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Pov's Cole

Stupida ragazzina.

Chi cazzo me lo sta facendo fare?

<Ragazzo stiamo chiudendo> mi dice il barman lanciandomi uno sguardo seccato.

Lo so idiota, non sono venuto mica per ordinare qualcosa alle tre e mezza di notte. Cristo.

Noto subito Clare seduta al bancone con la testa appoggiata sulle braccia, e la scena mi fa quasi tenerezza. Ma appena mi avvicino, ricordo quanto cazzo mi abbia fatto preoccupare.

<Clare> la rimprovero, non appena arrivo al suo fianco.

<Mhh?> mugugna senza aprire gli occhi.

<Ma come ti sei ridotta?> le chiedo, la mia voce è carica di preoccupazione e disapprovazione. La vedo indossare un jeans blu attillato con stivaletti neri e una canotta nera, ora abbassata in modo sconveniente.

Che cazzo però, avrebbe potuto toccarla chiunque.

Ho i nervi a fior di pelle.

<Boh> mi risponde senza senso, la voce ovattata dal suo stato di ubriachezza.

Sbuffo, scuotendola leggermente per farla alzare. Con uno sforzo, le tiro su la canotta per coprire quel che riesco.

<Ti ho chiamato dieci volte, anzi undici> le dico arrabbiato.

<È morto> borbotta di nuovo, ci metto un po' a capire che fa riferimento al suo telefonino.

<Adesso ti vuoi alzare?> chiedo, ma lei, anziché aprire gli occhi, si accavalla una gamba e si sistema meglio.

Non ricevendo risposta, continuo con le domande.

<Con chi sei venuta?> chiedo, cercando di mantenere la calma.

<Harry, credo> risponde distrattamente, il suo tono è vagamente indeciso.

<Credi? Chi è Harry?> chiedo sbuffando, irritato.

<Geloso amore?> ride stupidamente senza aprire gli occhi, il tono sarcastico accentuato dalla sua ubriachezza.

<Quanto e cosa hai bevuto?> domando ancora cercando di chiudere un occhio al suo comportamento.

<Vuole anche la mia carta d'identità re dei ghiacci?> chiede ironica.

Se non fosse ubriaca me ne andrei lasciandola qui. E se non la smette considero davvero l'idea di lasciarla sola.

<O ti alzi o ti alzi> le ordino ignorandola.

<Zitto> borbotta infastidita.

Mi sto spazientendo sempre di più. È stata quattro ore senza rispondermi al telefono, facendomi pensare che chissà che cazzo era successo. Arrivo qui preoccupato, su chiamata di mio fratello, il quale, come un coglione, invece di aiutarla ha preferito chiamarmi quando il danno era già fatto. E ora lei mi dice pure zitto.

Che cosa dovrei fare lasciarla davvero qui?

Senza pensarci due volte, mi avvicino di nuovo a Clare, prendendola sotto le gambe e sollevandola con facilità. La sua reazione è immediata: spalanca gli occhi, sorpresa, e si aggrappa al mio collo come se fosse l'unica cosa che la tiene in equilibrio.

<Potresti evitare di strozzarmi?> le dico, irritato da tutto questo contatto fisico non richiesto. La sua stretta è forte.

<Non mi farai cadere vero?> chiede, con una nota di preoccupazione sincera nella voce.

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