Spero che tu cura le cose di cui non parli

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Non aveva una particolare stima di se stesso, sopratutto quando si trattava di riconoscere le sue capacità e percezioni

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Non aveva una particolare stima di se stesso, sopratutto quando si trattava di riconoscere le sue capacità e percezioni.

Non si trattava di umiltà, ma di un complesso di inferiorità che l'aveva accompagnato fin dalle scuole medie, quando scoprirono che fosse più intelligente della media.

Il complesso di inferiorità è un sentimento costante e inconscio, che coinvolge sentimenti di disprezzo di sé, che nel suo caso non sfociavano in lesioni verso se stesso, per fortuna.

Era sempre solo, ad eccezione del suo amico Zayn, lui era il suo migliore amico fin dal primo anno di liceo, quando Harry dopo aver risposto correttamente ad una domanda di chimica, un ragazzo gli aveva chiesto di fare gruppo con lui.

Era scettico all'inizio, ovviamente, ma non voleva risultare antipatico, e quando Zayn dopo aver fatto il progetto e averlo presentato, non lo richiamò più per una settimana, pensò subito al peggio.

In realtà, tutto sfumò quando tre giorni dopo Zayn si era avvicinato al suo tavolo vuoto, e aveva pranzato assieme ad Harry.

Gli spiegò che era tornato a Manchester per incontrare sua cugina, e il suo telefono era morto a causa di un malfunzionamento alla batteria. Quindi, Harry aveva ufficialmente il suo primo amico.

Amava leggere libri di ogni tipo. Dalla filosofia alla medicina, era appassionato di matematica e tutto ciò che potesse essere applicato alla fisica e alla chimica.

Lèggeva romanzi e poesie, amava Leopardi e come altro polo Pascoli, la storia lo affascinava, ma sapeva che l'uomo non avrebbe mai fatto ammenda ai suoi errori e orrori, commessi.

Amava le persone, e quindi aveva un amore profondo per la psicologia e la pedagogia in particolare, da ragazzino sognava un futuro pieno di colori, vivacità, pieno di scoperte e sopratutto, voleva necessariamente conoscere.

La conoscenza era una cosa importante per Harry, amava il sapere, perché in quel mondo rappresentava un'arma letale, e lo sapeva, quindi per un certo senso sperava di conoscere qualcuno con cui confrontarsi.

Eppure ora, era lì, su uno sgabello trasandato, con una t-shirt a maniche lunghe, a righe bianche e nere, i capelli che cadevano dolcemente sulla fronte, li aveva tagliati lo scorso anno, una matita tra le labbra gonfie, e la sua lettura di Nietzsche.

Come diceva, stava esaminando una lettura importante, quando ad un tratto:

«Harry!» richiamò il signor Garret dal magazzino sul retro, «vieni qui!» gridò, e con uno sbuffo, il riccio si alzò ed ubbidì

Lo trovò con un grosso grembiule bianco e le mani impolverate «ragazzo, scusami se ho interrotto il tuo studio, ma mi serve una mano!» Harry sorrise teneramente a quella dimostrazione d'affetto, ma quell'uomo era un po' troppo insopportabile

Il signor garret aveva quarantatré anni, e non voleva essere chiamato signore, effettivamente non era così vecchio, infatti rimproverava sempre Harry per questo.

A Miserable     Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora