Questa volta, a differenza delle altre, vide una bambina. Essa era magra con i capelli corti, che la rendevano simile ad un piccolo folletto, rovinato però dalle lacrime che scorrevano e dalle stridule urla che uscivano dalla sua bocca. Il suo incubo, lo aveva sempre vissuto in terza persona, cosa che peggiorava le cose con il fatto che in questo modo non potesse fare nulla per salvare i propri genitori.
Si svegliò di scatto e notò che uno spiraglio di luce, stava entrando nella stanza che fino ad ora era stata buia e piena di incubi. Guardò la sveglia, notando di essersi stranamente svegliata molto più presto delle altre mattine. Si stiracchiò meravigliandosi dell'improvviso scrocchio della sua schiena.. Al quanto pare, anche per le sue ossa non era stata una bella notte.Arrivò a scuola, dopo aver fatto una minima colazione e si diresse verso il suo armadietto, il quale, notò non trovarsi più vicino a quello dell'odioso Brandy Cooper ma ad un certo "Justin Meeder.." disse sottovoce, incuriosita del fatto di non aver mai sentito quel nome fino ad allora, seppure lei conoscesse i nomi di tutti. Giá, lei conosceva tutti, ma nessuno conosceva lei.
Senza perdere altro tempo, prese le sue cose ed entrò in classe, sedendosi da sola, come sempre.Stava cominciando ad avviarsi alla sua fermata dell'autobus e una volta arrivata a destinazione, si sedette su una panchina che vi stava vicina, aprì lo zaino e cominciò a leggere il suo libro preferito: I'm lost. Ormai, era la settima volta che si ritrovava a sfogliare quelle pagine, eppure non si stancava mai. Era la storia di una ragazza, con una storia molto simile alla sua, che però, incontra poi "il suo principe azzurro" che la salva da quella triste vita. Jasmine, non aveva mai creduto in un principe azzurro, o almeno non aveva mai creduto che ne esistesse uno concreto e forse, anche questo la rendeva particolarmente triste.
L'autobus arrivò a breve e fu costretta a interrompersi, nonostante fosse arrivata al punto 'clou' della storia.
Passò il biglietto e si aggrappò subito al paletto rosso rischiando di cadere. Subito dopo, però, notò che un ragazzo, anche lui aggrappato e più lontano da lei,la stava fissando. Abbassò lo sguardo, imbarazzata e si voltò osservandolo con la coda dell'occhio, per controllare che avesse smesso di guardarla, oltre i suoi capelli corvini. Ma lui la stava ancora fissando e sentì il sangue colorarle le guance. Nessuno, per di più un ragazzo e per di più carino (all'apparenza) si era mai soffermato a guardarla a lungo ed oltre a questo lo vide anche sorridere. Poi, cosa che capitava forse troppo spesso, fece la mancata figura di merda della giornata: presa dall'emozione e da quei pensieri, cominciò ad allentare la presa dal paletto rosso, cadendo di conseguenza, quando l'autobus frenò di scatto. Mentre, però, pensava di stare per sbattere la testa sul pavimento, sentì due braccia afferrarla di scatto. Si girò sorpresa, compiaciuta da quel gesto ma anche curiosa di chi potesse essere il suo "salvatore" e si ritrovò davanti quello che a lei sembrò un angelo. Un angelo che magari l'avrebbe salvata da quella vita. Un angelo che magari, sarebbe diventato il suo angelo custode.CONTINUO A 5 STELLE E 2 COMMENTI ❤
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RomanceUna ragazza che ha perso tutto. Ora ha una vita vuota, senza uno scopo. Ha perso ogni speranza di riuscire a farsi qualche amico, un fidanzato, perchè ha paura del momento in cui anche loro le diranno "addio", così come hanno fatto i suoi genitori e...