Salted caramel

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Sapeva che era lei ancor prima che entrasse dalla porta d'ingresso.

Poteva vedere chiaramente la sua figura alta e scarmigliata attraverso gli ampi vetri del negozio. Avvolta in un lungo montgomery color crema e in una sciarpa lilla (che lui le aveva regalato qualche compleanno addietro), correva con il vento alle spalle, l'autunno intorno, e una cartella di fogli stretti al petto. Uno di questi le volò via e fu costretta a tornare indietro. La osservò saltare con un braccio proteso e riacciuffare il foglio, perdendo gli occhiali e investendo una coppia con un cane nel processo.

Levi non riusciva a decidere se la scena fosse più divertente o più esasperante.

Con il mento poggiato sul palmo, aspettò pazientemente che inforcasse gli occhiali e finisse di accarezzare il cane. Qualche secondo dopo si udì il familiare tintinnio del campanello, la porta di aprì e Hanji Zoë fece il suo ingresso in un turbinio di vento, foglie secche e aghi di pino. Non appena lo vide gli sorrise e Levi pensò che quello fosse il suo momento preferito della giornata.
Accorciò lo spazio che li separava a grandi falcate, inciampò all'ultimo, e arrivò con le ginocchia per terra e un braccio aggrappato allo sgabello.

- Congratulazioni per essere arrivata viva fino a qui - le disse togliendole la raccolta di fascicoli dalle mani.

- Grazie! - rispose allegra. Si tirò in piedi con la stessa grazia di una giraffa ubriaca e si accomodò di fronte al bancone. - Uno Starry Espresso Double Caramel Explosion, per favore. -

Non c'era bisogno che lo dicesse: sapeva sia che cosa avrebbe chiesto sia a che ora sarebbe venuta, e aveva preparato tutto in perfetta puntualità come sempre.
Allungò verso di lei la bevanda ancora fumante, e vi aggiunse - sotto richiesta - una quantità oscena di panna e caramello salato.

- Per l'ennesima volta - le disse, - non è così che si chiama. -

- Be' dovrebbe! - Hanji accolse il calore del bicchiere tra le mani. - Dovresti lasciarmi riscrivere il menù. Attireresti il doppio dei clienti, garantito! -

- Sicuro come la morte che non lo farò. -

La bruna canticchiò e ingerì un primo boccone dal suo concentrato di zuccheri e caffeina. - Peggio per te, piccoletto. -

Levi osservò come la punta della sua lingua si adoperava per raccogliere i resti della crema al caramello sul fondo del cucchiaino.
Aveva sempre avuto una leggera ostilità per il caramello salato: troppo dolce per definirsi tale e - viceversa - troppo salato per definirsi dolce. In più era appiccicoso come colla, lasciava un'orribile sensazione tra i denti ed era difficile da togliere dai vestiti. Pensava che solo un pazzo avrebbe potuto inventarsi qualcosa dalla consistenza così perfida e dal sapore così confuso... eppure non poté fare a meno di chiedersi se fosse stato diverso assaggiarlo sulle labbra di Hanji.

- Sai che finalmente la richiesta per il mio laboratorio è in fase di accettazione? -

Scosse la testa distratto, osservando come la sua bocca si chiudeva morbidamente attorno alla cannuccia.

- Sarebbe letteralmente la realizzazione di un sogno! - continuò lei, - A dieci anni pensavo che fare la scienziata consistesse proprio in questo: avere un laboratorio tutto mio dove poter mischiare sostanze con il teschio sull'etichetta e fare esplodere tutto quello che volevo. Oh! E nel saper far eruttare un vulcano con aceto e bicarbonato. -

- Mmh. - Fu tutto quello che riuscì ad emettere, solo per farle capire che la stava ascoltando. Lei si portò alla bocca un altro ciuffo di panna, non mancando neanche stavolta di leccare meticolosamente il cucchiaio.

- Sospetto che Moblit creda che in parte io la pensi ancora così. Ma si sbaglia. - Le sue labbra tornarono alla cannuccia. Ora i suoi denti stavano torturando il beccuccio. - Da quando al liceo ho scoperto che esistono cose come il calcolo dell'entalpia di esplosione e il ciclo di Krebs, sono una donna di scienza molto cambiata. -

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