E sono talmente arrabbiata con lui che lo prenderei a schiaffi, gli strapperei i capelli uno a uno, gli lancerei addosso ogni singola parte del mio cuore a pezzi.
E Invece rimango immbole, ferma, paralizzata. Perchè di nuovo c'è qualcosa più forte di me a bloccarmi.
Louis ha bisogno di essere salvato. Infondo è questo il nostro compito, salvarci, è la promessa che non ci siamo mai fatti ma che i nostri occhi hanno urlato fin dal primo momento.
-"Louis, cosa dici, stai calmo, io sono qui"
-"Non dovresti essere qui Abigail. Ma lo vedi che cazzo di posto- e sorride amareggiato, per poi continuare- tu con una vita perfetta, un ragazzo da sogno, nella bella Londra una villa a diecimila piani e poi sei finita qui.." tossisce- ha le palpebre pesanti e biascica ancora qualche parola incomprensibile mentre le labbra diventano viola.
-"Louis, Louis sta calmo. Ti prego calmati, ora, zitto, io sono qui, sono qui, sono qui con te, non me ne vado."
E lo vedo mentre le forze fuggono dal suo corpo e la sua capacità di intendere svanisce del tutto e si lascia cadere contro il muro del bagno.
-"Merda, merda, merda."
Inizio a sudare mentre cerco di legarmi i capelli.
Come ci esco da questa situazione ora?
Trascino me e lui con la poca forza che ho fuori dal locale.
Riconosco il buttafuori di qualche ora prima e in poco tempo riesco a convincerlo a farmi dare un passaggio.
Avrà circa quindic'anni più di me e non mi ispira la minima fiducia, ma devo farlo per Louis.
La sua sua macchina è piccola, nel disordine più totale e c'è odore di sigarette e fumo, ci sono superalcolici costosissimi nascosti sotto i sedili posteriori.
Continua a guidare ad una velocità folle, ma non ci faccio particolare attenzione perchè troppo impegnata a continuare a schiffeggiare delicatamente Louis e a tenere la paura e l'ansia lontane.
Scorgo una busta piena di soldi proprio sotto ai miei piedi, sono spaventata.
Ripenso a Louis che contava i pochi soldi che ci erano rimasti, ripenso alla droga, ripenso a quanto ci servano.
Non voglio farlo, non sono una ladra. Ma un secondo dopo l'ho fatto, quella busta è nel mio zaino ora e io sono una ladra.
-"È qua, fermati qua, fermati" gli urlo,e per qualche istante temo il peggio, ma poi si ferma e mi aiuta a portare Louis fino al portone di casa.
-"Tieni questo" e mi mette in mano una scatola di un medicinale perfattamente chiuso.
-"Fa scendere la botta, per il tuo ragazzo, gli salverà la pelle" mi sorride, aspettando di essere ringraziato.
-"Non è il mio ragazzo"
-"Buona fortuna"
Non ho il coraggio di guardarlo negli occhi, non ho il coraggio di dirgli grazie, non ho il coraggio di voltarmi a vedere la sua macchina sfrecciare e andare via, chissà dove.
Sono le tre e venti quando riesco a buttare Louis sul letto senza che tenti di alzarsi un'altra volta.
Cerco di fargli ingoiare le pastiglie che mi ha dato quell'uomo ma non ne vuole sapere.
Così gli sto accanto, a guardarlo nello stato peggiore in cui lo abbia mai visto,fino a quando non si addormenta, e mentre continuo a passare la mano tra i suoi capelli e sulla sua fronte sudata, sento le lacrime scendere lungo le guance, e non ho la forza di rimandarle indietro.
Quanto ti odio Louis.
Di stare nel suo stesso letto proprio non se ne parla, cosi mi siedo sulla poltrona e aspetto il sonno che non arriva. E passano le ore con quel suono frustrante della lancetta che scandisce ogni secondo, con l'odore di fumo che fa cappa sul soffitto, con il sospiro pesante di quello stronzo che non sono riuscita ad abbandonare.
-"Abs" apro appena gli occhi, per poi richiuderli e tento di dire qualcosa.
-"Abs!"
-"Eh, cosa c'è?" rispondo sta volta svegliandomi del tutto, con un dolore fitto alla schiena e un male alla testa insopportabile.
-"Buongiorno" e lo dice cosi, come se non fosse successo niente, come se non avesse creduto nemmeno per un secondo che me ne sarei andata, come se perdermi non fosse un grande problema per lui. Lo stomaco mi si stringe al pensiero, fa un male del cazzo.
