capitolo 14

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Gian's Pov
"a tavola!" urlo io dalla sala da pranzo, chiamando gli altri per cena. questa sera la casa offriva della buona carne con un contorno di verdure.

è un sogno che la piccola mangi tutto, ma ci provo, a costo di non mangiare io per lo stress. i due ragazzi, lele e diego, si mettono da una parte del tavolo e io e alice dall'altra.

la metto seduta composta sulla sedia e vedo che comincia a mangiare con molta voglia. sorrido e mangiamo anche noi, lasciando che diego raccontasse le sue stupidaggini per intrattenerci.

finisco di cenare e con molta speranza guardo il piatto della bambina, sperando di trovarlo vuoto, o almeno svuotato per tre quarti. ed è così che lo trovo, praticamente vuoto.

la lascio finire in pace, senza metterle fretta, porgendole anche il cestino della frutta. appena finito la carne e metà delle verdure, allontana con malavoglia il piatto dalla sua portata di mano.

sbuffo e la guardo negli occhi. "queste le finisci domani" la avverto, mettendole in frigorifero. annuisce, facendo un sospiro di sollievo. le taglio tre spicchi di mela, che mangia subito e volentieri.

io e gli altri ci alziamo da tavola quando lei è a metà del secondo, cominciando già a sparecchiare e a pulire. "bravissima" le dice lele, dandole un bacio sulla guancia, facendola sorridere.

appena finito, ci raggiunge poi in salotto. ci vediamo un film che dura circa due orette e notando che tancredi e valerio non sono ancora arrivati, perdo le speranze. arriveranno domani mattina.

a quest'ora non so cosa stiano facendo, o almeno non lo voglio sapere, però vorrei chiamarli per assicurarmi che vada tutto bene. lo faccio, ma nessuno dei due mi risponde; saranno impegnati a fare qualcos'altro.

dopo aver passato un'altra mezz'ora a giocare con la piccola peste, decido di portarla a dormire. anche perché deve mantenere gli orari di scuola, per non fare troppa fatica poi quando si rientra.

si lascia prendere in braccio da lele, facendosi portare in cameretta sua. la salutiamo tutti, ma solo io aspetto il tempo necessario per farla addormentare.

così decido di andare a letto anche io, insieme a diego. "che giornata" dico togliendomi la maglietta e lanciandola sopra la scrivania, facendo imprecare diego.

rido e mi sdraio sul letto, prendendo il telefono. tra le notifiche ne scorgo una di valerio, che dice 'torniamo domani'.

beh, almeno si è degnato di scrivermi. rispondo con un semplice 'ok' e poi mi metto a dormire.

!salto temporale!
ormai è da un'ora che sono sveglio, e anche un'ora che sto provando a far fare colazione alla bambina, ma non ne vuole sapere.

dopo poco ci rinuncio e metto via tutto, non sapendomi arrabbiare e farmi ascoltare decido di aspettare tancredi o vale.

Alice's Pov
dopo aver rifiutato di mangiare, vado velocemente nella mia stanza, decisa a restarci fin quando i due ragazzi non sarebbero tornati.

mi metto comoda sul letto, sdraiandomi pure. sento aprire la porta al piano di sotto e spero con tutta me stessa che tancredi o valerio si degnino di salire a salutarmi.

mi giro verso il muro, restando nella stessa posizione, su un lato. poco dopo sento aprirsi la porta e una mano sul fianco. la riconosco subito dagli anelli. tancredi.

sono molto più arrabbiata con lui che con valerio perché lui mi ha detto una bugia. "amore" mi dice dandomi un bacetto sul collo. mugugno, spostandomi e aggrottando le sopracciglia.

"che c'è, sei arrabbiata?" mi chiede sorridendo, sedendosi di fianco a me. annuisco e mi giro dalla sua parte con il corpo. "perché?" mi domanda, appoggiandomi una mano sulla pancia, che tolgo subito.

"avevi detto che sareste tornati presto" gli ricordo io, guardandolo negli occhi. "scusami amore, lo so ho sbagliato" mi dice, continuando a fare eye contact con me.

"non lo faccio più, te lo prometto" mi dice facendomi gli occhioni. accenno un piccolo sorriso ma restando comunque arrabbiata. "dai perdonami" ribatte, mettendomi una mano sulla coscia.

non faccio nessun segno, ma continuo a guardarlo. "dai" mi ridice, disegnando cerchi immaginari sulla mia pancia, facendomi ridere.

"va bene" gli dico ridendo a mia volta. "lo sai che io e gian siamo andati a fare la spesa e poi ho mangiato tutto e anche la frutta?" gli racconto, mettendomi a sedere.

lo faccio sorridere a trentadue denti, allargando le braccia. mi ci fiondo dentro e lascio che mi coccoli. con una mano mi accarezza la schiena, mentre con l'altra la testa. inspiro il suo profumo e mi beo delle sue attenzioni.

"hai già mangiato?" mi domanda, staccando la mia testa dal suo petto. "non ho tanta fame" gli dico, aspettandomi una reazione aggressiva.

"ma come? fammi vedere che sai fare la brava come ieri sera" mi ricorda, e mugugno, effettivamente lui ieri non c'era, quindi non ha le prove certe che io abbia mangiato tutto.

"andiamo insieme" dice facendomi scendere dalle sue gambe, prendendomi la mano.

appena scesi saluto anche valerio e mangio la colazione che mi ero rifiutata di fare con gianmarco.

"sei bravissima, appena hai finito vieni da me" mi dice sempre tancredi, stampandomi in bacetto sull'orecchio. annuisco e termino di fare colazione. pulisco per quel che posso e poi vado in camera mia, dove si trova tancredi.

vedo ciò che tiene in mano e faccio di nuovo per uscire, ma mi tira per il braccio. la supposta.
mi si fanno gli occhi lucidi, cercando di scappare.

"vieni qui dai" mi dice con pazienza, facendomi sedere sul letto. "no!" dico io, scalciando. "oi!" ribatte lui, guardandomi male. "ci mettiamo pochissimo se te la lasci mettere" mi rassicura, tendendola stretta con una mano a forma di pugno e adagiandomi nella corretta posizione sul letto.

faccio resistenza ma con uno sguardo di fuoco mi ammonisce subito. mi mette a novanta gradi sul letto, con la pancia poggiata alle lenzuola e la gambe a penzoloni. a dir poco imbarazzante questa posizione, ho letteralmente il sedere all'aria.

mi spoglia, abbassandomi sia pantaloni che mutandine. comincio a piangere ancora prima che l'abbia infilata. ma lo capisco subito quando lo fa, perché sento un bruciore fortissimo al sedere.

"ahi!" urlo io, spostandomi leggermente. mi tira uno schiaffo leggero sulla chiappa con la mano libera, intimandomi di stare ferma. sbuffo, continuando a piangere.

appena ha finito, mi lascia in questa posizione per circa cinque minuti. alla fine mi accarezza i glutei, massaggiandomi il culetto. tiro un sospiro di sollievo e mi asciugo le lacrime. faccio per scendere ma per paura che non mi reggessi in piedi, mi tiene su lui.

mi riempie di baci ovunque e io rido, lasciandoglielo fare.

As Special As The World || Chill HouseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora