[Mintiendo sin recuerdos]

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Ma le persone non si stancano di fare sempre la stessa vita? Insomma uno nasce, cresce, segue gli studi, si diploma, lavora, invecchia e infine muore, e comunque in fin dei conti in pochi si ricorderanno di questa persona.

La normalità mi sembra così tanto insensata che d'altro canto la stranezza mi affascina.

Immaginatevi una linea dritta e che prosegue così per un bel po', dopo un po' ci si annoia siccome segue sempre la stessa traiettoria.

Ma se questa svoltasse?

Di certo se la linea svoltasse e seguisse nuovi percorsi, per esempio girare a destra, sinistra, avanti e dietro, zig zag e incrocio, renderebbe il tutto meno noioso.

Ecco la mia vita sta seguendo la traiettoria dritta, sembra un loop, un fottutissimo loop, da quel che ricordo, mi sveglio, mi sedano e poi buio, ed è così tutte le sante volte...

Questa volta mi ritrovo su una sedia, ovviamente legata, sempre con un mal di testa e mal di spalla allucinante, strinsi gli occhi non essendo abituata alla luce abbagliante.

Ma adesso la stanza è diversa, è tutta bianca, senza finestre, mobili, siringhe e sedie, c'è solo una porta anch'essa bianca.

Mentre cercai di muovermi per liberarmi entrò un ragazzo,un ragazzo biondo e con una bellezza da togliermi il fiato.

"Hola, señorita"

Lo guardai con sguardo freddo e gli occhi mezzi lucidi a causa della luce sopra di me, bruciavano tantissimo.

"Lasciatemi andare"

Trovai il coraggio di sussurrare, la mia voce si stava incrinando sempre di più a causa del magone.

Silenzio.

Il ragazzo si avvicinò piano piano e io iniziai a muovermi e fare resistenza sulle corde che mi tenevano legata.

Si chinò all'altezza del mio viso e mentre io cercai di allontanare il volto, appoggiò una mano sulla mia guancia costellata da piccole lentiggini e con il pollice tolse una delle tante lacrime che seguirono.

Continuò ad accarezzarmi il volto fin quando non entrò un altro uomo.

Quest'ultimo però era più vecchio e aveva l'area più da cattivo rispetto al ragazzo, che appena lo vide di scatto smise subito e si alzò di colpo.

"Miguel, qué haces?!"

Urlò mentre si avvicinò velocemente e lo prese per un braccio facendolo allontanare da me.

"Aún no está listo para la prueba" disse il ragazzo che presumo sia Miguel.

"Sí en cambio, llévala al edificio" sussurrò con tono freddo l'uomo.

"Sí, señor"

Il ragazzo si avvicinò di nuovo e mi slegò.

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Con uno scattò veloce provai a scappare; iniziai a correre  fin quando non mi ritrovai una lama a un centimetro dal naso e dovetti fermarmi di colpo.

L'uomo mi stava puntando una grossa ascia vicino alla faccia ed ero terrorizzata, come aveva fatto a muoversi così velocemente? Che posto è mai questo?

Miguel arrivò da dietro mi prese le braccia tenendomi sotto controllo di nuovo.

L'ascia fu spostata dalla mia vista, e l'uomo terrificante si avvicinò al mio orecchio:

"Se proverai a scappare un'altra volta, questa non si limiterà a fermarsi ad un centimetro dal tuo naso, chica pecosa"

Immobile sbarrai gli occhi e deglutii e a quella vista l'uomo ghignò divertito per poi andarsene.

Miguel mi spinse leggermente per poi farmi uscire dalla stanza e seguire un corridoio grigio.

Sentii il pavimento freddo a contatto con i miei piedi scalzi e rabbrividii, ma il ragazzo fortunatamente non se ne accorse.

Che razza di posto è questo? Come sono finita qui? Che persone sono queste e perché parlano in una lingua a me sconosciuta?

Un sacco di domande mi stavano inondando la mente e realizzai di non ricordare niente prima di questo posto, non ricordo il mio nome, la mia età, i miei genitori, le persone a me care, il mio luogo di nascita...

Assolutamente nulla.

Venni riportata nella realtà dal ragazzo che mi stava stringendo:

"Ti chiami Megan,Megan Smith e hai 17 anni, provieni da Phoenix e sei la numero 1176"

Mi girai a guardarlo ed ero a bocca aperta, non capivo, mi aveva letto nella mente? Come faceva a saperlo? Numero 1176?

"Mi dispiace è tutto quello che so" mi regalò un piccolo sorriso e fui ancora più confusa quando arrivammo in una grande sala da, combattimenti?

Era piena di armi: spade, coltelli, asce, fucili e c'era persino un arco con frecce.

"Ricordati solo questo Megan: tu sei speciale" sussurrò Miguel prima di lasciarmi e allontanarsi.

"Dove stai andando, non lasciarmi da sola!" urlai ma mi accorsi che era troppo tardi perché era già uscito dalla stessa porta dove eravamo entrati.

Mi guardai intorno spaventata, perché mi aveva lasciato qua? A cosa mi servono tutte queste armi?

Il panico iniziò a prendere il sopravvento quando sentii una voce metallica ripetere:

"Soggetto numero 1176, posizionati al centro della stanza, se ti servono utilizza le armi intorno a te, buena suerte"

È solo un incubo Meg, provai a ripetere nella mia testa,

È
solo
un
incubo

Davanti a me si aprì un cancello e ciò che uscì di lì mi fece mozzare il respiro.

Putroppo era la realtà...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 09, 2022 ⏰

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