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E come ogni mattina la sveglia, nonché la voce di mio padre, inizio a rompere le scatole. Ormai odiavo il mio nome per quante volte lo sentivo pronunciare alle 6:30 del mattino.

Come al solito dopo una lunga serie di lamentele da parte mia mi alzai, andai in bagno e feci la doccia, se la mattina non facevo la doccia mi sentivo male per tutta la giornata quindi preferisco svegliarmi presto invece di non capire nulla tutto il giorno. Dopo la doccia presi i vestiti e li indossai, non sono un tipo che indossa cose colorate quindi come al solito misi il mio amato jeans nero a vita alta strappato sulle ginocchia, un maglietta anch'essa nera con una scritta al centro e una semplicissima felpa nera. Per finire misi le mie amate vans rosse. Mi truccai leggermente e dopo aver fatto lo zaino uscì seguendo mio padre verso la macchina.

Appena arrivai a scuola tolsi una cuffietta e salutai i miei compagni uno alla volta come al solito, salutavano tutti così quindi dovevo farlo anche io.
I miei compagni anche se li conoscevo da poco, sapevano che io non ero proprio una simpaticona con tutti quindi dopo le loro solite battute del cazzo decisi di entrare in classe.

Ovviamente mi sedetti al primo banco come sempre, non sono tanto studiosa ma mi ritengo abbastanza intelligente e grazie a questo ho i voti più alti della classe.. Forse anche di tutta la scuola ma vabbè.

Il posto accanto al mio era occupato da Eleonora, lei è una delle poche persone che mi sta simpatica quindi spesso le ricordo di quanto è fortunata a non avermi contro.
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Le ore passarono e io come mio solito sentivo la lezione e messaggiavo con il mio compagno, lui è uno dei pochi della mia classe che si salva visto che abbiamo le stesse idee , totalmente differenti da quelle di tutti gli altri compagni.

Dopo aver pranzato andai in camera mia e misi la musica ad alto volume per cercare di dimenticar tutto
"This time I'm ready to run! Escape from this city and follow the sun."
Continuai a cantare facendo finta di non sentire mia sorella lamentarsi per la musica alta. Ma non dandole ascolto poggiai le mani in viso e lo senti umido, non mi ero accorta di star piangendo. Ormai piango talmente tanto spesso che non ci faccio più caso, e la cosa peggiore è ormai non so più perché lo faccio.

Qualche ora dopo sentii la porta aprirsi e dal nulla spuntò mia mamma che era tornata da lavoro e così la salutai.
Cenammo e subito dopo andai a letto.
Ero stanca. Forse ero stanca di avere una vita così, come dire... Di merda.

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