Partiamo dal presupposto: gli esperti in grammatica siete voi non io. L'essere umano: un essere cosi semplice nel fare, abituale, monotono, ripetitivo eppure così complesso nella mente e nel suo io. Dovrebbe essere semplice studiare gli uomini, sono ripetitivi, fanno e rifanno la stessa cosa tutti i giorni o almeno quelli "ordinari" fanno così. Molti sono felici di quello che hanno, altri non si bastano, altri non fanno niente, altri si vogliono realizzare, ma tutti sono accomunati da un fattore comune: i sentimenti. Si, i sentimenti, i sentimenti modellano l'uomo e i suoi modi di fare, per non parlare dell'umore e del carattere. Ci lasciamo influenzare da ciò che ci capita attorno e lo facciamo diventare la scusante delle nostre azioni, il motivo del nostro essere, il motivo delle molteplici maschere che un individuo può assumere nella vita. L'uomo è nato per soffrire, da quando è presente sulla terra soffre e fa soffrire i suoi simili, lo stesso Einstein ci paragona a dei ratti in senso dispregiativo, i ratti non costruirebbero mai una super trappola per uccidersi a vicenda, l'uomo è cosi stupido da aver creato la bomba atomica, fa guerre, punisce e improgiona suoi simili. Non è la diversità culturale o la religione a dividerci, bhe oddio, la religione fa il suo ruolo, ma il motivo più rilevante è l'ignoranza, la stupidità di alcuni uomini, che insultano o colpiscono giusto per sembrare forti, per dominare, tanto può essere un amico stronzo che ti insulta, tanto un soldato che prende in testa un altro uomo e si sporca di sangue. Io non vi parlerò dei soldati perché non sono un esperto di guerra perché non ne ho mai vissuta una che studiata abbastanza per trattarne, ma vi parlerò dell'animo umano. Prima si accenna a un amico stronzo che ti insulta, quanti ne abbiamo almeno uno e quanti non hanno voluto almeno una volta spaccargli la faccia e portarlo striscante stile trofeo come fece Achille con Ettore, vi chiedete cosa ci ferma? Non lo so, l'autocontrollo forse, oppure il galateo, o anche gli insegnamenti dei nostri, fatto sta che cominciamo a vivere un sentimento contrastante che si divide in due: il malmenarlo per l'insulto che provoca rabbia intensa e omicidio o, semplicemente, il riderci sopra insultandolo viceversa. La seconda sembra la scelta più convenzionale per la società in cui ci si trova, quella semplice ed efficace che permette di uscirne da signori, ma quanti almeno una volta non hanno lasciato che sia la bestia in loro a dominare? Si quanti al galateo hanno preferito un pugno, la lotta, l'istinto di sopravvivenza governato dalla rabbia che ci trasforma in bestie? Bhe io prediligo questa parte ma ho fatto sempre la seconda, stupidità forse? No, è proprio così, la bestia in me aspetta il momento giusto con cui potrà vendicarsi e sarà sazia da quello che prende, infondo mi dispiace per chi sarà la vittima, tanto una persona importante come la fidanzata o un amico, tanto un estraneo, dovrà subire l'ira della bestia più nera, la bestia che è in me. Dentro di me ho un lato che cade a pezzi, che nessuno vede o capisce, il lato della mia rabbia che mista a paura ha creato quest'essere che nessuno vuole, che mette paura solo a guardarlo o sentirlo nominare.

La bestia in me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora