Capitolo 1

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Il mio soldato.


Capitolo 1:

Venni svegliata dal sole che, passando dalle sbarre, sembrava quasi squagliarmi il volto.  Sbattei le palpebre più volte, mi sedetti sul letto e guardai fuori dalla finestra. Il sole spledeva e faceva caldo, tutto ad un tratto era arrivato il caldo e annunciava che presto sarebbe arrivata l'estate. Ero contenta del tempo, eppure c'era qualcosa dentro di me che non andava, avevo un brutto presentimento.  Mi alzai e mi avviai in bagno, dove mi preparai.

"Hanan!" sentii la voce di mia madre chiamarmi e subito scesi giù, per avviarmi in cucina. Mia madre stava versando il tè nelle rispettive tazze, mentre io mi sedetti al tavolo. Di fronte a me era seduto mio padre, accanto a lui era il posto di mia madre, mentre accanto a me c'era Aarif, mio fratello.  Con i suoi venticinque anni era sette anni più grande di me e studiava gurisprudenza , era un tipo abbastanza tranquillo, mai aggressivo. Ok, sì, ogni tanto si arrabbiava anche lui ma non era in grado di alzare le mani a qualcuno, a malapena uccideva le zanzare.  Aveva fatto perdere la testa a diverse ragazze, ma non era un badboy, tutt'altro, non gli interessavano le ragazze. Le uniche due donne che amava eravamo io e mia madre, delle altre non gli importava molto, preferiva passare ore a studiare. Amavo molto più fratello, era il mio tutto. Ci amavamo molto e nessuno poteva mettersi in mezzo, per distruggere il nostro rapporto, era troppo forte.

Quando lo guardai, rimasi meravigliata, il suo sguardo era fisso sul tavolo e non mi aveva nemmeno guardata, era serio.

"Aarif?" domandai e gli detti una leggera spinta, ma non ricevetti risposta. Che strano, di solito non era così.  Lo lasciai nei suoi pensieri e guardai i miei genitori, anche loro sembravano pensierosi e malinconici. Cosa era successo? Ero l'unica persona con un po' di buon umore?

"Mamma, dove è Ayman?" chiesi a mia madre e questa mi guardò, come se avesse appena realizzato che mi ero seduta al tavolo.

"Come, tesoro?"  a quanto pare non mi aveva ascoltata. Questo silenzio stava iniziando a infastidirmi, cosa era successo?

"Ayman?" chiesi, questa volta infastidita.

"Ah, sì, è già uscito. Voleva incontrarsi con Bilal." abbassò lo sguardo e guardò il suo piatto, sembrava che volesse aggiungere altro ma sospirò e stette in silenzio.

Accanto a lei aveva una rivista, amava leggere le ultime notizie delle persone 'ricche e belle'. A me non era mai importato, ho sempre pensato che fossero persone normali come noi, non avevano molto di diverso,  andavano in bagno  proprio come noi e non cagavano soldi.

Sulla prima pagina c'era un ragazzo, doveva avere vent'anni ed era affascinante. Come titolo c'era "Dal servizio militare in Afganistan completamente cambiato.", sotto di questo c'era scritto la pagina e subito sfogliai la rivista. Era un ragazzo di ventuno anni e abitava a Los Angeles con la sua famiglia, a quanto pare erano molto ricchi. I genitori avevano una firma molto conosciuta, così c'era scritto su questa rivista. Inoltre, c'era scritto che aveva passato un anno e mezzo in Afganistan e che da allora era cambiato. Quello che, però, mi meravigliò, erano le sue origine libanese. Si chiamava Tariq Restom.

Chiusi la rivista e sperai che ci fosse Ayman, lui sapeva come alleggerire l'atmosfera. Con i suoi ventitre anni era il secondo genito e, a differenza di  Aarif, era un vero badboy. Aveva fatto soffrire tante ragazze e si picchiava, soprattutto con chi si avvicinava a me. Se uno dei suoi amici ci provava, troncava i rapporti.

"La mia principessa aspetterà e sposerà l'uomo perfetto, i miei amici non fanno per lei." ripeteva sempre questa frase. Nonostante fosse solo quattro anni più grande di me, era molto protettivo nei miei confronti, anche con lui avevo un legame molto forte.


Il mio buon umore era sparito, non restava più niente e questo solo grazie alla mia famiglia. Eppure dovevo essere felicissima, avevo una bella famiglia, tre settimane fa avevo iniziato a studiare medicina e mi piaceva essere una studentessa.

Non sopportavo più quest'atmosfera, era terribile.

"Cosa succede?" domandai, non sapevo se preoccuparmi o meno.  I tre mi guardarono, era uno sguardo strano, uno sguardo che annunciava qualcosa di brutto.

"Cosa c'è? Perché mi guardate in questo modo? Cosa avete?"

Mia madre iniziò a giocare con le sue mani, mio padre emise un sospiro e il mio cuore iniziò a battere forte, avevo paura della risposta.

"Hanan.. tu..ehm..beh.. come sai la nostra azienda non sta andando molto bene.."

Prima che potesse proseguire, si alzò mio fratello, facendo cadere la sedia e urlando "siete pietosi, non avete un cuore.", per poi uscire e sbattere la porta.

Rimasi scioccata, mio fratello, il più tranquillo di noi tre, non avrebbe mai detto qualcosa del genere e non avrebbe mai alzato la voce ai miei genitori. Cosa era successo da farlo diventare così? Volevo sapere tutto ora, dannzione. O era meglio di no?

"Dannazione, ditemi cosa succede!" guardai i miei, il loro sguardo era di nuovo basso, non avevano il coraggio di guardarmi.

Mia madre aprì la bocca e le parole che uscirono mi lasciarono a bocca aperta, non ci volevo credere, era impossibile.

"Hanan, tesoro, sposerai Tariq Restom."

L'uomo della rivista diventerà mio marito? No, impossibile. Era uno brutto scherzo, non poteva essere altrimenti.

Era un sogno e a breve mi sarei svegliata.

Uno stupido sogno.

Solo un sogno.





Ecco un assaggino di una nuova storia.

Prima di postare il secondo capitolo, vorrei sapere se vi potesse interessare? Se non noto un interesse, la ricancellerò.. Non ho finito di scriverla, ma sto continuando.

Lascio passare una settimana, dieci giorni, e se noto che vi incuriosisce continuerò. Ma avviso già che la posterei solo una volta a settimana.

Un bacio,

Meldib

Il mio soldato. (Meldib)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora