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Quella sera di giugno Thalika Pint era seduta sul suo letto, nella sua camera, ad attendere che suo fratello e i suoi genitori facessero ritorno a casa. 
Stava leggendo un libro che aveva preso dalla libreria del fratello: leggevano spesso gli stessi racconti e di rado avevano opinioni troppo contrastanti. Erano molto uniti, quei due.
Thalika sentì la porta di casa aprirsi e scivolò silenziosamente giù dal letto per controllare chi fosse arrivato, percorse il corridoio in completo silenzio e scese le scale con passi felpati simili a quelli dei gatti: era molto brava a non farsi sentire, questo le andava riconosciuto.

La sua casa era un'abitazione indipendente troppo grande per definirsi appartamento, ma troppo piccola per definirsi villa; era su due piani uniti da una breve rampa di scale. Al piano terra si trovavano la cucina e il soggiorno posti uno di fronte all'altro e separati da un corridoio. Seguendo il quale si potevano raggiungere due camere da letto: quella dei genitori di Thalika e quella degli ospiti, che rimaneva sempre chiusa perché di ospiti ne avevano raramente. La stanza degli ospiti era sotto alle scale, ma non per questo era meno confortevole o  spaziosa delle altre, l'unica differenza era il soffitto spiovente.
Salite le scale, ci si trovava davanti ad un corridoio. Le stanze di Thalika e del fratello si trovavano in corrispondenza del salotto e della cucina; mentre il bagno era accanto alla stanza di Thalika.

«Oh, ciao Justin!» disse la ragazza salutando il fratello, rilassando i nervi.
«Ciao Thal, come va? Cosa leggi?» le domandò lui tranquillamente levandosi le scarpe all'ingresso com'era loro abitudine e indicando il libro stretto fra le mani della sorellina: lui era più grande di lei di ben sette anni, ma questo non bastava a separarli. Justin era un ragazzo alto, i suoi capelli erano corti e nocciola, i suoi occhi castani. Non aveva le lentiggini, o per meglio dire, gli spuntavano solo d'estate, quando stava al sole per molto tempo.
«"Il Regno dei Draghi"», rispose lei mostrandogli la copertina e spostandosi un ciuffetto di capelli fuggito allo chignon: aveva i capelli così lunghi che d'estate era sempre costretta a legarli per non soffrire il caldo. 
«Non era il libro che odiavi di più da piccola?» le domandò lui ridacchiando al ricordo della sorellina che cercava di capire quelle pagine come faceva lui. Andò in cucina accendendo la luce. Lei scese anche gli ultimi gradini e lo raggiunse posando il libro sul tavolo senza tenere il segno: conosceva molto bene ogni libro in quella casa e per lei non era più un problema orientarsi tra le pagine.
«Mamma e papà?» le chiese Justin curioso di sapere se avrebbero fatto ritorno prima di cena.
«La mamma è nel Sud, dalla nonna, per un Consiglio, papà è con lei. Non penso che finiranno presto», rispose Thalika sistemando la tovaglia sul tavolo e spostando il libro su una mensola, accanto a dei manuali di ricette.
«Va bene. Ti va se prepariamo qualcosa noi? O ci sono ancora degli avanzi?» domandò Justin mettendosi ai fornelli; era sicuramente più bravo di Thalika a cucinare. Lei, nel frattempo, si occupò di apparecchiare la tavola mettendo tovaglia, bicchieri, posate e tovaglioli. 
«Va bene, non credo che ci siano ancora degli avanzi», rispose lei. Si avvicinò al fratello per prendere i piatti dalla credenza e per scherzare gli diede una spinta facendogli perdere l'equilibrio, rischiando anche che si bruciasse con la padella calda. Lui però, invece di arrabbiarsi, rispose allo scherzo ricambiando la spinta con un fianco e prendendo i piatti per poi spostarli troppo in alto per Thalika, che era alta poco meno di un metro e sessanta.
«Justin, puoi passarmi i piatti, per favore? Non ci arrivo», gli chiese cercando di apparire carina, con un sorriso finto in viso, dopo diversi tentativi fatti nella vana speranza di raggiungerli.
Lui allora ridacchiò e glieli diede per poi tornare a concentrarsi sul cibo e quando fu pronto lo mise in tavola. Entrambi si sedettero a mangiare, dapprima in silenzio e poi chiacchierando di come fossero andate le loro giornate e delle loro ipotesi riguardanti le prossime decisioni del Consiglio.
Quei giorni, infatti, erano caratterizzati da un bel trambusto causato da alcuni Ribelli che, seguendo i Cacciatori verso sud, erano entrati nel Cardinale.
«Qualsiasi cosa succederà, spero che non porti a una guerra», esordì Justin, preoccupato, sciacquandosi la bocca con un sorso d'acqua.
Thalika annuì mostrandosi d'accordo, anche se con la testa era da tutt'altra parte: se ci fosse stata una guerra, lei non aveva idea di cosa avrebbe dovuto fare.

The Kingdom of the Dragons Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora