L'elementari

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L'elementari sono state l'inizio di una grande catastrofe.
Non mi è mai piaciuto andare a scuola, e tutte le mattine piangevo perchè non volevo che mia madre andasse via.
Dopo la morte di mio padre avevo sviluppato questa specie di fobia, non volevo mai lasciare le persone a me care per paura di non poterle più vedere.
Odiavo i miei compagni di classe, non mi ci sono mai sentita a mio agio, avevo una migliore amica, si chiamava Margherita, era una bambina molto dolce e quasi tutti i giorni si stava insieme, era l'unica che mi ha sempre voluto bene.
A scuola non stavo mai con le femmine, mi stavano antipatiche, invece passavo molto tempo con i maschi, mi piaceva stare con loro, giocavamo a calcio, ci si rotolava nel prato, giocare al game boy, fare scherzi e scambiarci le carte dei Pokemon e le figurine dei calciatori.
Però c'era un gruppetto di maschi che mi hanno sempre preso di mira, e la cosa mi faceva star male, dalla prima all'inizio della quarta elementare mi prendevano in giro per il mio aspetto fisico.
All'elementari ero rotondetta, e loro me ne dicevano di tutte:
- Guarda arriva la cicciobomba cannoniere
- Ehy bombolone ripieno di crema!!
- Certo che ingombri eh!

Tenevo tutte le offese per me, nessuno lo sapeva.
Andavo nei bagni per piangere, oppure nel tragitto scuola/casa.
Non contenti, cominciarono a prendermi in giro perchè non avevo il babbo.
Per la festa del babbo tutti ridevano perchè io non potevo fare i lavoretti da portare a mio padre.
Mi ricordo che in terza elementare si misero tutti in cerchio intorno a me e cominciarono a dire "Te non hai un padre", quella volta mi sentì veramente male che piansi in mezzo al corridoi con loro che canticchiavano quella frase e ridevano.
La maestra perchè mi vide piangere decise di mandarmi dallo psicologo.
Per tutte l'elementari due volte a settimana andavo dallo psicologo, che disse che era inutile, perchè io stavo benissimo.

A metà quarta elementare decisi di ribellarmi.
Michael un bambino di classe mia venne da me cominciò a offendermi per la morte di mio padre e offese mia madre, a quel punto non ci vidi più, lo presi per il collo lo attaccai alla porta di classe e lo sollevai, lo minaccia e me ne andai dalla bidella per chiamare mio nonno, volevo andare a casa.
Da quel giorno nessuno mi prese più in giro ed io cominciai sempre più spesso a picchiarmi con i bambini.
Ero diventata una piccola bulla, e i maschi cominciatono a vedermi sempre più di buon occhio, mentre le femmine si allontanavano, e con loro anche Margherita.
Ma in quinta elementare arrivò una nuova bambina, si chiamava Seila era timida e non parlava con nessuno.
Le femmine le tiravano i capelli, ed i maschi la prendevano in giro.
Io fui l'unica che cominciò a parlarci, e nel giro di poco divenne la mia migliore amica, e nessuno gli dava più noia.
Per non farmi mancare nulla quell'anno per via del mio comportamento volevano bocciarmi, perchè un giorno nell'ora di disegno toccava a me pulire i pennelli e le tavolozze, e la mia grande idea fu tappare i lavandini e lasciare l'acqua aperta.
La scuola restò chiusa 2 giorni e io presi una bella strigliata da tutti, ma non ci feci molto caso, mi piaceva creare caos, e quella volta fu il top!

Questa è la mia storiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora