Dopo un po però si cerca una pace, un quieto vivere, un qualcosa o un qualcuno che possa calmarci e darci la pace tanto agoniata, una dolce rassegnazione alla supremazia della bestia nostra. Alcol, droghe, scopate,amici, sono valide alternative: insieme sono un cocktail perfetto ma con una sbornia troppo dura da smaltire. Cerchiamo di allontanare i problemi, la bestia la vogliamo legare, vogliamo controllarla e prenderne il controllo ma quando meno ce lo aspettiamo cominciamo a usarla, e piano piano diventiamo essa, si avete capito, diventiamo il mostro che volevamo evitare, il mostro che odiavamo diventa parte intrinseca di noi. Non capite male però, potrebbe sembrare una cosa sbagliata ma non è cosi: la bestia ci aiuta, la si può addomesticare, provare a farla diventare il nostro cane da guardia che appena appena avverte il pericolo esce e abbaia e attacca tutti gli aggressori. Quando si riesce a farla diventare parte di noi il gioco è fatto, inutile proseguire, si forma l'essere perfetto che diceva Catullo e quindi altro che sfera o donna, la parte mancante siamo noi stessi, il nostro lato che cade a pezzi, quel lato noi dovremmo aggiustare da soli, senza l'ausilio di nessuno, solo cosi potremmo dire 'sono perfetto' o 'sono felice con me stesso'. L'uomo non è fatto per stare da solo ma solo passa la maggior parte della vita, anche quando è in mezzo alla gente avverte un senso di smarrimento che non può colmare con nessuno, quel senso di smarrimento è la parte mancante che non c'è, la parte di noi che soffre e che vuole essere ascoltata ma che, nel frattempo, nell'attesa che sia presa in considerazione, diventa la bestia di cui abbiamo trattato, questa "bestia" in realtà è fragile, insignificante, inutile e sola, fa la grossa e l'arrabbiata solo per proteggersi e proteggerci, essa è la parte più fragile di noi, la parte più piccola, più insucura, ma allo stesso tempo la più forte e per questo ci sembra la parte peggiore di noi, quando poi invece è quella migliore, quella trascurata che nessuno ama, che ha solo bisogno di essere abbracciata e integrata al restante del nostro essere. Possiamo, azzardatamente, paragonarla a un "io" di Freud ma non tocco mostri sacri, la bestia è la bestia, non è simile a qualcosa, è simile a noi stessi, noi siamo la bestia, noi siamo noi. Tirando le somme, cos ho scritto? Una cosa buffa? Una favola? Una gioia? Una cosa comune a tutti? Non so dirlo, so solo che dovevo scrivere, che dovevo sfogarmi, e come dice Dante "Dirò del'altre cose a chi vò scorte'.

La bestia in me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora