Capitolo 1

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Sono sempre stato affascinato per le storie d'amore.
Le solite dove i protagonisti a colpo di fulmine s'innamorano l'uno dell'altra, il loro cuore inizia a battere forte, gli sguardi che si scambiano tra loro e il solito dramma per stare finalmente insieme felici per sempre.
Io non ho mai provato una cosa del genere verso qualcuno, dato che un ladro non ha tempo per queste "smancerie" e trovare il/la fidanzatinx.
Sono entrato a far parte di una banda di malviventi, brutto modo per iniziare una storia vero? Essere ricercati ogni singolo giorno solo per aver rubato qualche gioiello carente.
Il nostro obbiettivo era una delle rarità più belle che io abbia mai sentito, la corona di Fairy Town del re Lyon, coniuge della regina Spina, la quale neanche 2 anni fa era una normale fanciulla di campagna destinata in sposa con uno del suo stesso rango sociale.
Una volta il capo mi disse che chiunque avesse indossato quel puro diadema, veniva considerato molto importante e potente, insomma una grazia divina che rende qualcuno pieno di significato.
Il mio intento, però, non era consegnarla al superiore (il capo), ma tenerla tutta per me e governare la città di testa mia, tutti sotto il mio comando.
Immaginavo già con superbia il mio gigantesco trono reale, circondato da guardie pronte anche a morire per me, andare in giro nei lunghi corridoi del palazzo e, sostanzialmente, la mia stanza munita di letto matrimoniale rosso, ricchezze per ogni dove e un ampio balcone con la vista sul mare, bizzarro ma anche eclatante.
In fin dei conti, perché pensare a trovare l'amore se avevo la possibilità di dirigere qualsiasi cosa sotto il mio comando su Fairy Town?

Non mi sono ancora presentato.
Mi faccio chiamare ThebadGeorge, ma semplicemente sono solo Giorgio, ragazzo di 18 anni, in collaborazione con i "Thieves" (nome poco originale, l'avrà scelto il capo), intenzionati ad introdursi nel palazzo di Fairy Town per saccheggiare tutte le ricchezze reali.
Avevamo un piano non del tutto concreto, ma cominciammo col dire che avevamo bisogno di una spia, un ingannatore, qualcuno che abbia un' interpretazione da Oscar per far credere al Re di voler essere la sua guardia del corpo, ma per poi essere colpito alle spalle come uno stupido ingenuo, innocente nei suoi confronti.
Quel qualcuno, francamente, era certo che fossi io.
Per la prima volta, da quando entrai nella banda, pensavo al ruolo che mi era stato affidato, così essenziale per la missione garantendo una menzogna soddisfazione al Capo.

Fingere, mentire, celarsi, erano tutte azioni che mi furono insegnate solo leggendo diversi libri rubati da una libreria non avendo soldi necessari per comprarmeli.
Amavo sfogliare le pagine dei romanzi dove raccontavano di spie pronte a calarsi in ogni personaggio che nascondevano la loro vera identità, dove la loro vita andava nel migliore dei modi data l' incredibile intelligenza ma allo stesso tempo del tutto confusa per concludere difficili missioni.
Però il vero problema è che quei protagonisti escogitati dall'autore interpretavano i buoni, la giustizia, guadagnando anche chissà quanti soldi, ma pur sempre ricevuti per un lavoro adeguato e degno delle grandi cifre.
Invece io non ero il buono, non interpretavo la giustizia e guadagnavo davvero poco nonostante rubavo di continuo come un pezzente morto di fame.
Ahimè, ero dipendente di me stesso da una tenera età, vivevo in un tugurio da solo, non aspettando nessuno perché sapevo che nessuno sarebbe entrato in un posto simile.
Mi chiedevo sempre cosa avrei fatto da grande, se mi sarei mai fatto degli amici, se avrei avuto una casa definitiva del tutto 'casa' , con il mio letto morbido e caldo e qualcosa da mangiare siccome ottenere sempre pane mi era passato l'appetito.
In fin dei conti, volevo solo una vita da normale, e invece mi trovavo a fare il ruolo dello straccione, senza famiglia, senza amici, senza nessuno; mi limitavo a vivere con i roditori che, infilandosi nei pochi fori poco umidi della casa, tentavano piccole razzie su quel poco di cibo che trovavo in modo subdolo.

Il perché io ebbi preso parte della banda é l'estenuante dovere di fare le cose per proprio conto, in fin dei conti conobbi i due scagnozzi del capo, Paga e Strecatto.
Paga era un tipo taciturno, evitava le conversazioni e non si sapeva perché fosse entrato a far parte nel gruppo. Ero solo a conoscenza che era davvero molto giovane e che ha appicciato una casa di una fanciulla solo perché quest'ultima su una sedia del balcone non sapeva se c'era un ragno o un grillo, evidentemente ha usato un metodo troppo azzardato per uccidere un insetto.
Francamente avrei fatto la stessa cosa perciò ho un certa ammirazione per quel biondino.
L'altro ragazzo, Strecatto, era più grande di me di ben 3 anni e pensavo fosse uno modesto, a volte presuntuoso, ma non sapevo l'effettivo proposito della sua presenza tra persone del genere, in cerca di guai; era davvero un bravo ragazzo, anche se forse il vero motivo della sua opzione nel collaborare con gente poco raccomandata é il suo grande hobby per i gioielli e l'arte.
Indossava ogni giorno un tipo di gioiello trovato chissà dove, ma qualunque meraviglia portava al collo, all'orecchio, in testa, sulle braccia, sulle mani o sulle caviglie gli stavano davvero bene.

Nonostante evitavo di parlargli quando eravamo in stanza lui si accostò affianco al mio letto e mi confessò di avere un interesse verso un ragazzo che viveva nel castello senza giri di parole, senza che io glie lo dicessi, e me lo disse al terzo giorno di convivenza con me e l'altro coinquilino che, ovviamente, a lui non interessava per niente; sembrava essere focalizzato solo sul piano del furto della corona.
Strecatto mi descriveva questo ragazzo com'era fisicamente e mi indicava con esattezza quanto fosse carino e di come fosse già stato attraente ai suoi occhi attraverso lo sguardo, ma alla fin fine non gli ha mai parlato di persona, aveva detto che oltre ad essere un po' introverso verso i suoi confronti aveva deciso che se un giorno il destino li avrebbe fatti riavvicinare si sarebbe aperto con lui prontamente.
Non avevo mai pensato come fossero le relazioni omossessuali, non le trovavo strane o sbagliate, ma sotto il mio punto di vista sembrava una cosa diversa perché conoscevo solo il solito modello della coppia tra uomo e donna ed ero quindi del tutto etero; però non ero intenzionato in una vita sentimentale, l'unico mio obbiettivo era essere potente, accolto e rispettato come un vero e proprio sovrano: l'amore lo lascio da parte, non ne ho mai avuto bisogno.

𝘐𝘭 𝘮𝘪𝘰 𝘨𝘪𝘰𝘪𝘦𝘭𝘭𝘰 || 𝗍𝗁𝖾𝖻𝖺𝖽𝗇𝖺𝗎𝗍𝗌Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora