Estate 1987
Ero nel mio appartamento del collage a New York, intento a fare le valigie per tornare dai miei zii con l'arrivo del periodo estivo e con la fine del semestre. Tuttavia, mentre riponevo nella valigia un peluche della mia infanzia raffigurante una strana marionetta che avevo portato con me dalla mia città natale, il mio telefono iniziò a squillare. Sobbalzai dato che ero immerso nei miei ricordi d'infanzia. Presi il telefono e risposi.
X: Pronto?
*rumori di interferenze*
''Ma che caz..'' pensai, con un senso di confusione e al contempo quasi di ansia, insistetti.
X: Pronto? Chi è?
Y: Hey Mike, come va?
M: Ehm...bene...suppongo...ma chi parla?
W: Sono io Mike, tuo padre William!
M: Oh, ciao papà! Non ti avevo riconosciuto, come stai? A cosa devo questa chiamata?
Non sentivo mio padre da molto tempo, non era solito chiamare se non per occasioni importanti, come fu il mio diploma, o per qualche festa.
W: Non ti preoccupare, sto bene, grazie. Ti chiamo per dirti che da oggi fai ufficialmente parte dell'impresa di famiglia, sei contento?
Rimasi un attimo spiazzato, provavo emozioni che erano un misto tra felicità, ansia e confusione. Mio padre aveva sempre in qualche modo tentato di tenermi lontano dall'impresa di famiglia, specialmente dopo che mia sorella Elisabeth...vabbè, non voglio ricordare. Mi diede tutte le istruzioni necessarie assicurandosi che capissi e memorizzassi ogni sua parola.
W: Dovrai tornare qui in California e dovrai andare a quel vecchio ristorante in cui tu e la mamma andavate sempre, ora ha cambiato nome, si chiama Freddy Fazbear's Pizza. Li troverai il signor Fredbear, è il mio socio, digli che ti mando io per lavorare, lui farà tutto il resto. Ti darà istruzioni e quant'altro, mi raccomando, non farmi fare brutte figure.
M: Non preoccuparti papà, terrò alto il nostro nome!
Tuttavia la linea era caduta poco prima che potessi finire la frase e i miei tentativi di richiamare mio padre furono tutti vani. L'unica risposta che ricevetti fu una voce fredda e robotica che diceva che il numero chiamato era inesistente, accompagnato da una musichetta familiare ma troppo distorta per riconoscerla.
Era stato bello parlare di nuovo con mio padre: da quando la mamma venne a mancare e io venni affidati ai miei zii, non avevo più contatti con lui. Mentre ero immerso nei miei pensieri il tempo era avanzato più velocemente di quello che credessi e l'ultimo treno per tornare a casa sarebbe partito alle 9:30 P.M. . Guardai l'orologio ed erano già le 9 P.M., dovevo sbrigarmi. Raccattai le mie cose nelle valigie in fretta e furia mentre chiamavo un taxi per farmi portare alla stazione quanto più in fretta possibile.
Era una giornata piovosa, quella pioggia estiva che però abbassa la temperatura di parecchio. Le nuvole nere come la pece sembravano essere sul punto di inondare tutta l'America. Nonostante ciò, per ora il tutto si limitava a poche gocce di pioggia che battevano sull'asfalto ruvido della strada, alternando periodi in cui non scendeva neanche una goccia. Arrivò il taxi, per fortuna direi dato che appena misi piede fuori dalla porta iniziò a piovere sempre più pesantemente e stavo quasi per inzupparmi del tutto. La luce gialla dell'insegna del taxi e i suoi fanali creavano sull'asfalto bagnato un riflesso con varie sfumature di giallo misto rosso. Misi velocemente le valigie nel bagagliaio e salii, chiedendo di portarmi alla stazione. Una volta partiti presi un respiro per rilassarmi dopo la corsa fatta, appoggiai la testa sul finestrino bagnato e mi misi a pensare ai tempi trascorsi in famiglia prima di trasferirmi qui. Tra un pensiero e l'altro mi addormentai, ma pochi minuti dopo venni svegliato dall'autista, dicendomi che eravamo arrivati a destinazione. Gli pagai la corsa, dandogli anche una discreta mancia per la gentilezza di avermi aiutato a scaricare le valigia dalla macchina. Afferrai i manici dei trolley e iniziai a correre giù per le scale, ancora un po' assopito e con la testa leggera.
La stazione
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A volte ritornano...
FanficMichael Afton, figlio del proprietario di una famosa catena di pizzerie, è fiero di poter finalmente entrare a far parte dell'impresa di famiglia, diventando guardiano notturno della pizzeria nella sua città natale. Tuttavia Michael non sa di un osc...