"Cavolo, l'ho perso! Com'è potuto succedere?"
Si chiese Adrien avvilito, frugando ancora una volta nelle tasche dei jeans, come a non volersi arrendere all'evidenza."Cos'hai perso, ragazzo?" domandò curioso e un po' indispettito il kwami della distruzione, uscendo dal solito nascondiglio nella camicia del modello e prendendo a svolazzare intorno al viso del suo portatore. "Spero sia qualcosa di veramente importante, per farmi ritardare così il mio consueto e meritato spuntino... È da questa mattina quando siamo usciti di casa che non metto niente in bocca e il mio povero stomaco è desolatamente vuoto!" concluse con fare imbronciato.
"Come sei drammatico, Plagg! Se aspetti qualche minuto in più non morirai certo di fame..." "Questo lo dici tu!" lo interruppe la piccola divinità, strizzando gli occhietti verdi e sbuffando con aria di sufficienza.
"Comunque, se proprio lo vuoi sapere, ho perso il portafortuna che mi aveva regalato Marinette! Non riesco più a trovarlo... dove diavolo si sarà cacciato?" Proseguì il ragazzo, mentre continuava a rovistare nello zaino della scuola e poi nel borsone della scherma, svuotandone l'intero contenuto sul pavimento in una pila informe e disordinata.
"Un portafortuna? Mi stai dicendo che sono ancora a digiuno per via di uno stupido portafortuna?" Chiese l'esserino millenario con fare teatrale, portandosi una zampina sul pancino nero e massaggiandolo in modo circolare, come a sottolineare la fame patita.
"Non è solo uno stupido portafortuna, Plagg, è un regalo della mia amica Marinette..." ribatté Adrien senza neanche voltarsi a guardarlo, ma continuando a cercare dappertutto: sulla scrivania, sotto il letto, in ogni angolo dell'enorme stanza, e persino in bagno, nella cesta dei panni sporchi.
"E da quando in qua la "tua amica" Marinette..." riprese il kwami sornione, sottolineando le parole incriminate con tono velatamente beffardo, "...è così importante per te da trascurare colui che ogni giorno, instancabilmente, ti consente di trasformarti nell'unico, inimitabile, intrepido ed affascinante Chatnoir?"
"Ehi Plagg, non sarai mica geloso?" lo punzecchiò affettuosamente, mentre il gatto nero strabuzzava gli occhietti smeraldini e quasi si strozzava a quelle parole "E poi mi sembra che tu non perda occasione per farti ricompensare con il miglior camembert..."
Il modello si avvicinò quindi alla grande vetrata della sua camera, da cui si poteva godere una splendida vista sulla città dell'amore, e guardò fuori con aria malinconica, perdendosi nei suoi pensieri ad alta voce: "E comunque, Chatnoir sarà anche affascinante agli occhi di tutte le ragazze di Parigi, ma non riesce a far breccia nel cuore dell'unica che veramente gli interessa..." Emise un sospiro sconsolato, abbassando mestamente lo sguardo e la voce: "Ladybug è straordinaria, fantastica, ma irraggiungibile... non riuscirò mai ad avvicinarmi a lei e farmi conoscere per quello che sono realmente... e a dire la verità, comincio ad essere stanco dei suoi continui rifiuti, fanno troppo male!"
"Per caso, gattino, non sarà ora di cominciare a guardarsi intorno, alla ricerca di altri formaggi da gustare?" disse la creaturina nera con voce piena di entusiasmo, nel tentativo di risollevare il morale al ragazzo e di fargli finalmente aprire gli occhi.
"Che ne dici, ad esempio, proprio della figlia del pasticcere? Il forno Dupain-Cheng è uno dei migliori di tutta Parigi, pensa su quante prelibatezze potremmo mettere le zampe ogni giorno! Croissant caldi e macarons per te, panini e tartine al formaggio per me... per non parlare del pane appena sfornato: perfetto accompagnamento per il mio adorato camembert... Ho già l'acquolina in bocca!" concluse il piccolo dio leccandosi i baffi, perso nei suoi sogni gastronomici ad occhi aperti.
Adrien si lasciò scappare un sorriso divertito, il suo kwami non cambiava mai... "Ma no, Plagg, Marinette è solo un'amica, un'ottima amica! Quel portafortuna è per me il simbolo della sua amicizia, ed io ci tengo moltissimo. Tutto qui."
"Forse ci tieni più di quanto tu stesso possa immaginare..." soffiò tra i denti il felino con voce quasi impercettibile, ripetendo tra sé e sé che il suo portatore era proprio un caso disperato.
"Mettiamola così..." riprese poi con tono paziente ma deciso "...immagina di entrare in un negozio di formaggi: i tuoi occhi cadono accidentalmente sull'Epoisses de Bourgogne, formaggio tra i più pregiati e costosi, prodotto con latte vaccino proveniente esclusivamente dai pascoli della Borgogna, lasciato sgocciolare per 2 giorni, salato a secco, poi messo ad asciugare sulla paglia, quindi affinato per 28 giorni in grotta, dove viene lavato in acquavite di borgogna, infine avvolto in foglie di castagno e cotto in forno nella sua scatola di legno... la sua crosta aranciata, la pasta molle e burrosa, il sapore pungente e speziato... pensi che sia speciale, unico, che sia il formaggio perfetto per te e così neanche consideri gli altri tipi, in apparenza meno straordinari ma non per questo meno gustosi. Sei talmente attratto da quella prelibatezza da non accorgerti che in realtà il tuo formaggio preferito è un altro: quello che hai sempre avuto davanti agli occhi, quello che mangi ogni giorno e non ti stanca mai, quello di cui non riesci più a fare a meno... un po' come il portafortuna che hai perso!"
Il ragazzo ci pensò su un attimo, grattandosi la nuca con aria confusa, poi si lasciò cadere sul letto a faccia in giù, sprofondando nel cuscino e nelle sue riflessioni...
La verità era che quel grazioso oggettino, regalo della sua compagna di classe, era diventato per lui molto di più di un semplice portafortuna: lo portava sempre con sé, gli faceva compagnia nelle lunghe giornate zeppe di impegni e povere di calore familiare, lo faceva sentire un po' meno solo in quella casa troppo grande e troppo fredda... Gli bastava guardarlo, toccarlo, accarezzare con le dita quelle perline dalle forme più svariate che "qualcuno" aveva assemblato con tanta cura ed amore, per sentire meno la stanchezza, la solitudine, la malinconia... In un attimo gli sembrava che la sua vita fosse un po' più lieve e colorata, come illuminata da un raggio di sole!
Un raggio di sole, ecco cos'era Marinette... il suo raggio di sole!
Adrien si girò a faccia in su, chiuse le palpebre, emise un profondo sospiro e lentamente riaprì gli occhi: davanti a lui, nitida, l'immagine della sua dolce compagna di scuola, i capelli neri raccolti in due graziosi codini, le guance leggermente arrossate, il sorriso gentile e contagioso, lo sguardo timido ma determinato, gli occhi azzurrissimi, profondi e splendenti... quegli occhi, quello sguardo, quel sorriso lo facevano sentire bene!
Steso sul letto, assorto in una bolla tutta sua, il modello rifletteva sulle parole del suo amico millenario e sulle piacevoli sensazioni che il pensiero della ragazza gli aveva suscitato, un leggero rossore a imporporargli le guance: forse Plagg aveva ragione, forse la moretta era per lui più importante di quel che lui stesso potesse o volesse ammettere...
Con quella nuova consapevolezza, mise mano al cellulare e con dita un po' incerte digitò: "Ciao Marinette! Domani ti andrebbe di prendere un gelato insieme?" Prese un bel respiro e premette il tasto invio, mentre il cuore batteva forte e uno strano calore si faceva strada nel suo petto...
Da lontano il piccolo kwami nero si gustava la scena soddisfatto, gli occhietti scintillanti, uno strano sorriso sul musetto furbo, il lucky-charm stretto tra le zampine!
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Questa storia è stata scritta prima dell'inizio della Quinta Stagione
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Alla ricerca del lucky-charm perduto...
FanficQuesta storia ha partecipato al Contest delle Rose indetto dal gruppo telegram Miraculous Fanfiction, classificandosi al 1° posto. Questa storia è stata scritta prima dell'inizio della Quinta Stagione.