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You can be the boss-Lana Del Rey

Wednesday's Pov:
Sono in questo posto da oramai una settimana e posso dire di essermi già particolarmente ambientata. Le lezioni inizieranno domani, essendo una scuola diversa dalle altre anche riguardo alle tempistiche e orari non è da meno. Per non parlare delle materie, l'unica che è possibile trovare anche nelle altre scuole é letteratura, per il resto è tutto così strano. In questa settimana non è successo niente di particolare se non il mio inesistente livello di sopportazione riguardante Enid, è sempre così euforica e felice che mi da sui nervi. «Xavier!!! che bello sentirti è una settimana che non ti vedo, si, sisi, ciao a dopo.» La mia attenzione cade su Enid, effettivamente è una settimana che non incontro o vedo da qualche parte quel ragazzo strano, non che mi interessi, ma dopo il nostro primo e ultimo incontro sono rimasta perplessa. «Wednesday tu verrai stasera?» «Dove.» «Come dove è su tutti i social!! La festa di addio alle vacanze per l'inizio delle lezioni» «Uno, non no un telefono, Due, No.» «Ci sarà anche Xavier, ho visto come lo guardavi attento.» «No, e qualsiasi pensiero tu abbia su me e lui, cancellalo se non vuoi morire soffocata nel sonno.» Soddisfatta del suo silenzio torno a farmi i cazzi miei senza rendermi conto di una Enid in piedi davanti al mio letto con un sorriso beffardo sul volto. «Cosa vuoi, Enid.» «Uno, due...»

Ed eccomi qua, a scegliere un vestito per questa dannatissima minchiata di festa.«Rosa o Azzurro.» Alzo gli occhi al cielo, non me ne frega totalmente niente dei suoi colori pastello, la ignoro e mi incammino nel reparto Halloween a cercare qualcosa. «Wednesday, guarda qua.» Sbuffo ma la raggiungo. Un vestito aderente si para davanti a me, nero e rosso, stupendo. «A te starebbe da dio, prendilo.»

La tortura finalmente è finita, ma adesso ne parte un'altra, devo truccare Enid e cristo non sta ferma sto per impazzire «cazzo brucia.» «Enid, truccati da sola, basta.» Inizio a prepararmi partendo dal trucco, ai capelli per poi finire con il vestito e i tacchi. «Wednesday hai finito?» «Mi sento ridicola non voglio uscire dal bagno.» «Se non esci entro io, uno, due..» Apro la porta e la guardo in imbarazzo, mi sento imbarazzante. «Giuro, sei bellissima, fammi fare una foto ricordo mettiti in posa.»

Ci stiamo incamminando verso quella che dovrebbe essere una festa e cristo, perché ho deciso di mettere i tacchi, peggio di una tortura

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Ci stiamo incamminando verso quella che dovrebbe essere una festa e cristo, perché ho deciso di mettere i tacchi, peggio di una tortura. Entriamo all'interno dell'edificio, molto raffinato ma che riprende sempre molto lo stile della Nevermore, quindi gotico, mi piace. «Ti presento ai miei amici, frequenteranno i nostri corsi tanto, è ora che tu ti faccia un'idea.» La seguo sconfitta e un gruppo di persone fanno capolino ai miei occhi, mi sento avvampare, voglio scappare. «Ragazzi, vi presento Wednesday la mia compagna di stanza, Wednesday ti presento: Ajax, il mio ragazzo, Yoko, Tyler ossia l'intruso essendo che è un umano, Bianca e Xavier che al momento non c'è.» La tipa nominata prima del tipo strambo mi guarda male, se pensa di riuscire a mettersi contro di me allora si sbaglia. «Wow interessante, vado al tavolo dell'alcol.» Mi giro e alzo i tacchi, letteralmente, verso la mia direzione preferita. «L'ho detto che il rosso ti donava Mon Cheri.» Un brivido mi percorre la schiena, sento delle labbra appoggiarsi delicatamente al mio collo, sto per avvampare. Mi giro verso la sua voce oramai inconfondibile rendendomi subito conto della poca, anzi, pochissima distanza dai nostri corpi, il suo petto mi sfiora. La nostra differenza di altezza adesso posso particolarmente notarla, con i tacchi alti quindici centimetri li arrivo precisamente sotto il mento. Mi mordo il labbro in maniera nervosa e alzo lo sguardo su i suoi occhi, mi sta fissando senza distogliere lo sguardo, sembra che stia studiando ogni mio piccolo particolare. Mi allontano, senza staccare i miei occhi dai suoi e prendo un bicchiere contenente dentro del vino rosso e me lo porto alla bocca per sorseggiare un goccio, tutto sotto il suo sguardo attento. Mi lecco le labbra e vedo che abbassa lo sguardo per osservare il movimento, mi sento in imbarazzo. «Thorpe.» Faccio un cenno con la testa, e me ne vado. Posso sentire ancora il suo sguardo bruciarmi la pelle, ma me ne vado vittoriosa per aver finalmente vinto la mia prima battaglia con estrema eleganza. Sono sicura di averli fatto mangiare la polvere, quella che merita un narcisista come lui.

𝑇𝑒𝑎𝑐ℎ 𝑚𝑒 𝑡𝑜 𝑓𝑒𝑒𝑙 𝑒𝑚𝑜𝑡𝑖𝑜𝑛𝑠. •𝑿𝒂𝒗𝒊𝒆𝒓 𝑻𝒉𝒐𝒓𝒑𝒆•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora