Sesso: istruzioni per l'uso(sasusaku)

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Sesso: istruzioni per l'uso.



Introduzione




E così erano passati due anni. Due lunghi anni in cui Sasuke Uchiha aveva espiato i suoi peccati. Quegli atroci peccati di cui si era macchiato e che, tuttora, non riusciva proprio a dimenticare - non era mai stato incline al perdono, figuriamoci verso se stesso. Non gli era bastato zappare la terra con un braccio solo per dei poveri contadini che avevano perso tutto, né l'aver aiutato centinaia di vecchiette con la gobba a trasportare buste della spesa pesanti alcune tonnellate, neanche il suo provvidenziale intervento durante l'attacco ai danni di Konoha da parte dello sciroccato proveniente dalla Luna era riuscito a farlo sentire meglio, eppure aveva salvato Kakashi e Hiashi Hyuga. La mazzata finale, la cosa che gli aveva fatto comprendere quanto la sua persona potesse essere ancora tendenzialmente pericolosa per l'incolumità delle persone che lui aveva care - beh, care forse era un po' eccessivo - era stata la comparsa del suo clone, una specie di controfigura di quello che lui era stato... cattivo.

Il clone aveva attaccato Sakura - una a caso - mandando in fumo tutto quello che lui, l'originale, aveva costruito con fatica e sudore - ma quando? - con una significativa poke sulla fronte - significativa forse per lui, non molto per lei.

Trattandosi di Sakura, Sasuke aveva giustamente dimenticato cosa volesse dire la parola "tempismo" e, quando era giunto in suo aiuto, la battaglia era già bella che terminata, tant'è che aveva preferito dileguarsi prima che la Kunoichi potesse vederlo e scambiarlo per un altro clone on conseguenze non molto piacevoli. Era abbastanza ironico che persino un suo clone avesse tentato di uccidere la ragazza, fallendo miseramente tra l'altro - proprio come lui - e quello strano avvenimento lo aveva portato a porsi una domanda di rilevante importanza che avrebbe davvero potuto cambiargli la vita: "Perché aveva scelto proprio Sakura come esca per farlo uscire allo scoperto?"


"..."


Il clone aveva sicuramente le idee molto più chiare rispetto all'originale, probabilmente con quella pantomima era riuscito a dare a Sakura molto più di quanto Sasuke le avesse mai dato in diciannove anni, perché Sasuke, malgrado tre tentati omicidi, una poke, un "ci vediamo presto" e due "grazie" non era ancora riuscito a gettare il cuore oltre l'ostacolo, a razionalizzare cosa rappresentasse Sakura nella sua vita. Quel viaggio di "redenzione", poi, non aveva fatto altro che creare ancora più confusione in merito a cosa volesse fare in futuro. Viaggiare, vedere luoghi, cose, gli piaceva moltissimo e ogni volta che, anche solo per sbaglio, ipotizzava un suo ritorno al Villaggio, puntualmente imboccava la strada opposta, raggiungendo i confini estremi del mondo emerso.

Di cosa aveva paura?


Un giorno, tuttavia, era accaduto qualcosa di veramente assurdo. Era nei pressi di un Villaggio sperduto tra le cime delle montagne e aveva scorto da lontano una vecchietta che portava sulle sue spalle un pesante cesto ricolmo di legna. Come era accaduto in precedenza, Sasuke, aveva captato la possibilità di compiere una buona azione che andasse a cancellare uno di quei tanti peccati - che poi quanti fossero questi peccati non ci è molto chiaro, ma a questo punto dovevano essere tanti - e, raggiunta la vecchietta, si era offerto di portarle il cesto al suo posto.

La vecchietta lo aveva guardato e gli aveva sorriso, mostrandogli gli ultimi tre denti che ancora tenacemente si tenevano aggrappati alle sue gengive.

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