Capitolo 2

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Avevano chiamato per primi me, Giovanni e Tommy Dali per andare in casetta e sistemarci. Il tragitto dalla sala relax alla casetta era stato abbastanza silenzioso, se non fosse stato per Cri che aveva parlato tutto il tempo, cercando di farmi spicciare parola, senza riuscirci. Ero davvero troppo emozionata per poter parlare.

Appena entrammo nel giardino della casetta mi pentii di tutto quello che avevo preso, volevo rimanere più tempo possibile per questo mi ero presa due valigie stracolme di vestiti per stare in casa, due borsoni con effetti personali e abbigliamento per ballare e uno zaino che conteneva altri oggetti di cui probabilmente nemmeno avrei usufruito. Mi feci aiutare da Tommy con le valigie, nel frattempo Cri era già dentro ad esplorare l'interno di quell'enorme casetta.

Lasciai i bagagli all'entrata per poter scoprire quell'enorme casa. Dopo aver scrutato ogni singola stanza, ripresi le valigie e i borsoni per dirigermi verso quella che avevo scelto: la stanza arancione. Iniziai a posizionare i vestiti sul letto e metterli nel armadio. Arrivarono anche Rita e Ludovica e mi chiesero se potevano sistemarsi nella stanza insieme a me e acconsentì. Appesi molte e molte foto sul muro, era completamente tappezzato di foto mie insieme a Diana.. e della mia famiglia. Posizionai sul letto un peluche di un Corgi, regalatomi da Diana e un orsetto bruno con in mano un cuoricino che era del mio ex. Avevo aggiunto una modifica al orso, il cuoricino che aveva in mano era completamente distrutto. Dovevo lasciare i ricordi vecchi al passato e andare avanti per la mia strada, quindi decisi di andare in cucina per aiutare il mio amico con le piade.

< Ei Naomi, come stai? > chiese Cri. <Tutto bene, tu? > mormorai. < Benissimo, però se dobbiamo convivere ti consiglio di parlare ad alta voce, non capisco niente di quello che dici > disse scherzando e anche io ridacchiai a mia volta. Amavo cucinare, qualsiasi cibo, che sia dolce o salato, amavo farlo. Mi distrae dai brutti pensieri e poi di solito quello che preparavo lo gustava la mia famiglia e i miei fratellini lo amavano e quindi mi fa ancora più piacere farlo.

Finito di preparare le piade, Cri andò a chiamare tutti e ci sedemmo ai tavoli per mangiare. Affianco a me, ovviamente, c'era Cricca. Davanti invece c'era Gianmarco. Tutti a tavola conversavano animatamente mentre io mi concentravo sulla piada, era troppa? Sospirai pesantemente, abbastanza duramente da zittire i ragazzi del mio tavolo e iniziare a fissarmi. Mi sentivo davvero in soggezione, tutti mi guardavano, questo solo per un sospiro? < Tutto bene Naomi? > mi chiese Megan a capo tavola preoccupata. < Si.. scusatemi, non ho più fame > mi alzai garbatamente e mi avviai nella mia stanza. Arrivata mi ricordai di non ancora chiamato la mia famiglia, in quel momento non ero al massimo del mio umore ma di già mi mancavano quindi presi il telefono e li videochiamai. Squillò e squillò ma nessuno rispose, decisi di fare un ultima prova e finalmente alla terza chiamata risposero. < Ciao amore, scusami avevo messo in silenzioso il telefono, allora? > disse mamma con serenità. < Sono dentro! Ce l' ho fatta.. ci sono riuscita >, < Amore io lo sapevo, tu sei bravissima, ne ero sicura. Vitto, Naomi è stata presa! > , < We amore, sono fierissimo di te! Anche Iris ed Elia. > disse papà allegro. < Dove sono? Li voglio vedere. > dissi con un filo di malinconia. < Sono a già a letto amore, domani li saluterai > disse mamma, < Non credo ci potremmo sentire domani, ma comunque digli che li saluto e che gli voglio molto bene >, < Certo, saranno felicissimi di sentire che la loro sorellona ce l'ha fatta! >. Parlammo ancora un po' e poi attaccai e mi sdraiai sul letto.

Era davvero molto comodo, mi stavo per addormentare data la stanchezza, era stata una una giornata molto attiva e piena di emozioni contrastanti che mi facevano stancare facilmente. 

< Ei, stai bene? > sentii una voce vicina ma lontana allo stesso tempo, visto che ormai ero nel mondo dei sogni. Tentai di aprire gli occhi, ma una luce accecante mi colpirono gli occhi. Misi le mani sugli occhi e li strofinai, presi gli occhiali sulla mensola accanto al letto, finalmente riuscii a mettere a fuoco e vedere la persona davanti a me: Gianmarco. Si era seduto sul mio letto e aveva un piatto tra le mani, dentro c'era una piada con qualche morso, era la mia. Lo guardai in faccia e arrossii intensamente. < S-si.. sto bene > dissi con una voce tremolante. < Non hai finito la piadina, quindi te l'ho portata > mi sorrise, < I-in realtà non ho tanta fame.. > dissi. Non sapevo perché ero così imbarazzata, si, stava facendo una cosa carina, ma non potevo  mandare giù un'intera piada. < Ma al massimo avrai dato tre morsetti, sei sicura? Vuoi parlarmene? > disse dolcemente. Non sapevo perché facesse tutto questo, ci conosciamo si e no da qualche ora, ma si comporta come se ci conoscessimo da più tempo. < No tranquillo, g-grazie.. La mangio domani. > dissi ma senza mantenere un contatto visivo col ragazzo. < Va bene dai, domani la mangerai. > mi accarezzò la guancia affettuosamente e se ne andò via.

Just the two of us || Gianmarco Petrelli ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora