Quel giorno era particolarmente raggiante Marta. Scende dalla macchina, fisico allenato, chioma rossa sotto le spalle, jeans attillati che mettono in risalto un sedere a pesca da torcicollo, maglietta dentro i jeans bianca con il collo alto, un po' casta, ma che aderente lascia vedere un seno contenuto ma con le curve in bella mostra, perché porta un reggiseno senza imbottitura, di quelli che lasciano intravedere i capezzoli quando si hanno i brividi. Sta entrando in un negozio di arredo-casa, ha appena staccato dal lavoro ma non è per niente stanca. Abbassa la testa e sorride aprendo la porta del negozio perché ha appena scritto al marito che farà tardi quel giorno, e lui è dispiaciuto perché la sta aspettando ardentemente a casa quella sera. Marta è nel fiore della giovinezza, quella dei 30 anni portati bene, piena di vita e voglia di fare. Ha spesso scambi telefonici piccanti con il marito nonostante siano sposati già da un po', ma ogni volta la esaltano. In quel gesto di abbassare la testa e sorridere, spostandosi i capelli dietro l'orecchio, chiunque l'avesse guardata avrebbe visto una consapevolezza di sè, della propria fisicità, un'incedere deciso ma sinuoso, tipico di chi ha una vita sessuale appagante e corroborante. È consapevole della sua bella presenza e con eleganza si lascia guardare. Nessuna indecisione, nessuna timidezza, gestualità morbida e sensuale, che suscita interesse, apre la borsa e mette via il telefono. Marta sa già cosa vuole e va dritta verso il suo obbiettivo senza neanche salutare il commesso, uomo sulla quarantina, che è alla cassa e che la nota di sfuggita. Con le sue falcate decise Marta ha già superato il bancone, andando verso i primi espositori. Cerca tra gli scaffali l'articolo che ha già visto nel sito del negozio, percorre il primo pezzo del corridoio a fianco al bancone. Ha dei tronchetti di pelle beije traforata con un po di tacco a rocchetto in legno, e ad ogni suo passo deciso rieccheggia in tutto il negozio il rumore del legno del tacco sul pavimento, come una professoressa che va verso la classe a scuola. Non lo fa apposta, ma fermandosi di fronte ad uno scaffale Marta si mette in piedi ruotando il bacino indietro come se volesse mostrare il sedere a chi é dietro di lei. Le viene naturale, deformazione fisica dopo un po' di anni di ginnastica artistica, ma è accentuato quel giorno dal fatto che porta i tacchi. È sera, estate, e nel negozio c'é una luce particolare che colpisce il corpo immobile di Marta. Vista controluce sembra un manichino in posa, di quelli usati per esporre l'intimo. Petto e sedere infuori, testa alta, e questa cascata di capelli color mogano che brillano con la luce delle vetrate dell'entrata. Marta capisce dallo stile dei primi espositori che probabilmente l'articolo che le interessa é proprio lì. Sta cercando un ferma-libri in metallo a forma di ippopotamo, tutto dorato, dalle linee curve ma dall'aspetto pesante e duro. Il primo espositore dove si é fermata conteneva tutti articoli con dettagli d'oro e con uno stile lussuoso, e il suo ferma libri doveva trovarsi proprio lì. Trovato. Lì di fronte a lei c'é l'ippopotamo dorato. Come pensava le piace ma continua a fissarlo perché le stanno venendo dei dubbi sul suo progetto. Deve arredare casa, casa sua. Un rustico ristrutturato in stile industriale come piace a lei e suo marito. È così raggiante perché quell'oggetto avrebbe finalmente ultimato l'arredo di una stanza a cui tiene molto, la sua stanza, e non voleva fare la scelta sbagliata. Finalmente andavano ad abitare nella loro casa nuova e Marta non poteva essere più felice in quel periodo. La stava arredano come piace a lei, e ogni oggetto doveva essere perfetto. Intanto il tempo passa e Marta é sempre lì in piedi con le curve in mostra, concentratissima sul suo ippopotamo. Il commesso sbuca dall'altra parte del corridoio e la vede controluce. In quel momento Marta si é appena messa a posto gli occhiali da vista sul naso alzando il mignolino, con un fare sempre sensuale ma innocente. Gli occhiali sono quelli tipici da segretaria, quelli con il profilo oro, tondi e un po grandi, in tinta con gli orecchini d'oro un po vintage e con le collane raffinate che poggiano sul decoltè. Sembrava parte dell'arredamento di quegli espositori. Andrea, il commesso, la nota meglio ora che é lì ferma in contemplazione e, come qualsiasi uomo, si sofferma a guardare il sedere in tranquillità, tanto erano gli unici nel negozio, che da lì a poco avrebbe chiuso. Apprezzava quello che vedeva, ma non ha fatto nessun tipo di pensiero spinto perché la considerava una ragazzina, troppo piccola per lui. Con gli occhi appagati va verso di lei, per capire se aveva bisogno di aiuto. C'era un silenzio quasi terrificante nella stanza, si sentivano solo le auto fuori che passavano per strada in lontananza. Andrea tende la mano verso il braccio di Marta incrociato all'altro sul suo busto, e la tocca per chiamarla, stringendo leggermente il braccio nudo della ragazzina nella sua mano. Inutile dire che Marta, persa nei suoi pensieri, viene presa alla sprovvista dal gesto e fa un salto dalla paura, allontanando la mano di Andrea con il braccio in segno di difesa. Momento di imbarazzo, Andrea fa subito per scusarsi ma allo stesso tempo Marta rispose subito:" No, scusami te! È che quando sono concentrata vado in un'altro mondo, e non mi accorgo di quello che succede attorno a me! Scusa per la reazione esagerata, volevi dirmi qualcosa? ". Marta non si era accorta che Andrea era il commesso e pensava che l'uomo, moro un po'brizzolato, barba curata e occhi azzurri, con una T-shirt che lascia intravedere un fisico muscoloso, dovesse chiederle qualcosa.A:" Scusa te, non volevo spaventarti, ma volevo sapere se posso esserti d'aiuto." Andrea in realtà era rimasto abbastanza impassibile di fronte alla reazione, e si rivolge a Marta con estrema educazione ed un'aplomb da uomo sofisticato, maturo e sicuro di sé. M:" Sì, in effetti so che sono qui immobile da un po', ma in realtà non credo che tu possa aiutarmi perché basta solo che io mi decida a prendere o no quell'ippopotamo oro, e non so cosa mi serva per convincermi." Andrea comincia a rivalutare la ragazzina, che forse non é così ragazzina come crede. Nota la sua gestualità morbida e consapevole, la voce é chiara e decisa, e l'articolo non é tipico da una ventenne che arreda la sua cameretta rosa. A:" Ah ok, capisco, questione di gusti. Ma dove devi mettere questo ippopotamo? " Marta si sorprende della domanda. Non sono così comuni i commessi che cercano sul serio di aiutarti e rimane piacevolmente colpita dal gesto di voler capire se può aiutarla davvero. Anche Marta rivaluta l'uomo, prima anonimo quarantenne, ora uomo maturo affascinante che sa fare il suo lavoro e che tiene alla soddisfazione dei clienti. Quanto poco basta per far andare le cose in una direzione piuttosto che in un'altra. A:"Allora, l'ippopotamo deve andare in uno scaffale di legno consumato, scuro, con struttura in ferro verniciato, opaco e con saldature a vista..." Già a questo punto Andrea si era fermato ad ascoltare la donna. Sì donna, non era una ragazza sprovveduta. Sapeva esattamente cosa voleva, conosceva i materiali con cui anche lui lavorava, i termini da usare parlando di estetica di un'oggetto d'arredo. Era affascinato dalla donna. "... ed essendo che è l'unico oggetto dorato non so se ci stia bene come penso." Marta nel frattempo aveva detto qualche dettaglio in più, ma Andrea aveva capito il problema e stava già pensando a qualche altro articolo più adatto. Marta fa per aprire la borsa e abbassa lo sguardo. Andrea la guarda da cima a fondo di nuovo. Non erano più sguardi discreti i suoi, ma non aveva ancora fatto nessun tipo di pensiero indiscreto, il suo obbiettivo era chiudere il negozio in tempo risolvendo il problema della donna. Marta con la coda dell'occhio vede la direzione dello sguardo di Andrea, e dentro di sè sorride, lusingata dall'attenzione che le stava dando. Prova un leggero compiacimento che, essendo una donna a cui piace essere guardata, non la lascia indifferente. Tira fuori il telefono con l'intento di far vedere una foto della stanza al commesso, per aiutarlo a capire la sua I decisione. Nello sfilarlo dalla borsa, forse per gli sguardi, forse per semplice disattenzione, fa cadere il telefono a terra. Andrea si sporge con uno scatto per prenderlo e così anche Marta, ma che lo fa però più velocemente. Accovacciandosi del tutto a terra, piegando le gambe lo afferra appena tocca il pavimento e si rialza con uno scatto velocissimo, come se volesse far finta che non fosse successo niente. Tira un sospiro di sollievo vedendo che il telefono é ancora tutto intero e sorride ad Andrea cominciando a dire :"Mani di burr...". Marta forse si era rialzata troppo velocemente e, avendo la pressione già bassissima, casca a terra come un pero per il calo di pressione. La pressione bassa, il fatto che non aveva neanche pranzato e forse un po di emozione, hanno creato il giusto cocktail che ha fatto svenire Marta tra le braccia di Andrea, che la prende al volo prima che sbattesse la testa a terra. Andrea rimane scioccato dall'accaduto e si preoccupa subito per la ragazza priva di sensi tra le sue braccia. In velocità la stende a terra e la prende in braccio mettendo un braccio dietro la schiena e uno dietro le ginocchia. La porta subito in ufficio dove sa di avere una bottiglia d'acqua per la giornata. Senza fare alcuna fatica, dato che è ben allenato, la appoggia a terra nel piccolo ufficio. Accompagna dolcemente la testa sul pavimento e appoggia la ragazza sulla schiena, tenendo con un braccio le gambe. Si alza e si porta al petto le lunghe e snelle gambe della ragazza per farla rinvenire. Praticamente Andrea é davanti a Marta, sdraiata a terra con le bambe dritte in alto che appoggiano sul bacino di Andrea, che é molto più alto di Marta. Passano circa dieci secondi così, nel silenzio totale, mentre Andrea pensa a cosa fare per far rinvenire la ragazza. Non si era mai trovato in una situazione del genere ed era molto preoccupato. Nel frattempo Marta comincia a rinvenire, ma ha ancora gli occhi chiusi e non si rende conto di dove e come é messa. Ha avuto un vero e proprio black-out, non si ricorda di essere in un negozio. Si sta immaginando di essere a letto, a casa sua, con suo marito, come tutte le sere. Comincia a percepire di avere le gambe sollevate e appoggiate su di qualcuno che le sta tenendo strette tra le sue mani grandi e forti, come quelle di suo marito. Una delle sere precedenti si era svegliata nel cuore della notte, stranamente piena di voglia. Aveva cercato con la mano il marito che stava beatamente dormendo, perchè voleva svegliarlo con una bella sorpresa. Aveva cominciato a toccarsi con la mano destra e con la sinistra cercava suo marito che dormiva sempre senza boxer. Una volta trovato quello che voleva aveva cominciato a far godere suo marito, che nel giro di pochi secondi si era svegliato. Capita la situazione, nel giro di pochi altri secondi era pronto a soddisfare a dovere la moglie. Stesa lì a terra, come un lampo Marta si era ricordata di questa sera e in quel momento era convinta che il marito stesse contraccambiamo la sorpresa, nel loro letto. In un gesto spontaneo e completamente disinibita quindi Marta, senza aprire gli occhi porta entrambe le mani molto lentamente e dolcemente sul petto, per poi passarle sensualmente sul seno, poi sulla pancia, verso il bacino. Andrea spalanca gli occhi e non sa se essere contento perché la ragazza si stava riprendendo, o se essere perplesso dai movimenti indiscreti della ragazza. In quel momento le gambe di Marta si aprono di fronte a lui spostando con loro le sue mani e mettendo Andrea in una prospettiva piuttosto intrigante. Impossibile non guardare lì e non fare il pensiero che qualsiasi uomo farebbe. Impossibile rimanere impassibili di fronte ai movimenti sinuosi e sensuali della ragazza che aveva ancora gli occhi chiusi e cominciava ad abbozzare un sorriso su un'angolo della bocca. A quel punto Marta apre dolcemente gli occhi in uno sguardo seduttivo diretto a suo marito, ma incontra direttamente gli occhi di Andrea, spalancati e increduli. Gelo totale. Marta chiude subito le gambe e si sposta seduta a terra trascinandosi lontano da Andrea verso la scrivania. Andrea si gira immediatamente come se non avesse visto nulla o forse per non imbarazzare ancora di più la ragazza. Marta si nasconde la bocca