Ma non lo vedi quanto ti amo ?

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Ecco a voi il secondo round di questa ciofeca. Voglio ringraziare chiunque abbia speso del tempo per leggere e commentare la prima parte, spero che questa seconda parte non vi deluda.
Come sempre ogni stellina,commenti o consigli sono ben accetti.
Enjoy the story
-Mena

Ma non lo vedi quanto ti amo?
2/2

Erano le 18:00 passate e la camera da letto di Manuel era un campo di battaglia: Scarpe sparse per la stanza, pantaloni e camicie poggiate alla bene e meglio su ogni superficie piana che aveva a disposizione per non parlare del letto che era totalmente ricoperto di felpe, t-shirt e maglioncini.
Non sembrava ad un occhio esterno ma in quel disordine c'era un filo logico: Divido per categorie così da avere tutto sott'occhio.
Girava per la stanza con le mani su i fianchi, in boxer,sbuffando ad ogni abbinamento che si proponeva.

<<Camicia bianca e pantalone nero? No, me scambiano per cameriere. E se mettessi felpa verde e jeans? No, troppo sciatto!"

Raccattò dalla pila di vestiti riposti sulla scrivania una camicia a quadri blu tessuto scozzese e la indossò, ci abbinò un jeans chiaro. Si guardò allo specchio, si sistemò i capelli, si mise di profilo ma niente da fare non gli piaceva nemmeno questo.

<<Ma n'do vai Manuè così ! Me sembri il nonno de Heidi!.>>

Sbuffò per l'ennesima volta lasciandosi cadere, di schiena, sul letto portandosi le mani sul volto. Era frustrato, arrabbiato con se stesso perché il suo sentirsi non all'altezza lo rendeva paranoico come non lo era mai stato.

Simone Balestra per lui era IL ragazzo, il più bello, il più dolce e il più intelligente dell'intera facoltà e lui si sentiva piccolo, insignificante e trasparente nonostante gli atteggiamenti e gli sguardi del corvino dimostrassero il contrario.

Non si era mai ritenuto brutto anzi si piaceva, forse troppo magro per i suoi gusti ma era consapevole di avere il suo fascino. Riceveva attenzioni da ragazze tanto quanto dai ragazzi e questo non faceva altro che alimentare il suo ego ma con Simone era diverso.

Qualsiasi cosa Simone indossasse agli occhi di Manuel risultava perfetto, ogni suo movimento anche se impercettibile era armonioso, elegante quasi angelico.

Lo aveva idealizzato come se fosse l'emblema del perfezione ma si sa che nessuno è perfetto, nemmeno Simone.

L'immagine che aveva del ragazzo con cui stava per uscire non faceva altro che renderlo insicuro e di certo la storia passata con Alice ne alimentava le paranoie.
Alice lo aveva fatto sentire un giocattolo vecchio buttato lì in angolo dimenticato al suo destino perché ormai desiderosa del modello nuovo.

Manuel per mesi si era colpevolizzato, si accusava di non essere stato abbastanza per lei. Forse non era intelligente abbastanza oppure bello o romantico e che queste sue mancanze avevano portato la sua ormai ex ragazza a tradirlo. Ci stava da cani, passava le giornata ad analizzare ogni cosa fatta per lei, ogni presunta mancanza o distrazione ma non riusciva a trovarla. Non era stato sempre rose e fiori questo è vero ma lui ci aveva messo tutto se stesso in quel rapporto nonostante la differenza d'età.

Col passare del tempo e con l'aiuto della madre e dei suoi due migliori amici , Chicca e Matteo, capì che era lei a non meritare lui. Si rese conto che tutte quelle mancanze che credeva di aver dato le aveva ricevute e che forse c'era troppo dentro sentimentalmente per notarlo.

Con questa consapevolezza arrivò alla conclusione che Alice era quella che non si meritava un ragazzo che con lei era stato: Gentile, attento, premuroso ma soprattutto troppo fesso come gli direbbe Carmine però il suo essere conscio di questo non riuscì a sanare del tutto il senso di inferiorità che sentiva.

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