Capitolo 1 - L'incontro destinato

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"L'incontro destinato"

Nel mezzo di un cielo splendente, una freccia scoccò da un arco di un giovane ragazzo, stava cercando di prendere un uccello per sfamare la sua fame e il suo nome era Ernesto.

Quel ragazzo passava il suo tempo a esercitarsi con l' arco e frecce, il suo sogno era essere il miglior arciere del suo regno, ma data la sua giovane età era ancora un sogno da realizzare, ma il suo cuore già sentiva che lo sarebbe diventato.

Nel bel mezzo del suo allenamento il suo arco non aveva un attimo di tregua se non quello di scoccare frecce in continuazione, finché il braccio del giovane Ernesto non chiedeva pietà per una piccola pausa; il ragazzo così si posò su un sasso per riposarsi.

Mentre era nel mondo dei sogni udì un carro che stava passando nei dintorni, ma la cosa che lo fece allarmare fu le grida di una donna che si sentiva mentre il carro passava.

Ernesto si scosse di colpo dal masso e cercò di seguire quel suono, tanto si avvicinava al carro e tanto il suono si amplificava, finché non si trovò dentro a un cespuglio a un metro di distanza dal carro.

In quel momento stava assistendo a un vero rapimento; un uomo stava tenendo stretto una donna che gridava a squarcia gola: <<Aiutoooo!...Qualcuno mi aiutiii!>>

Ernesto era pronto per agire con il suo arco finché a un tratto sbucò da un vicolo un cavaliere a cavallo che nel mentre sguainò la spada e indicandola al rapitore gli disse: <<Fuori legge....Lascia stare quella donna!>>.

Il rapitore non ne voleva sapere di discutere, si limitò dicendo: <<Mai!...Lei è mia !>> e nel mentre dalla sua tasca uscì un pugnale che con una velocità fulminea stava per dirigersi verso il volto del cavaliere.

Ernesto che aveva già il suo arco in mano non esitò a intromettersi nella conversazione, scoccò la freccia che riuscì a deviare la traiettoria del pugnale che andò a scagliarsi vicino a un tronco.

Il cavaliere disorientato notò la presenza del ragazzo dietro quel cespuglio, il rapinatore notando che il cavaliere era distratto andò al comando del carro fece comando ai cavalli e scappò con la donna nelle sue grinfie.

Il cavaliere vedendo il carro che si allontanava da lui, guardò il ragazzo di nuovo e disse: <<Forza ragazzo !!! Sali sopra ho bisogno ancora di te !>>.

Ernesto sentendo una richiesta del genere non ci rifletté sulla pericolosità della vicenda, salì sopra senza esitare.

Così i due giustizieri galopparono alla velocità della luce verso il carro, non era tanto difficile raggiungere il rapinatore, in un batti baleno erano alle sue calcagna, il rapinatore se ne accorse e cercò di deviare in vie interne del bosco, il cavaliere non esitò a seguirlo e insieme al suo destriero allenato non c' era nessuna difficoltà nel raggiungerlo, il ragazzo era lì, dietro al cavaliere impietrito da tutto ciò, non era mai stato a un inseguimento, il cavaliere gli disse: <<Ragazzo...ho un piano e ho bisogno che tu mi ascolti ! Quando te lo dico io scocca una freccia nella ruota destra del carro!>>.

Ernesto sentendo il piano del cavaliere gli rispose: <<Va bene lo farò!>>

Così mentre il carro svoltava da una parte all' altra il cavaliere stava aspettando il momento giusto per avviare il piano; la via pian piano si stava facendo più stretta, il rapinatore non conoscendo la strada non se ne accorse e alla prima curva stretta mentre il carro era sotto pressione dalla curva, il cavaliere si attivò e disse al ragazzo:<<Scocca la freccia!!! ORA!>>

Così Ernesto con tutta la forza che aveva nel braccio scoccò la freccia che in un lampo di fulmine andò a finire sulla giuntura centrale della ruota destra spaccandola.
La ruota si sfilò uscendo dall' asse del carro, egli collassò cadendo da un lato, il rapinatore cadde a terra e fu subito fermato dal cavaliere a cavallo mentre gli puntava nuovamente la sua spada insieme a Ernesto con la sua freccia.

Il rapinatore si arrese e si fece arrestare, la donna dentro il carro era un po' frastornata dal viaggio ma vedendo i suoi salvatori si tranquillizzò così fu liberata.

Il cavaliere mentre accomodava la donna a cavallo per portarla al regno, guardò il ragazzo e gli disse: <<Grazie ragazzo per avermi aiutato ed avermi salvato la vita. Mi presento sono Sir Oreste!>>

Ernesto sentendo le lusinghe del cavaliere si imbarazzò un po' rispondendogli:<<Prego è stato un piacere>>.

Sir Oreste continuò dicendogli: <<Sei un ottimo tiratore con l' arco ! Chi è stato il tuo maestro ?>>

<<Non ho un maestro....Mi sono sempre allenato da solo.>> disse Ernesto.

Il cavaliere sentendo le sue parole gli fece una proposta: <<Cosa ne pensi di venire insieme a me in Caserma al regno ? Ho sempre avuto bisogno di un aiutate come te !>>

Ernesto non credeva a questa proposta, era il sogno che aveva sempre desiderato "Entrare nella caserma del regno come arciere", accettò la proposta senza esitazione.

Così i due giustizieri intrapresero la via verso il regno per iniziare la loro grande avventura della loro vita.

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