimasta male ma in questo momento non mi importa, ho ben altro a cui pensare.

Prendo il primo taxi disponibile e mi dirigo all'aeroporto.

Cerco la donna provando a ricordare la descrizione di Louis.
"Oh, eccola li" mormoro avvicinandomi alla mora.

Sono proprio dietro di lei, e quest'ultima si sta guardando attorno.

"E ora cosa faccio? Come la chiamo? Con la manina sulla spalla? Ridicolo!"
Penso a vari modi per attirare la sua attenzione, per fortuna ci pensa lei a girarsi nella mia direzione e a dirmi
"Desidera?"
"Oh, ehm... Louis, Louis Tomlinson" rispondo cercando di non sembrare impacciato-con scarsi risultati-.

La mora mi sorride cordialmente e mi porge un biglietto d'aereo.
"E cosa dovrei farci?" Chiedo curioso, senza disgusto.
"Devi prendere quell'aereo. Oh, e lasciatelo dire: sei davvero fortunato" dicendo ciò con un sorriso, si gira e inizia a camminare lasciandomi li senza nemmeno la mia valigia.

"Portarsela no, eh? Se c'è scritto di andare all'aeroporto un motivo c'è. Ma no, io ovviamente non la prendo" continuo a ripetermi mentre cerco il mio volo.

Leggo bene il biglietto: è una sola andata per Milano.

"Milano? Perché Milano?"

Trovo l'aereo e salgo immediatamente dato che una guardia mi ha riconosciuto. Ho saltato la lunga coda per mostrare i documenti.
"Essere famoso ha i suoi vantaggi anche nelle piccole cose" penso mentre mi siedo al mio posto.

Il viaggio dura circa un'ora. Credo di aver dormito tutto il tempo, sono davvero stanco.

Atterro in un aeroporto ed esco dall'aereo e un pensiero mi passa per la testa.
"Ed ora? Cazzo devo fare?"
Mi dirigo verso delle panchine dopo aver sorpassato la coda e le guardie.
Grazie fama.

Mi gratto la nuca provando a capire cosa devo fare. Mi siedo su una sedia senza sapere esattamente che mossa eseguire.

Un uomo alto mi si avvicina. È pelato, vestito per bene e con un sorriso smagliante.

"Salve signor Styles, mi segua. Sono Massimo Verri. Mi manda il signor Tomlinson" mi dice con un forte accento italiano.
"Va bene, dove andiamo?" Chiedo curioso.

Non ho la minima idea di dove Louis mi stia portando.

"Lo scoprirà presto. Oh, mi lasci dire una cosa, se mi è permesso. Siete davvero una bella coppia" afferma mentre un brivido attraversa la mia spina dorsale.

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