-Bronx, casa Viper-Era una notte fredda di gennaio nel quartiere del bronx, una giovane ragazzina stava dormendo beatamente nel suo letto quando un rumore acuto la fece svegliare. Si rese conto che il rumore provenne dal piano inferiore di casa sua, guardò l'orario e si sorprese nel leggere che fossero le quattro del mattino, ancora stordita e un po' impaurita scostò le coperte dal corpo, facendo meno rumore possibile scese dal letto ed uscì dalla sua camera.
Si guardava intorno spaesata, ad accarezzarle le curve del corpo c'era solo la luce della luna che filtrava leggera dalla finestra del corridoio. Nella piccola stanza non volava nemmeno una mosca e la giovane notò che tutte le camere fossero aperte ma con all'interno nessuno dei proprietari ad ospitarle.
Prendendo coraggio si avvicinò sempre di più alla rampa delle scale con l'intenzione di scendere giù e capire cosa stesse succedendo, ma un urlo agghiacciante la fece fermare immediatamente col cuore che scalpitava nel petto come se volesse uscire fuori e scappare lontano. Difatti il secondo pensiero che dominava la mente della ragazza era quello di scappare, ma il bene che provava per la sua famiglia non gli permetteva di fare un simile gesto.
Facendo un respiro profondo, raccolse tutto il coraggio che aveva in corpo e incominciò a scendere quelle scale che sembravano più ripide del solito. Il legno cigolava ma questo non la fermò, ogni gradino un po' di coraggio e sicurezza di insinuava dentro a quel corpo minuto.
Si ritrovò così davanti all'arco che collegava il salotto al pianerottolo, la luce accesa le permetteva di vedere quello che stava succedendo. Il senso di nausea le rivoltò le viscere e ci volle molto per non rimettere la cena. Il fratello era legato da testa a piedi con delle corde ed una macchia di sangue gli contornava l'addome, gli occhi chiusi e il viso pallido la fecero preoccupare, ma subito dopo si rese conto che respirava.
«Sei una lurida puttana!» sentì una voce maschile urlare, facendola risvegliare dal suo stato di trans momentaneo. L'uomo con un coltellino sfogò la sua rabbia sul collo della moglie e litri di sangue gli schizzarono in faccia, lui rise.
Rise come un vero psicopatico.
La madre gli stava morendo davanti agli occhi e lei non poteva fare niente, neanche cercare di salvarla perché con un taglio simile alla carotide in giro di pochi secondi si sarebbe spenta«Oh tesoro ti unisci anche tu?» l'uomo si avvicinò alla ragazza con uno sguardo da psicopatico. «P-Papa?» a quel punto non c'è la fece più è cadde sulle ginocchia rimettendo tutta quello che aveva nello stomaco, si sentiva priva di forze ma voleva credere che fosse tutto un incubo, un brutale e crudele scenario creato dalla sua mente..
«è solo frutto della mia immaginazione, malsana immaginazione... Ora ti risveglierai e sarà tutto normale, tutto come sempre
Alzò la testa lentamente e guardo con disgusto l'uomo davanti a se. Il ghigno malato stampato in faccia, quest'ultima piena di sangue come i vestiti e le mani, tutto questo non era un sogno e lei ne prese coscienza in quel momento.Lacrime amare scendevano copiose sul viso della ragazza, forti singhiozzi le bloccavano la gola, voleva urlare ma non riusciva, come se qualcuno le stesse premendo tanto forte la gola da non farla respirare.
«Perché piangi figliola? Non ti piace lo spettacolo che ho creato?» la povera Iris indietreggiò sul pavimento spaventata da quell'essere che doveva solo rappresentare un forma genitoriale, ma che ha fallito miseramente nel suo ruolo.
«Lasciala stare!» Spostò lo sguardo dietro le spalle dell'uomo e trovò la sorella minore con il pigiama strappato e segni di lotta sul corpo. Il viso era rigato dalle lacrime e gli occhi erano spalancati, sconvolti.Ritornò a guardare Robert mentre lui era preso a urlare dietro Juliet, così alzando la gamba più forte che il suo corpo gli concesse lo beccò proprio nei genitali. Preso alla sprovvista si accasciò in ginocchio tenendosi il punto colpito.«Maledetta puttana!» urlò contro sua figlia maggiore, lei non perse tempo a correre dalla sorella.
«Vai da loro, io me la cavo!» Juliet la spinse verso il divano, così lei si diresse dal fratello.
Iniziò a slegare la corda urlando il suo nome cercando di farlo svegliare, lui di fatti si svegliò e disorientato non parlo non fece niente, si guardava confuso intorno come se non ricordasse quello che fosse appena successo. Purtroppo Iris non fece in tempo a slegare il nodo che si sentì tirare dalle gambe.
Robert la scaravento con irruenza contro il mobile del salotto, così tanto violento lo scontro che gli oggetti riposti sopra caddero e si ruppero in mille pezzi.«questo è quello che meritavate.» senza preavviso iniziò a prendere a calci il corpo di Iris già dolorante per la botta presa poco prima. Colpì quello che trovava con una furia irrazionale, non una nota di pentimento o di sofferenza si celava in quel viso pieno di rughe.
Solo follia, follia pura..«sai perché ti sto punendo mia bella iris?» si fermo e la prese dal colletto del pigiama alzandola fino a portarla a pochi centimetri dal suo viso. Iris scosse la testa con tanta, troppa energia che le fece venire un crampo al collo. «tu non sei mia figlia, come non lo sono tuo fratello e tua sorella.» la confusione alloggia nel viso tumefatto della ragazza.
Dopo questa sua confessione inizia a dire frasi senza senso, così Iris ne approfittò e scappò verso il fratello per finire di slegarlo.«Adesso mi hai proprio rotto il cazzo!» prendendola di peso la butta per terra ed inizia a svestirla, le blocca le braccia ma Iris non demorde, scalcia e urla. Lui dopo averle tolto le mutandine si incomincia a slacciare la cintura dei jeans sgualciti, ma la giovane dopo avergli tirato una testata in pieno viso riesce a liberare un braccio dalla stretta ferrea di Robert. Toccando a casaccio sul pavimento recupera un vetro da terra e glielo scaglia tra la clavicola e la spalla.
Lui senza fiato cade per terra con la bocca spalancata, presa da una rabbia cieca incominciò a colpirlo a casaccio, gli occhi iniettati di sangue pieni di rancore e rabbia.
Però poco prima che lei gli sferri il colpo decisivo delle mani la prendono dalle ascelle e la portano lontano da quel disastro. Lei scalcia e urla di voler ammazzare la bestia stesa nel salotto, ma l'uomo che la trascina via non demorde e la fa sedere su una sedia in cucina.Lei a quel punto lo guarda da testa a piedi e si rende conto di chi si ritrova davanti ai suoi occhi, incredula lo guarda e quello che gli viene comunicato la lascia senza fiato.
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𝘜𝘯𝘢 𝘧𝘢𝘷𝘰𝘭𝘢 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘰𝘳𝘵𝘢..
AkcjaIris viper sogna fin da quando era bambina aprirsi uno studio legale tutto suo, diventare avvocato e aiutare chi più lo merita. Quando riuscirà ad entrare in una degli studi legali più importante di NY con uno dei capi più arroganti che potesse aver...