Il rimbombante suono della sveglia mi svegliò dalla mia soave dormita. Non ero nella condizioni perfette per alzarmi ad andare a svolgere le mie lezioni mattutine. Dopo l'evento di ieri sera ero abbastanza scossa. Era tutto successo così velocemente. Provavo un po' di attrazione verso Gian, ma non l'avrei mai ammesso, dopo tutto ho diciassette anni ed è normale avere una cotta per un ragazzo. Gian è più grande di me, di cinque anni. Era ovvio che non potevo ammettere che percepivo dei sentimenti per lui, era solo passata una settimana da quando mi trovavo dentro la scuola e già le ragazze parlavano di possibili coppie. Gian ed io non avevamo ancora discusso su quello successo, purtroppo non avevamo avuto modo per farlo, ma desideravo farlo, volevo chiarire la situazione.
Mi sollevai dal mio comodo letto e senza mettermi gli occhiali, raggiunsi direttamente la cucina per prepararmi il caffè, ne avevo davvero bisogno. Non c'è niente di meglio di una tazza di caffè la mattina. Quando non lo bevo, la giornata procede male. Ingoiai l'ultimo sorso di caffè e andai in camera per cambiarmi.
Andai in saletta per guardare le coreografie assegnatemi dalla mia insegnante. < Ciao Naomi! > disse la Celentano allegra. < Buongiorno > dissi appoggiando il borsone vicino alla porta e andandomi a sedere di fronte alla maestra. < Allora Naomi, so che tu hai studiato e studi ancora classico. So che sai come portare le punte e per questo ho deciso di assegnarti una coreografia di neoclassico. Questa coreografia la preparerai con la Pauselli. Poi ti assegno altre due coreografie di contemporaneo che lavorerai con la d'Amario. Vorrei che ti concentrassi in particolare sulla coreografia neoclassica, certamente anche nelle altre, ma voglio che tu la faccia davvero bene questa. >. Non mi aspettavo di ricevere una coreo di classico o neoclassico, o almeno non subito la seconda settimana. Dopo esserci confrontate la Celentano se ne andò e lasciò me e Giulia lavorare. Era impegnativa la coreografia, ma dovevo dare il massimo di me, non voglio che la maestra si penta. Sono qui per studiare e una coreo di neoclassico non farà altro che migliorare la mia danza.
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< Ma ormai l'ho preparata, e come tutti, ora la mangi. > disse Matteo adirato. Stavamo discutendo perché non volevo mangiare la pasta al sugo che aveva preparato ma volevo prepararmi un'insalata. < Prendi un piatto che ti metto la pasta, va. > disse scocciato per il mio comportamento, secondo lui "bambinesco". Aprii il frigo e presi il pacchetto di lattuga, ignorando Matte che si stava incavolando perché iniziavo a non fare caso a lui. Dopo averla condita mettendoci qualche pomodorino, mi andai ad accomodare al tavolo per mangiare in solitudine. < FAI COME VUOI TU! Sappi che la prossima volta io per te non riserverò nemmeno un grammo di pasta! > disse urlando prima di andarsene. Questa litigata mi aveva chiuso lo stomaco, non riuscivo a ragionare lucidamente, ero nel torto io o Matteo? Controstomaco dovetti mangiare perché alle 15.45 io e gli altri ballerini ci saremmo dovuti recare nella saletta, l'unica cosa che ci avevano comunicato era che avremmo dovuto ballare. < Cos'è successo? > quella voce attirò la mia attenzione, la domanda era rivolta a me. < A cosa ti riferisci? > dissi guardando il piatto davanti a me. < Ho sentito le urla di Matteo fino a camera mia. Poi quando sono arrivato nella sua stanza era molto inca*****. > mi rispose ridendo sotto i baffi. < Pretende che mangi la pasta che mi ha lasciato da parte. Gli ho detto gentilmente che non mi andava e che volevo mangiare qualcosa di più leggero ed ha iniziato ad arrabbiarsi. > dissi tutto questo tutto d'un fiato e nel mentre Gian non aveva smesso di guardarmi negli occhi. < Mh.. stai tranquilla ci parlo io con lui, ok? >. Lo guardavo imbambolata e annuii lievemente. Mi prese gli occhiali dal volto per poi metterseli. Rise e poi mi disse: < Madò, ma sei cieca! Quanto ti manca? >. < Nel occhio destro mi mancano 5.2 grandi mentre nel occhio sinistro 4.7 gradi. > dissi sorridendogli inclinando leggermente la testa. Se li tolse e li rimise delicatamente sul mio viso, guardandomi fisso negli occhi. I nostri occhi non volevano discostarsi, erano come calamite. Dopo un bel po' di tempo che continuavamo a guardarci si alzò e mi disse: < Vado a parlargli. >. Perché se ne doveva andare? Avrei pagato oro per rimanere anche solo due minuti in più con lui. Continuai a gustare l'insalata tristemente mentre mi guardavo intorno.
