Capitolo Quattro.

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Entro in macchina, c'é ancora quel profumo di rose.

[Spiegami la strada.]
[Arriva al posto delle puttane, poi appena siamo lì ti spiego.]
Annuisce con la testa e partiamo.

[Perché fai questo lavoro?]

Non distoglie lo sguardo, ma riesce a focalizzare la mia mano, la prende.
La ritiro in men che non si dica.

[Guidi o fai domande?] Rispondo seccata.

[Entrambe.]
[Gira a destra qui.]
[Lo so dove andare.]
[Il raduno delle puttane sai dove si trova, certo.]
[Certamente, vengo ogni sera.]
[Non ti avevo mai visto prima, prima di quel giorno dico.]
[Strano, ci sono sempre, sicuramente sei troppo occupata con i clienti.]
[Sì, forse hai ragione.]

Il mio tono si é leggermente alzato.

[La bambina si é arrabbiata?]

Si gira verso di me, ed io mi giro verso di lui.

[Accosta, voglio scendere.]
[Magari dopo, ora mi manca la voglia di farlo.]
[Ti denuncio, non puoi fare una cosa del genere.]
[Sei salita tu in macchina, non ti ho toccata neanche.]

Sbuffo, si mette a ridere, ed io lo seguo.

Do tutte le indicazioni per farmi accompagnare a casa.
Scendo dalla macchina, subito dopo anche lui.

[Non mi inviti a bere qualcosa, signorina Jisson?]

Indica il cartellino messo sul cancello con il mio nome. Maddy Jisson.

[Signor. Sconosciuto magari la invito più tardi,ora mi manca la voglia di farlo.]

Scoppio a ridere.

[Jisson, non scherzare con me.]

Mi indica con il dito.

[Sconosciuto é meglio se vai via ora, é tardi.]
[Jisson domani ti vengo a prendere e parliamo del viaggio di lunedì.]
[Non mi suona tanto di domanda.]
[É un'affermazione.]
[Non ho ancora accettato.]
[Hai accettato, ora vado Jisson, domani alle dieci in punto fatti trovare pronta.]
[Non voglio.]

Mi si avvicina, non mi sarei mai immaginata una cosa del genere, ed inizia a farmi il solletico.
Rido, rido in mezzo alla strada per una cazzata.
Gli urlo contro di smetterla, mentre mi stanno lacrimando gli occhi per le risate.
Sto per cadere, i tacchi da 15 non sono proprio giusti per il solletico, ma lui riesce a prendermi. Stiamo per qualche secondo in quella posizione, lui che mi tiene per la schiena per non farmi cadere.
Mi rialzo, mi aggiusto il vestitino che nel frattempo si é alzato.

[Succederà di peggio se non accetti la mia proposta.]
[Accetto la proposta per parlare domani, ma per il fatto del viaggio voglio pensarci.]
[Sei fortunata che mi accontento facilmente.]

Mi da la mano, mi saluta e se ne va.
Entro in casa e subito in doccia.
La mattina seguente mi alzo, per colpa del campanello. Vado ad aprire, Ignazio. Ignazio é un fedele cliente.
Appena mi vede, mi si butta addosso, togliendomi subito dopo la maglietta.
Chiude la porta alle sue spalle.
Lo spingo e gli sussurro che devo prepararmi.
Lui si accomoda sulla sedia,sa il procedimento, mentre io corro in camera a prepararmi.
Vestitino da coniglietta con tacchi abbinati.
Esco dalla camera e vedo lui segarsi.

[Tesoro, lascia fare questo lavoro a me.]
Gli salto addosso ed inizio a segarlo, mentre lui mi fa un ditalino da cinque stelle.
Ci mettiamo a 69.
Lecco con sazietà il suo cazzo, come se non vedessi cazzi da anni.
Lui prende il mio vibratore e me lo mette tra le gambe. Urlo, urlo dal piacere.
Il momento di piacere finisce quando il campanello suona.
Dico a Ignazio di fare silenzio mentre vado a vedere chi é.
Mi metto un asciugamano intorno al corpo.

Apro la porta, lo sconosciuto.
Non so ancora il suo nome, che cosa strana.

[Ti stavi lavando, vedo che non sei ancora pronta.]

Ridacchia lui.

[Sì, non sono ancora pronta.]

Altro che doccia, sono con un cliente.
Tutta l'eccitazione di prima, é svanita.

[Tesoro chi é?]

Alle mie spalle Ignazio che urla.
Ci sono momenti in cui vorrei scomparire, questo é uno di quei momenti.

[Non sapevo fossi occupata.]

Fa per andare via, ma lo trattengo per la mano.

[Ci sentiamo alle 02:00, va bene?]

Annuisce con la testa, lascio la sua mano e va via.
Richiudo la porta.
Mi sento, in qualche modo, in colpa.
Ritorno da Ignazio e soddisfo le sue voglie per più di due ore. Va via.
Mi rilasso un pó e verso l'una inizio a prepararmi. Jeans aderenti, molto aderenti, con camicia rossa che mette in risalto il mio seno.
É arrivato il momento, sono le 02:00.
Passano dieci minuti, lo sconosciuto non si fa vivo, ne passano altri cinque. Alle 02:30 arriva. Il campanello segna il suo arrivo.
Apro.

[Dopo trenta minuti ti sei deciso a venire.]
[Volevo fare il tuo stesso gioco.]

Lo disse in modo strano, diciamo in modo freddo.

[É successo qualcosa?]
[Solo che avevo un impegno ora, ma ho dovuto abbandonare per te.]
[Scusami.]

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 10, 2015 ⏰

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