-"Lavati, prepara le tue cose, e andiamocene" gli dico senza nemmeno guardarlo in faccia e alzandomi di scatto dalla poltrona, sfilando i vestiti consumati di ieri sera.
Mentre lui sta sotto la doccia io inizio a preparare il mio zaino, poi mi siedo al bordo del letto e mi giro una canna. Sono agli ultimi tiri quando Louis esce dal bagno con addosso solo i box, una maglietta bianca larga e le calze.
Quando chiude la valigia mi alzo dal letto e mi metto il mio zaino in spalla.
-"Senti Abigail se devi fare così però tanto vale che.." mi giro di scatto e gli tiro uno schiaffo che gli gira la faccia.
Non fa una piega, è del tutto impassibile e io continuo a camminare fino a quando sono costretta a fermarmi.
-"Senti un po', facciamo che mi rivolgi la parola il minimo indispensabile ma un minimo ci dobbiamo organizzare" e questa volta il suo tono è lievemente diverso.
Annuisco, perché non posso che essere d'accordo.
Ora io e Louis abbiamo un patto: comunicare il meno possibile.
Ma come ci siamo ridotti cosi?
-"Bene allora dove stiamo andando?" chiede e io scrollo le spalle.
-"Sei ancora convinta di volere andare a New York?" Annuisco.
-"Bene, quanti soldi abbiamo?"
I soldi.
Questo non l'ho detto a Louis, i sensi di colpa tornano a logorarmi lo stomaco e mi mordo l'interno di una guancia fino a farla sanguinare.
-"Louis c'è una cosa che non ti ho detto"
-"Hai ancora la lingua allora?" lo fulmino con lo sguardo e lui tace indietreggiando e io ingenuamente sorrido. E poi riacquisto la mia originaria espressione apatica.
-"Ho rubato una valangata di soldi, non chiedermi nè dove nè da chi"
-"Quanti sono?"
Apro delicatamente la tasca esterna del mio zaino e sfilo la busta colma di banconote di valore diverso compreso tra i cinquanta e i cinquecento dollari.
Louis si mette le mani nei capelli.
-"Oh cazzo Abbie"
-"Louis ero ubriaca marcia!" e mi dispero ancora mettendomi le mani nei capelli.
-"Non avevi possibilità, lo avrei fatto anch'io, stai tranquilla"
Prova ad avvicinarsi a me per abbracciarmi ma lo respingo brutalmente, cosa della quale mi pento poco dopo.
-"Allora andiamo direttamente a New York, se per te va bene" annuncia dopo qualche minuto di silenziosa riflessione. Rimango impietrita ma alla fine riconosco che è la cosa migliore e allora annuisco. E a Louis torna il sorriso e i suoi occhi riacquistano luminosità.
Mi prende in vita e mi fa girare ignorando i miei calci di protesta.
-"Sono l'uomo piu stupido del mondo lo sai Abigail?"
Gli avrei sputato in faccio e poi lo avrei baciato, lo avrei picchiato e dopo ci avrei fatto l'amore, lo avrei riempito di insulti e poi gli avrei dedicato le parole piu dolci. E invece rimango in silenzio.
-"Ho sbagliato e non me lo perdonerai mai ma ti ringrazio per essere rimasta"
Sorrido e ora sono io a stringerlo a me, affondando il viso nel suo petto, sentendo il suo cuore battere.
-"Ti amo Abigail"
Il mondo intorno a me si ferma per un momento e sono convinta di aver capito male, ma lui lo ripete ancora.
-"Stiamo facendo tardi, muoviamoci" gli dico.
Non avrei potuto dirgli altro, non dopo tutto quello che ha fatto, e se si aspettava di sentirsi dire la stessa cosa da me, aveva sbagliato persona.
Spazio Autrice
Buona sera lettori.
Bene, volevo dire che io sono commossa.
Vorrei ringraziare ognuna di voi per il supporto che mi avete dimostrato.
Grazie per non esservene dimenticate per essere state pronte a leggere con lo stesso entusiasmo.
E io cerco di ricambiare, aggiornando senza ritardo, è il minimo.
Non pensavo che foste davvero così meravigliose, grazie davvero!
Spero che il capitolo non vi deluda e anche se un po' corto spero vi piaccia.
In ogni caso fatemi sapere, sono sempre qui!
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drugs
Fanfiction"Scusa, hai da accendere?" due occhi azzurri mi fissavano, osservandomi attentamente, i capelli castano chiaro tirati su da un po' di gel si scompigliavano leggermente a causa del vento, rimaneva in attesa si una mia risposta, che tardava ad arrivar...