Vittoria Invertebrata

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«ABBIAMO VINTO!» festeggiarono gli Insetti e tutti gli Invertebrati, dalle Termiti agli Scarafaggi, dai Pesciolini d'Argento ai Moscerini; gli Acari e le Farfalline! Solo i grandi guardiani Ragni sembravano non paghi: loro che dal Reame Giardino, col proliferare di tutti, erano anch'essi cresciuti in numero; e col tanto nutrirsi degli altri avevano provato a controllarne la crescita demografica, mantenendo l'armonia coll'ambiente in un caro ma necessario prezzo da pagare...

Ma in fondo che importava dell'umore dei Ragni? Gli umani erano stati sconfitti, ogni loro territorio dalle camere da letto ai bagni conquistato. Per quanto mastodontici fossero quei titani flaccidi, si erano dimostrati nemici lenti e prevedibili, che alla fine avevano dovuto cedere al soverchiante numero delle Armate dei Piccoli Sguscianti. Così, un giorno come un altro, forse Bzz la Mosca o forse Tzz la Zanzara (che ancora se ne contendevano il merito), aveva visto i due Grandi fare i bagagli; poi prendere con se i propri cuccioli, il cane per cui le Pulci tanto avevano lottato, e dunque andarsene; lasciandosi alle spalle gran parte dei loro averi...! Era stata una resa senza condizioni.

«È una cosa che gli Umani non farebbero vi dico!» protestò Cimice, cercando di mettere in guardia il corteo in marcia oltre il Grande Passo, non più sbarrato da Porta, lungo le assi di non legno della Cucina. «Lo vedete quel dongione lassù, in cima al tav-olo?

-Quella lo chiamano il Frulla-tore, gli Umani lo venerano perché gli sminuzza il nutrimento. Non se ne sarebbero mai andati lasciandolo qui!

-E che dire dell'Alveare Gelido del loro cibo? E la magica cascata a comando del Lava-ndino?»

Un paio di larve le strisciarono davanti per congiungersi agli altri, accelerando il passo.

«Ehi guardatemi!» insisté Cimice cercandone l'attenzione, «lo dico che per precauzione dovremmo ritirarci nel Passo delle Intercapedini; spingerci fino a Reame Giardino forse, almeno finché non ci sarà più chiara la situazione...»

«Cimice, gli Umani hanno dato priorità alle loro vite» le mise una zampa sulla spalla il grosso Scarafaggio. «Hanno fatto la scelta saggia. Vieni a goderti la vittoria amica guerriera.»

«E tu ricorda cosa accadde alla Pulci quando presero Cane...» l'insetto per nulla inetto guardò in alto cercando: «I Ragni, se lo ricordano. Vero?

-Ehi, dove sono finiti i Ragni!?»

«Se ne sono andati?!» piombò davanti ai due Termite,

la quale sgranocchiava impegnata uno stuzzicadenti. «Meglio così, senza quei cannibali prepotenti. Che se li godano quegli imboscati pacifisti nel giardino.»

«Cimice... Termite... i Ragni se ne sono andati?! Bé ora sì che abbiamo un motivo in più per festeggiare!» ripropose Scarafaggio.

«ALLA PARATA!» indicando col piccolo snack di legno, neanche fosse stata una sciabola da condottiero, Termite puntò il centro della Cucina. E Scarafaggio non si fece attendere, prendendo Cimice su di sé per trascinarla con loro.


*

 Ed eccolo il centro della Cucina: il quartiere generale conquistato al nemico dove Mosche, Zanzare, Farfalline, chiunque avesse le ali, volava in formazione sopra un gremire di zampette e antenne; tra le quali un Tafano entusiasta tirava a sé un'ignara Zecca solo per baciarla.

«ASCOLTATEMI! UN MOMENTO DI SILENZIO PER CORTESIA!» richiamò tutti Grande Blatta. «I nostri esploratori riportano che l'Alveare Freddo ha smesso di funzionare, assieme alle trappole luminose di Lamp-adario e Sof-fit-to.» Seguì un boato spontaneo di gioia...

«VA BENE, VA BENE: PRESTO TROVEREMO IL MODO DI ACCEDERE ANCHE AD ALVEARE FREDDO.

-TUTTI NOI AVREMO CIBO E NIDI PER GENERAZIONI!» Un altro boato, anche più forte del precedente.

«OGGI È UN NUOVO GIORNO» Grande Blatta si rivolse alla luce del Fuoco nel Cielo oltre le Finestr-e: i maledetti scudi invisibili ove tanti compagni si erano schiantati; che Mosca e Ape giuravano un giorno sarebbero riuscite a penetrare. «UNA NUOVA ALBA!»

A farsi però beffa di queste ultime parole, dai maledetti scudi calò un improvviso velo d'ombra...

«Che cos'è?» domandò Termite nell'agitarsi generale «Non è tempo di Tela del Buio...»

«TUTTI FUORI!» diede l'allarme Cimice, saltando a bordo di Scarafaggio e afferrando in corsa Termite che gli allungava quel che restava dello snack bastoncino. «PRESTO!»


*

I tre, assieme ai pochissimi dell'Esercito degli Invertebrati che riuscirono a sfuggire e raggiungere il Reame Giardino, si voltarono per trovare il loro mondo liscio e regolare coperto da un grande telone a strisce verticali; non così dissimile da quello dei circhi ove le Pulci, prima della loro rovinosa caduta, si vantavano di aver lavorato a stretto contatto con bestie mitologiche quali Tigri ed Elefanti. Sconosciuti titani Umani lo avevano gonfiato di una nebbia velenosa che gli aveva preso i fratelli: stretti in una morsa febbricitante di pazzia e orrore, prima di giacere esanimi a guscio ribaltato. A cominciare da Grande Blatta...

«Questo è uno sterminio!» proclamò, appena atterrato vicino a loro,

l'ultimo dei Moscerini. «Hanno usato la Bruma di Morte.»

«Nemmeno credevo fosse vera...» si sentì in qualche in modo colpevole Cimice.

«È vera» si era calato alle loro spalle anche

uno dei Ragni guardiani. «Ma è il nemico che si stermina.

-Questa per gli Umani è solo Disinfestazione.»

«...disinfestazione?!» che significava?

«Voi Ragni sapevate?» Scarafaggio accusò il predatore, voltandosi per affrontarlo faccia a faccia; salvo poi indietreggiare dinnanzi agli otto freddi occhi, resosi conto del pericolo a cui tanta insolenza poteva condurlo. Il Ragno non rispose.

«Ci mangerete...?» azzardò allora Termite, scandendo con Cimice dal dorso dell'amico.

«Non oggi» risalì sul filo di tela il Ragno: «C'è tanto spazio nel Reame Giardino. Chi di voi si saprà adattare veda di crescere e moltiplicarsi.»

FINE

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 08, 2022 ⏰

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