prologo

40 5 27
                                    

[parole:1123]

27 luglio 2010
K's pov

"Finalmente siamo arrivate!" dissi a W arrivando alla fine della coda che si era creata davanti alle porte della discoteca suicide circus.

"Almeno i mezzi non erano arrivati mezz'ora dopo" replicò facendo una retorica alle nostre città in Italia.
"Però è davvero un bel posticino devo dire"

"Nulla batte la tua bellezza" dissi appoggiando la mano sulla sua spalla nonostante lei fosse alta 170cm e io un metro e un tappo.
Quel giorno era particolarmente bella. Si era truccata facendo degli smokey eyes in entrambi gli occhi, rigorosamente nero, accompagnato da una riga di eyeliner bianco, e infine un rossetto scuro che la rendeva ancora più sexy. Aveva indosso degli stivali che andavano sopra il ginocchio, una minigonna, un top con sopra un'altro top che sembrava fatto con delle calze a rete, la quale copriva solo le maniche e il collo, un corsetto e un tailleur. Il tutto era nero apparte il top sotto la quale era rosso.
Si era fatta i boccoli quel giorno, la quale risaltavano ancora di più il suo biondo cenere.
Dopo un'oretta riuscimmo ad entrare nel locale e la musica techno mi entrò immediatamente nelle orecchie. Non andavo spesso in discoteca o posti così affollati ma riuscivo a divertirmi lo stesso.

"Che bona la barista" mi disse W.

"Non lasciarmi sola". Neanche finire la frase che già stava flirtando con la barista. Anche quest'ultima era molto bella, aveva i capelli neri con l'interno biondo e la frangia a tendine. Aveva le sopracciglia decolorate, gli occhi verdi e le lentiggini. W aveva un debole per le ragazze con le lentiggini.
Dopo qualche minuto W decise di pensarmi e prendermi uno shottino tanto per.
Le luci della discoteca erano sul rosso e il viola e a malapena vedevo il pavimento, ma decisi di infilarmi leggermente fra la folla lasciandomi andare dalla musica che stava entrando nella mia testa dal primo secondo che entrai nell'edificio.
Stavano suonando la canzone "Somebody to love", canzone che stranamente conoscevo, e si avvicinò una ragazza. Ella aveva dei capelli molto particolari. Erano color pece e rasati nella tempia sinistra. Manteneva la riga a sinistra con un ciuffo che fra poco le copriva l'occhio e tutti gli altri capelli che le arrivavano sotto le spalle.

"La senti questa canzone?" mi urlò. Annuii.
"Non credi che ci descriva?" mi disse mettendo le sue mani sui miei fianchi ballando nel mentre.

"Che stai facendo?"

"Come ti chiami?" ignorò la mia domanda.

"K". Mi sorrise e mi mise una mano nei capelli arrivando alla nuca e con l'altra scese fino ad arrivare alla parte del pantalone che mi copriva a malapena il culo, essendo a vita bassa, avvicinandosi sempre di più. Cercavo di ricambiare mettendole una mano sul fianco e l'altra sul braccio dove poggiato la sua mano nella mia nuca dall'esterno.

"J" disse lei avvicinandosi sempre di più e appoggiando le sue labbra sul mio petto.

"Eh? Ti chiami J?". Alzò la testa e mi guardò senza dire niente. Il suo sguardo passava dai miei occhi alle mie labbra in continuazione. Si avvicinava sempre di più al mio volto fino a sfiorarci il naso a vicenda. Mi prese entrambe le mani e mi portò all'entrata dei bagni.
"Qualcuno ci ha sboccato in sti cessi" dissi ridacchiando.

"Volgare la ragazza" ghignò intanto che iniziò a togliermi il chiodo che avevo addosso e il top che fungeva da reggiseno. Le tolsi la maglietta semitrasparente che aveva e iniziai a toglierle i cerotti per coprire i capezzoli.

"Dimmi se faccio male" dissi e immediatamente tolsi i primi due cerotti senza lamentele dall'altra e proseguii a togliere anche gli altri rimanenti.
Iniziai a baciarla dalla bocca fino ad arrivare al seno intanto che mi spingeva sempre di più al muro lercio dietro di me. Eravamo pur sempre dentro un bagno di una discoteca.
Nel mentre mi accarezzava i capelli e la schiena sorridendo per la soddisfazione.

"Prima volta?"

"Cosa?" chiesi confusa intanto che la baciavo sul collo.

"La prima volta con una ragazza". Annuii e mi fermai per vederla in faccia.

"Niente male" mi sbattè ancora di più al muro facendomi girare dall'altra parte.
"Non ancora" mi disse intanto che stavo per togliermi i pantaloni stringendomi il sedere. Mi alzò le braccia sopra la mia testa e scese lentamente aprendo leggermente le gambe e andando sempre più vicina. Percepivo che aveva appoggiato la sua testa alla mia schiena e riuscivo persino a sentire i suoi respiri e ogni volta che deglutiva quando si eccitava al tocco della mia pelle. Appoggiò le sue labbra sulla parte della spalla in cui si poteva ancora appoggiare la testa data la mia posizione. Muoveva le sue mani su tutta la parte superiore del mio corpo andando a volte anche più sotto. Afferrò con delicatezza lo slip che avevo ancora indosso e lo allargò un po' in modo tale di farci entrare una sua mano. Con essa si mosse lentamente accarezzando il mio ventre. In questo gesto arrivai al livello di eccitazione che gemitai.
"Quanto mi ecciti" disse andando ancora più giù e stringendomi di più al suo corpo. L'insieme di questi gesti mi faceva gemitare ancora di più e lei, notando la nostra eccitazione, continuava ancora aumentando pian piano l'aggressività con cui lo faceva e stringendo con l'altra mano il mio seno. Dopo qualche minuto si spostò interamente sul mio seno facendomi nuovamente girare e abbassare le braccia. Prima che potesse ricominciare la baciai direttanente sulle labbra infilando la lingua che successivamente, J, ricambiò intanto che passava le sue mani dal mio seno al mio viso. Appena ci staccammo abbiamo preso un po' di aria e ci guardammo intensamente senza muoverci, fino a quando non abbiamo sentito qualcuno bussare alla porta.

"Occupato? Devo pisciare!" disse in modo furioso una voce femminile continuando a bussare alla porta in modo violento.
Io e J ci affrettammo a vestirci prima che quella persona spaccasse la porta. J aveva difficoltà nell'attaccare i cerotti perciò l'aiutai e finalmente riuscimmo ad uscire dal bagno.
Mi diressi immediatamente da W che stava parlando ancora con la barista.

"Stai rimorchiando?" mi rivolsi a W con un sorrisetto stampato in faccia.

"Tu ancora di più" mi disse indicando il mio collo con un segno rosso dovuto a un succhiotto.

"Questo è il minimo, noi potremmo fare molto di più" disse la barista rivolgendosi a W che le rispose con un sorrisetto malizioso.
Mi girai per vedere se J mi aveva seguita ma non c'era più.

"Dov'è il complice?" mi chiese W.

"Non ne ho idea"

"Allora noi due torniamo a casa, che ne dici?" mi propose W dandomi una pacca sulla spalla e per rispondere mi limitai ad annuire. W salutò la barista e ci dirigemmo verso casa.

suicide circus - sciajuccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora