Parte II - Il Ragazzo e il Demone

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«Dovresti essere più gentile con le ragazze, Baku-bro. La senpai del terzo anno è corsa via in lacrime quando l'hai presa in giro».

Katsuki sbuffò e prese un sorso del suo succo alla fragola. La pioggia cadeva inesorabile, tamburellava sulla tettoia che collegava la scuola alla palestra di pallavolo, badminton e infine basket.

Eijiro sospirò ed addentò il suo melonpan. Anche i suoi occhi scarlatti puntavano a quella miriade di aghi trasparenti che svanivano nel terreno. Mancavano solo dieci minuti prima del consueto allenamento di pallavolo e si sentiva bello carico.

«Ha insistito così tanto e mi ha rotto il cazzo» rispose Katsuki. «Non mi interessano quelle stronzate da innamorati!».

«Baku-bro!» Eijiro gli mollò un piccolo pugno sulla spalla sotto la camicia bianca. «Sei davvero senza cuore! Avresti potuto rifiutare gentilmente! Lei aveva pur sempre due anni in più rispetto a noi due».

Il biondo sogghignò. Eijiro invece scosse il capo.

«Se continui così verrai maledetto da un demone e la tua anima si corromperà definitivamente».

Katsuki sbatté le palpebre, guardandolo con un'espressione acida.

«Credi ancora a queste cazzate?» disse sprezzante.

«Sì! Mia nonna mi ha spesso raccontato di persone che con la loro aura negativa hanno attirato demoni per poi fare una gran brutta fine!» spiegò sicuro il rosso crinito. «Quindi, per favore, puoi comportarti in modo più gentile d'ora in poi? E non parlo solo delle ragazze ma con ogni cosa! Io sono tuo amico e posso non darci peso ma in classe sei il mostro di turno».

«Ah? Io?! Mostro?!» e Katsuki lo afferrò per il bavero della camicia. «Se proprio ti rompe il cazzo avere a che fare con me allora vattene a fanculo e lasciatemi tutti in pace! Il mondo già fa schifo! Se ho le palle per affrontarlo? A chi devo dar conto? A te? Ai professori? Ai miei genitori?!» Eijiro provò a parlare ma l'altro riprese: «A un cazzo di nessuno! Se in questo momento apparisse un demone lo metterei nel sacco, cazzo!».

Colto da un eccesso di rabbia, il biondo accartocciò il brick del suo succo e lo scagliò verso il tronco di un albero secolare nello spazio erboso dinanzi a loro due. Fulminò Eijiro con un'occhiataccia di collera e marciò a testa bassa e mani in tasca verso la palestra.

Il rosso di quindici anni, primo anno del Liceo U.A. sospirò pesantemente. Voleva davvero bene al suo migliore amico, lo conosceva dall'asilo ma negli ultimi anni il suo ego era cresciuto a dismisura e con esso anche una quantità inimmaginabile di cattive azioni.

Gattini, anziani, bambini, amici, famiglia... Katsuki non dava una mano a nessuno, si beffava e rideva delle sofferenze altrui.

Ed Eijiro ne aveva francamente abbastanza.

Infilò in bocca il resto del melonpan. Fece per dirigersi verso la palestra quando un luccichio verde proveniente dall'albero catturò la sua attenzione. Osservò per una manciata di minuti, i suoi occhi parvero brillare di una luminescenza rossastra che durò un battito di palpebre ma poi scosse il capo. Forse si era semplicemente sbagliato.


Dove sei, mio Cavaliere...?



Katsuki sbatté rumorosamente la porta della sua cameretta. La finestra sopra la scrivania vibrò e alcuni fogli caddero sul pavimento ricoperto di moquette azzurrina. Perché era così furioso? Perché a causa di quelle deboli comparse l'allenamento era andato malissimo e il Coach l'aveva costretto a sedersi in panchina perché considerato un Dispotico Re del Campo.

Dēmongōsuto - A BakuDeku Special Halloween Story!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora