Queer

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¡DISCLAIMER!

La storia è ambientata due mesi dopo gli eventi di "He, She & They?".
Inoltre vi sarei grata se leggeste l'angolo autrice.
Buona lettura!

* * *

Dedicato a tutti quelli che guardandosi allo specchio non si riconoscono nel proprio riflesso.

* * *

«Ma ci pensi che settimana prossima ricomincia la scuola?» domandò il riccio al suo ragazzo dagli occhi blu.
«Non me lo ricordare, l'estate passa sempre troppo in fretta».

Era vero. L'estate sfilava via come la sabbia del mare fra le dita e alla fine finisci col dire di non aver mai fatto niente per tutta l'estate quando in realtà di cose ne hai fatte tante anche se non te le ricordi e ad Agosto ritornano tutte le cose che hai rimandato a Giugno e Luglio e tu, stupidamente, pensi di riuscire a fare tutto all'ultimo minuto ma poi ti accorgi che il tempo non ti appartiene davvero; è solo un illusione.

Eppure, per questi due ragazzi seduti su un tetto rosso, l'estate, per la prima volta, sembra essersi fermata, anche solo una volta, per un momento soltanto, per un istante.
L'istante, prima di innamorarsi.

Ma la fine di Agosto arriva sempre e non fatemi parlare di lui, Agosto, a parer mio, il mese più bello dell'estate; ti godi tutto di più proprio perché sai che sta per finire. E si sa, quando ti godi il momento finisce tutto più in fretta.
Agosto sparisce in un frammento di tempo che non è mai esistito.

«Dai, non sei emozionato?» chiese, H, sistemandosi i ricci ribelli dietro l'orecchio. «Inizieremo il college—»
«E le interrogazioni, i compiti in classe... continuo?».
H, sbuffò una risata sedendosi accanto al suo fidanzato. «No, hai reso l'idea, amore»
«Tu stai zitto, hai passato le ultime due settimane di vacanza insieme a tuo padre e tua sorella, mi hai abbandonato»
«Povera stellina», lo prese in giro. «Ti sono mancato?» gli chiese abbracciandolo ma il liscio lo spinse via.
«No, affatto. Mentre non c'eri mi sono divertito in uno strip club»
«Certo»
Louis lo guardò, prima con occhi ostili e poi gli sorrise, osservando le sue fossette. «Ovvio che mi sei mancata, idiota», H alzò il sopracciglio. «Mancato?» continuò Louis e l'altro annuì sorridendo.
«Mi sei mancato tantissimo, piccolo», disse, stringendolo a se.
«Anche tu mi sei mancato tantissimo, amore».

C'erano giorni in cui, fortunatamente, Louis riusciva a capire al volo quali pronomi il riccio volesse usare, aiutandosi anche col suo modo di vestire – quest'estate aveva prediletto quelli femminili – ma non poteva leggere H nel pensiero quindi a volte sbagliava ma il suo ragazzo non si offendeva, sapeva di essere "complicato" ma era fatto così ed era grato che Louis lo supportasse sempre, soprattutto nei giorni in cui si guardava allo specchio e lui stesso non capiva chi aveva davanti.
Chi fosse il riflesso di lui, o di lei.
E, in fin dei conti, non costa nulla chiedere a una persona quali pronomi preferisce usare.

«Come ti immagini la nostra stanza al college?» domandò, Louis, abbracciando il riccio da dietro mentre osservavano il cielo stellato di fine Agosto.
«Sono sicuro che appena arrivati la renderai una camera col letto matrimoniale»
«Sai che non mi piace dormire da solo»
«Lo so», rispose, lasciandogli un bacio sul collo. «Voglio riempirla di nostre foto»
«Buona idea, dovremmo comprare quelle lucine che si appendono ai muri»
«E una libreria per tutti i tuoi libri»
«I nostri libri, amore», lo corresse Louis.
H sorrise. «I nostri libri», ripetè.

«Hai paura?» domandò Louis.
«Di cosa?»
«Del college, c'è qualcosa che ti spaventa?»
Il riccio sbuffò. «Alcune cose sì, ma non vedo l'ora di allontanarmi da qui e stare in mezzo a persone che non conosco. Odio questo paesino».
«A chi lo dici, ogni volta che esco incontro sempre qualcuno che conosco – e che puntualmente odio. Com'è possibile?»
«Ho smesso di chiedermelo anni fa. Poi qui sono tutti omofobi, mia madre compresa, se ci vedessero ora griderebbero al diavolo»
«Sono sicuro che sarebbero molto più cattivi di così».
Louis vide il suo ragazzo annuire triste alle sue parole e lo strinse di più a sé lasciandogli mille e più baci nelle sue calde guance sperando apparissero delle fossette. Ci riuscì.
«Ehi, non preoccuparti di questo, okay? Fra poco andremo via e saremo liberi di essere chi vogliamo».
«Ti amo».
«Ti amo anch'io, piccolo».

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