con le mani e abbassa la testa ridendo. M:"ODDIO SCUSAMI! Non so cosa sia successo ma ero convinta di essere a letto con mio marito!" In quel momento Marta sorride perché si ricorda dov' era e cosa stava facendo, e si stava ora simpaticamente preoccupando di cosa avesse pensato il commesso. Tra sè e sè Marta pensava: "penserà che l'ho fatto apposta", "penserà che sono una poco di buono che voleva solo scopare con un bell'uomo".A quel punto Andrea, ancora in piedi stupito dalla scena, avrebbe dovuto dire che non era successo niente, che era tutto a posto e avrebbero fatto una grassa risata riparatrice sorvolando su quello che era successo. Ma Marta lo anticipa. Non si fa sfuggire un'occasione del genere. Era l'occasione perfetta per giocare un po' con le sue armi preferite. Se può suscitare del desiderio in un'uomo lo fa. E lo avrebbe fatto, solo per il gusto di vedere una scintilla di passione negli occhi di quell'uomo, di provare un brivido di trasgressione, di non essere la mogliettina carina per un secondo. M:"So che adesso stai pensando che io l'abbia fatto a posta per poterti molestare," -ridendo-" ma ti assicuro che se avessi voluto farlo non avrei usato una scusa così stupida, sfruttando la mia debolezza come arma vincente.". Marta mentre diceva questo al commesso, si stava rialzando lentamente, recuperando tutto il suo aplomb, si era sistemata I capelli dietro le spalle con un gesto leggermente sensuale, e non mostrava alcun segno di imbarazzo o timore di essere giudicata male. Sapeva cosa stava dicendo e perché lo stava dicendo. E aveva colpito il segno. Andrea guarda la ragazza curioso e stupito dalla battuta, sorridendole un po' ammiccante. La ragazzina si mostrava sempre meno ragazzina e sempre più interessante. Andrea non era sposato, né impegnato. L'idea di stare da solo lì con lei ancora un po' cominciava a nascere nel suo cervello, e la fantasia comincia a scorrere. Aveva capito che la ragazza non era per niente sprovveduta e che forse qualcosa sarebbe potuto succedere. Voleva tenere testa a quella battuta maliziosa, senza però risultare troppo invasivo e volgare. A:" Beh, per quanto la ragazza sia attraente, io non mi sarei mai permesso di approfittare di lei mentre é in difficoltà. Non sono mica così disperato. " M:"Immagino che tu non abbia bisogno di approfittare di una cliente in quel modo, vengono da sole senza finti svenimenti." Il botta e risposta si faceva intrigante, ma entrambi rimanevano ai loro posti e mantenevano un tono scherzoso, per stemperare l'elettricità di prima.A:" Qui con le clienti non é mai successo qualcosa, e chissà se succederà mai, non sempre il negozio é così vuoto.". A questo punto l'atmosfera era pronta per diventare più calda. C'erano tutti i presupposti per andare oltre. Complicità, attrazione reciproca, opportunità.Ma da adulti quali erano, le battute scherzoso rimangono tali, ed entrambi escono tranquillamente dall'ufficio, sorridendo dell'accaduto. A:"Aspetta! Ti prendo un po' d' acqua, sei appena svenuta, é meglio che ti siedi un'attimo e bevi un po'." Andrea, con la sua matura gentilezza, ferma Marta che lo precedeva fuori dall'ufficio mettendo una mano sul suo fianco per attirare l'attenzione. Qualsiasi contatto ci fosse stato da quel momento un poi non era così innocente. Marta lo ha percepito e girandosi ha sorriso ad Andrea ringraziandolo. Andrea ritorna dall'ufficio con in una mano la bottiglia d'acqua e nell'altra la sedia. Marta poteva vedere le braccia muscolose di Andrea in tutto il loro splendore e immaginava maliziosamente a come avrebbero potuto soddisfarla bene.Andrea appoggia la sedie e porge l'acqua a Marta.Andrea la guarda ora con occhi più maliziosi. È incredibile come l'atmosfera sia cambiata così velocemente e ne era piacevolmente stupito. C'era affinità mentale e fisica tra i due sconosciuti.
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Любовные романыPotrebbe succedere a chiunque quello che successe a Marta quella sera, ma in pochi riuscirebbero a raccontarlo, soprattutto se si tratta di tradimento. Breve storia di come un normale negozio possa diventare location di serate infuocate tra sconosci...