Livello 1 - Zona abitabile

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Dove sono?

Il mio corpo non esiste, era solo una farsa. Pensavo di non essere capace di compiere una cosa simile, diventando come l'aria. Ma non avevo una forma distinta, umanoide o riconoscibile da una mente razionale.

Come ho fatto?

Chiesi alla mia mente, mentre percorrevo quella distesa industriale. Alcune luci al neon bianche illuminavano il mio cammino, attraverso una strana nebbiolina bianca. Qualcosa o qualcuno stava lavorando, almeno da quello che stavo sentendo. Forse ero finito in un magazzino di un'azienda, e magari avrei trovato qualcuno come me, con una faccia e dei lineamenti.
Ma nel mentre cercavo di avanzare e trovare un volto come il mio, dopo alcuni kilometri di speranza arrivai ad un bivio.

Un ammasso di cubi a forma di umanoide mi guardava, in posizione supina e dolorante si girò verso di me, intravedendo qualcosa di famigliare in lui. Non so cosa mi prese, ma sentì un ronzio provenire dalla mia testa. Avvicinai la mano a quel polimero che ricordava vagamente un arto in 2D, e la strinsi con forza...

Una visione di un cielo stellato apparve, mentre qualcosa sussurrava alcune parole.

"Ti sto guardando.... ti stiamo ascoltando.... anima .... sei nostro..."

Poi quell' oscurità iniziò a tingersi di rosso sangue, mentre dalle stelle, un liquido nero iniziò a sgocciolare imbrattando il cielo.

Poi quell' oscurità iniziò a tingersi di rosso sangue, mentre dalle stelle, un liquido nero iniziò a sgocciolare imbrattando il cielo

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" lui ha le risposte.... Jerry.... aiuto!"

Quella voce, sinistra si mise a urlare, emise uno stridio che anche dopo essere rinsavito da quel sogno. Mi accasciai a terra, in preda agli spasmi iniziai a sbavare e vomitare.
"Cosa mi sta succedendo!"
Subito dopo, non ricordo nulla.
Mi svegliai su una branda, in una tenda. Guardai quel posto illuminato da una lampada sospesa al centro dove oltre a me c'era una scrivania e lui. Quell' essere senza volto che mi guardava da dietro una scrivania. Si alzò e mi aiuti ad alzarmi, per poi rimanere lì a scrutarmi. Alzò la mano e accarezzò il mio volto, partendo dalla fronte, e in un inquietante silenzio si sedette sulla branda.
Mi dissi: forse, prima aveva un naso e una bocca. Ma tra le tante domande che mi rimbalzavano nella testa, una tra queste era come c'ero finito lì.
Appena pensai quella frase, l'essere si alzò, prese una penna e scrisse qualcosa su un foglio.

Non preoccuparti, qui siamo al sicuro, noi sappiamo quello che facciamo.

<Quindi, grazie ma...> dissi con gratitudine, ma appena stavo per terminare la frase, mi mise una mano sulla bocca.
<Capisco, posso ringraziarti per favore?> chiesi, e lui alzò le mani e scrollò le spalle.
Presi un pennarello indelebile, e li disegnai uno smile sul volto.
Non so come ma quel gesto, sentivo che sembrava importante per lui.
<Lo so che può essere infantile, ma da oggi io, se vorrai restare con me, sarò pronto a darti ciò che vorresti> dopo aver detto quelle parole, scrisse un grazie a lettere cubitali sul foglio.
<Comunque non ci siamo ancora presentati, io sono Luke...> e con quella frase mi strinse la mano, ma lui a quanto pare non aveva un nome.
<Ok se vuoi, posso chiamarti, Sam!> lui annuì e alzandosi mi abbraccio.

Forse stava per iniziare qualcosa di cui nessuno di noi era pronto, nemmeno io. Dovevo ancora capire come tornare a casa....

The Backrooms - Oltre l'Ignoto (!ANTEPRIMA!)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora