Primo Capitolo.

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Una prostituta. Alla gente faccio schifo, hanno perfettamente ragione. Anche io mi odio, ma in questo modo sono felice, o per mezzo felice, non ho mai gustato la felicità. I soldi in questo momento sono la felicità.
Droga, sesso, fumo, vestiti firmati, vestitini, tacchi da 15 cm. Questa sono io.
Vivo da sola in una grande villa, sono solo io, qualche volta ci sono anche dei miei clienti.
Solo 22 anni, sono giunta a fare di tutto da sola. Sono sola.
I miei genitori sono morti in un incidente stradale, io mi sono salvata per miracolo. A quei tempi avevo solo nove anni.
Alla loro morte sono stata assegnata a mia zia, sorella di mio padre, avevo solo lei. Mi tenne fino ai 16 anni, poi mi mandó via per strada. Da quel momento la mia vita cambió.
Presi il treno. Quel treno cambió radicalmente la mia vita. Incontrai per strada delle ragazze, le prostitute, mi presero a casa loro e iniziai a prostituirmi anch'io.
Non smisi più, ancora oggi sono una prostituta, per meglio dire puttana.
Ormai ho la mia vita, la mia villa, i miei clienti.

Questa sera solito vestitino nero, corto fino al culo, scoprendo le gambe. Il solito tacco 15. Solito posto.

Mi preparo in fretta, ormai sono le 23. Prendo la macchina e vado al solito raduno delle puttane.
Ci sono già due ragazze, sono due anni che sono lì, con una sigaretta in mano.

Inizia già a sentirsi il vento di fine estate, vado in macchina e prendo il mio giacchetto.
Il vento mi passa tra le mutandine di pizzo, facendo oscillare il mio pensiero, a chi mi toccherà questa sera.

La strada é vuota. Passano alcune macchine, nessuna si ferma.
Dopo circa 30 minuti il giorno inizia a farsi sempre più interessante, una bmw si ferma davanti a me.
Abbassa il finestrino.
Un uomo sui 20 anni.
Mi incita ad entrare in macchina, butto la sigaretta ed entro.
Il suo sesso é molto arrapato.
Parte alla velocità della luce, inizia a toccarmi il ginocchio, quasi come se volesse giocare con esso. Fa dei piccoli cerchi con il dito sul ginocchio, per poi salire sulla coscia, e riscendere al ginocchio.
Passiamo tra i palazzi in macchina, spezzando il silenzio.
Arriviamo in una villa, a due piani.
C'é una piccola piscina con dentro le papere di plastica, per bambini.
Parcheggia la macchina e scendiamo.
Mi prende per mano. Una lieve scossa sul mio basso ventre.
Entriamo dentro casa. Un grandissimo salone davanti a me.
Una libreria, quel ragazzo legge molto, pensai tra me e me.
Mi riprende la mano e mi butta sul divano color carne. Si mette sopra di me, inizia a baciarmi, mi lascia senza respiro.
É arrabbiato, deluso e triste, i suoi atteggiamenti parlano.
Mi spoglia con grande foga, poi lascia fare a me il lavoro.
Lo spoglio in modo sensuale, toccando il suo membro.
Inizio a succhiarlo, mi prende per i capelli, dandomi un ritmo più movimentato.
Lo faccio stendere, mi siedo sopra di lui ed inizio a cavalcare il suo membro.
Mi tocca le tette, le massaggia e le strizza.
Mi fa alzare, mi appoggia al grande tavolo, mi alza un piede, appoggia anche esso sul tavolo, finalmente mette il suo membro nel mio culo, per poi farlo uscire ed entrare velocemente. Le sue urla si fanno sempre più dense, sta per avere la piena di grazia.
Mi toglie da sopra il tavolo, mi abbassa al suo cazzo e il suo liquido mi arriva in faccia. Lecco tutto da brava puttana.
Prende il suo portafoglio e mi da i soldi. 500€.
Mi vesto, non riesco a richiudere il reggiseno, merda.
Lui mi guarda, mi si avvicina e me lo chiude.
Non ci siamo mai rivolti la parola.
Con voce calma, sono ancora accaldata per colpa sua, dico un semplice [Grazie.]
Non mi risponde.
Prendo il giacchetto ed esco, seguita da lui.
Mi accompagna al posto delle puttane.
Scendo e lui, prima di ripartire, mi dice che ci saremo rivisti domani.
Ha una bellissima voce, calda e sensuale.
Nessun altro cliente per questa sera.

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