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Tutti noi ballerini ci stavamo avviando per la lezione. Arrivato là trovammo una lavagna con sopra scritti i nostri nomi in ordine alfabetico. Dopo poco arrivò la maestra Celentano e ci annunciò che avremmo dovuto svolgere una verifica di classico. Dato che nessuno di noi aveva nulla con sé la maestra ci concesse di poter ritornare in casetta per cambiarci. Misi un body nero, una calzamaglia bianca e un gonnellino borgogna. Rapidamente feci uno chignon mettendoci parecchie forcine. Adagiai sulla mia spalla il borsone e mi avviai verso la sala assieme a Ramon. Fummo i primi ad arrivare, indossai le mezze ed iniziai subito a scaldarmi per iniziare la verifica già calda. Poco dopo arrivarono anche Gianmarco, Samu e Mattia. Gian si sedette a terra per sistemarsi. < È stato un piacere far parte di questa scuola, ragazzi. Grazie a tutti, siete stati dei compagni meravigliosi. > disse Gian sereno. < Ma smettila di dire queste cose. Te la caverai. > dissi accovacciandomi accanto a lui. Lo abbracciai ridacchiando. Quando mi staccai mi accorsi del gesto che avevo appena compiuto. Avvampai immediatamente e imbarazzata mi allontanai. Giunti tutti iniziammo la prova. Cercai di dare il massimo di me per poter dimostrare alla Celentano che riuscivo ad essere versatile e di aver studiato.
< Io vi do dei voti, che più o meno credo vi aspetterete. Servono a me ma anche a voi per rendervi conto. > comunicò la maestra alzandosi dalla sedia impugnando il pennarello. < Gianmarco zero. >. Cercai il suo guardo cercando di consolarlo ma guardava giù. Dopo Ramon, la Celentano annunciò il mio voto < Naomi otto. >. Ero completamente tranquilla finalmente, ero davvero fiera di quel voto. Mamma lo dice sempre, "se lavori duro, i risultati si vedono". Appena la Celentano se ne andò iniziammo a sistemarci per ritornare in casetta. < Grandi ragazze! > disse Ramon riferendosi a me e Rita. < Dai mi sento meno solo, almeno. > disse Samu battendo le mani a Ludo e Maddy riferendosi al tre che avevano preso. < Zero nessuno? > chiese Gian scherzando, poiché era l'unico che aveva ricevuto zero come voto.
< No ma a me non solo ha fatto uno zero, ma ne ha fatto anche un altro intorno, vedete? >. Scoppiai in una fragorosa risata piegandomi verso il basso. < Zero totale! > disse Samu, poi Gian precisò < Zero, e poi ha fatto: "hai capito bene?" >. < Dai almeno ci hai provato. > dissi continuando a ridere come una fessa. < Oddio scusami non ce la faccio. > dissi sedendomi a terra, non riuscivo più nemmeno a sostenermi in piedi. Mi rialzai per poi andare verso di lui e gli diedi un stretto abbraccio, che ricambiò subito. < Dai piccioncini, ritorniamo in casetta. > disse Samu ridendo. Mi staccai da Gian, ma lui mi prese per mano e non aveva intenzione di mollarla. Ritornammo in casetta per ultimi e Samu ci lasciò trascorrere il tragitto da soli. Quei cinque minuti sembravano un'eternità. La sua mano calda e morbida era in contrasto con la mia fredda. La sua mano mi completava e mi riscaldava, mi riempiva e questo mi faceva sentire speciale.
Arrivati a casa iniziammo a preparare la festa per i diciotto anni di Aaron. La produzione ci aveva fornito di palloncino argentati, azzurri e blu. Scrivemmo "AUGURI AARON" su dei fogliettini quadrati e poi li appendemmo. < Raga, ci mettiamo tutti in questa zona qua, ognuno che fa una cosa: chi fa finta di bere, chi fa finta di guardare la televisione! > disse Gian con molto entusiasmo. Sempre da lui uscivano le idee più belle! Mi sdraiai sopra il corpo di Nicolò chiudendo gli occhi, però non riuscendo a rimanere seria iniziai a ridere. < Zitta Nao, sta arrivando! > disse Nic cercando di zittirmi. < Scusami, ma la situazione è troppo comica. >. Aaron entrò e dopo qualche secondo tutti gli saltarono addosso. io non mi buttai, preferivo dargli un abbraccio dopo, in disparte. Dopo che tutti si erano allontanati, mi avvicinai timidamente e lo abbracciai. Lo tenni stretto stretto a me, era un ragazzo favoloso. < Auguri Edo! Scusami se non ti ho preso un regalo, non sapevo cosa regalarti. Cosa vorresti? > dissi a bassa voce guardandolo fisso negli occhi mentre gli tenevo le mani. < Naomi non serve nessun regalo, la vostra compagnia è il regalo più bello che potessi mai avere! > disse euforico, stringendomi ancora di più le mani e dandomi un bacio sulla guancia. < Ragazzi allontanatevi, perché se no domani troveremo Aaron morto. > disse Rita, che si era avvicinata a noi per indicarci poi una direzione. Si allontanò e noi due guardammo chi si trovava in quel lato. Vedemmo Gianmarco guardarci, o forse anche fissarci, quando lo iniziammo a guardare anche noi dopo poco se ne accorse e distolse lo sguardo imbarazzato.
Gianmarco stava fulminando Aaron con lo sguardo..
Ciao a tutti! Ecco il quinto capitolo. Scusatemi se non ho pubblicato martedì ma ero davvero indaffarata con lo studio. Spero questo capitolo sia di vostro gradimento, ci vediamo al prossimo capitolo!<33
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Just the two of us || Gianmarco Petrelli ||
FanfictionNaomi Piras è una ragazza di diciassette anni che realizza il sogno di entrare a far parte della scuola di Amici. Buona lettura a tutti e spero vi piaccia<3