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Mattia quella notte non riuscì a dormire; ogni volta che chiudeva gli occhi risentiva le labbra calde di Christian sulle sue, il suo respiro tiepido addosso e poi il senso di colpa che subito dopo li aveva travolti.

Ed eccola allora quella morsa allo stomaco che lo accompagnava da ore e che avrebbe fatto fatica a scacciare via. Il terrore di averlo perso per sempre, di aver rovinato l'unica cosa bella e sincera che la vita gli aveva regalato quel giorno di dieci anni prima.

Si sentì profondamente sbagliato e si odiò con tutto se stesso, scagliandosi contro quel destino che lo aveva fatto innamorare della persona sbagliata; e non solo perché fosse il suo migliore amico ma anche perché uomo.
Per la legge stava commettendo un reato e per le convinzioni delle persone era un deviato.
Fare finta di niente era impossibile, credere di poter cambiare il tempo altrettanto.
La consapevolezza di ciò lo fece sentire completamente travolto e scoppiò in un pianto che voleva fosse liberatorio ma non lo sarebbe mai stato.

Si addormentò alle prime luci dell'alba con gli occhi gonfi e la gola in fiamme, ma almeno la sua mente ebbe un po' di pace.
Nei sogni la mente viaggia facendoti vivere realtà impossibili e la sua aveva protagonista un ragazzo alto con gli occhi cangianti che gli sorrideva felice.
Sarebbe dovuto essere così ma la realtà era tutt'altra e gli cadde addosso quando Carola entrò nella sua stanza con la colazione sul vassoio.
Aveva aperto le tende ed il sole gli era finito dritto addosso senza preavviso.

"Buongiorno, altezza."

"Carola finiscila di chiamarmi così."

" Ora sei ufficialmente il principe ereditario, se tuo padre..."

" Mio padre non è qui e voglio essere trattato come sempre." La interruppe.

Quella donna lo aveva allattato ed era una delle poche persone di cui si fosse mai fidato. Era una seconda madre e sapeva l' amore che provasse per lui.

" Mattia devi capire che presto sarai re e un re non si fa mai dare del tu dalla servitù."

"Quindi devo entrare nell'ottica che non avrò più vicino nessuno in modo sincero, devo allontanare tutti per farmi rispettare...praticamente una condanna alla solitudine! No, grazie! Non sarò così e se non ti va bene, vai pure a prestare servizio da qualche altra parte."

La balia difronte a quello sfogo così accorato rimase stupita e fissò il principe notando come avesse gli occhi gonfi e tristi.

"Scusami io...mi dispiace" disse nascondendo il viso sulle ginocchia portate al petto. "potresti lasciarmi un attimo solo?"

Carola non ubbidì e si sedette vicino al lui. Le sembrava così piccolo rannicchiato su quel letto grande, eppure era cresciuto ed era diventato un ragazzo bello dentro e fuori. Era fiera di lui nonostante non lo avesse partorito e non voleva che stesse male.

"Piccolo guardami." La donna si sedette ed utilizzò un tono assolutamente diverso da quello che aveva usato in precedenza.
Gli prese il viso e lo alzò dolcemente per poter sentire se avesse la febbre, ma non ne aveva.

"Che hai?"

"Niente, sono solo un po' stanco perché stanotte non ho dormito."

"Ti vado a fare una tisana e dico a tua madre che per oggi ti riposi che ne dici?" Propose amorevole.

"Vorrei ma devo ricevere con mio padre i nobili .. "

"Fino ad oggi lo ha fatto da solo, può continuare per oggi." Lo rassicurò e Mattia sospirò più sereno. Non se la sentiva proprio di fare altro se non nascondersi sotto le coperte e fare finta di non esistere.

La storia di un re - Mattia e Christian Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora