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"Non voglio tornare al castello." Sospirò Mattia con la testa ancora poggiata sulla spalla di Christian.

"Dobbiamo però. Ti staranno sicuramente aspettando per i preparativi di domani e tutte le pratiche."

Erano fermi seduti sulle mura esterne del paese da ore e nessuno dei due aveva mai accennato a volersi alzare. Erano stati giorni difficili e ne sarebbero arrivati altri; avevano bisogno di ricaricarsi l'uno della vicinanza dell'alto.

"Mi sembra ancora così surreale; in una settimana è successo di tutto e domani sarò con una corona sulla testa."

"La corona d'Inghilterra." Sottolineo fiero l'altro con l'orgoglio negli occhi.

"Mi spieghi come hai fatto ad essere sempre così certo che possa essere un buon re? Non basta essere una brava persona per essere un sovrano."

"Tu proprio non vuoi capire." sospirò Christian arreso.

"Mi pare un dubbio lecito." Alzò un sopracciglio piccato.

"Vedi, già ti picchi come un re scontroso." Rise Christian prendendolo in giro.

"Quindi tu saresti un suddito ingiurioso." Stette al gioco avvicinandosi di più al viso dell'altro, tanto da sentirne il respiro caldo e Christian impiegò tutte le sue forze per non cedere alla tentazione di buttare all'aria quella piccola sfida.

"Non mi provocare solo perché vuoi avere ragione."

"Non ti sto provocando." Sussurrò ad un centimetro dalle sue labbra con aria innocente. A perdere però fu lui perché non aveva resistito e lo aveva baciato mandando a quel paese ogni cosa.
Aveva passato troppo tempo fisicamente lontano da lui ed era impressionante come dopo anni il bisogno di lui, del suo profumo e del contatto fosse immutato. Era come una medicina.

"Ora però mi rispondi." Intimò il biondo e l'altro sbuffò arreso.

"Sei testardo, tremendamente testardo e di certo non ti aiuterà nel tuo percorso da re. Però hai di buono che sei ragionevole."

"E questa sarebbe la tua risposta?"

"No, questo era il mio commento alla tua cocciutaggine."

"Bada a come parli, potrei sul serio metterti alla berlina e farti tirare i pomodori in testa." Simulò il gesto divertito

"Oltre che testardo anche dispotico, sei proprio il figlio di..."

"Christian! Bada a come parli era comunque il tuo re." Lo rimproverò prima che potesse concludere il discorso.

"Non lo è mai stato. Lo rispettavo solo perché c'eri tu e non volevo che mi impedisse di starti vicino."

"Sei sempre stato reticente alle regole" sorrise Mattia sconfitto. Sapeva che fosse una partita persa con lui.

"Io credo in ciò che ritengo giusto e tu lo sei per diventare re. Ho il sesto senso di mia madre, con l'unica differenza però che prima di parlare analizzo e lo faccio da anni con te." Ribatté fermo nelle sue posizioni. Christian lo era sempre e la sua risolutezza era sempre stata invidiata dal piccolo.

"Tu sei generoso d'animo e di questo ne ho prova dalla prima volta che ti ho visto. Sei riflessivo e molto più saggio di uomini più maturi di te; lo hai dimostrato in tantissime occasioni: una fra tutte l'invito del governatore anni fa. Ci hai risparmiato una guerra civile che avrebbe spezzato in due il paese, e come ci sei riuscito? Hai convinto il primo ministro, che sotto certi punti di vista era peggio di tuo padre.
Sai parlare e credi in quello che dici, se fingessi i tuoi occhi ti tradirebbero e la gente non ti darebbe fiducia.
Ricordo ancora le parole di Igor <<A questo paese serve un re come te>> e da uomo politico lui sa quello che dice: c'è bisogno di un sovrano che ami il suo paese, non il potere. E forse è vero che lì fuori c'è qualcuno come te, ma sei nato tu in quel castello 21 anni fa ed è stata una fortuna per tutta quella gente che domani verrà ad acclamarti.
E sai perché lo farà? Lo farà per quella volta in cui tu ti sei dimostrato clemente e giusto al posto di Enrico,per  quando hai sacrificato la tua libertà per non mandarli in guerra... e non perché devono farlo." Spiegò in un lungo pensiero che ci teneva fosse espresso chiaramente.

La storia di un re - Mattia e Christian Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora