Dante Alighieri - Poeta (Firenze, tra il maggio e il giugno 1265 - Ravenna, notte dal 13 al 14 settembre 1321). Della madre, che dovette morire presto, non sappiamo che il nome, Bella; il padre, Alighiero di Bellincione di Alighiero, morto intorno al 1283, apparteneva a una famiglia di piccola nobiltà cittadina (il trisavolo di D., Cacciaguida, fatto cavaliere da Corrado III, morì nella 2a crociata, 1147), ma ai suoi tempi decaduta: egli faceva forse il prestatore, o comunque si occupava di affari. Tuttavia Dante (il nome è forma accorciata, familiare, di Durante) condusse da giovane vita da gentiluomo, e come tale militò nella cavalleria (battaglia di Campaldino, 1289). Aveva studiato grammatica e filosofia probabilmente presso i francescani di S. Croce, retorica forse con Brunetto Latini e a Bologna, dove in ogni modo si trovava nel 1287 o poco prima. Cominciò a poetare ben presto; ai suoi 18 anni risale, secondo il suo racconto, il primo sonetto databile che di lui ci rimanga, in onore di Beatrice. Si è ormai d'accordo nel ritenere storica la personalità di lei, che è con buon fondamento identificata in Bice di Folco Portinari, sposata a Simone de' Bardi e morta l'8 giugno 1290. Da una passeggera infedeltà alla memoria di lei nasce in D. il proposito di celebrarla più solennemente di quel che prima non avesse fatto con le sue rime sparse, raccogliendo appunto tali rime e collegandole col racconto dell'intera vicenda del suo amore. Nasce così (circa 1292-93) la Vita nuova (v.), in cui Beatrice appare come guida a Dio non solo di D. ma di tutti gli animi gentili. E aristocratica è la lirica di lui, come aristocraticamente raffinato, per costumi e per ideali letterarî, fu quel gruppo di giovani poeti, di cui egli fu cospicua parte, che, ispirandosi a Guido Guinizzelli, si contrappose da una parte a Guittone, dall'altra ai verseggiatori di tono popolareggiante, e che D. stesso più tardi affermò (Purg., XXIV, 49 e segg.) avere instaurato un nuovo modo di poesia, un "dolce stil novo", onde l'espressione è rimasta a indicare tutto il gruppo (v. stil novo). Se le sue infedeltà a Beatrice siano per una donna (la "donna gentile" della Vita nuova) o per la filosofia (come sembrerebbe attestare un'esplicita dichiarazione del Convivio), è tuttora oggetto di discussione; certo è però che poco dopo il 1290 D. si volge alla filosofia, della quale in breve s'impadronisce: senza interrompere del tutto la lirica d'amore, egli riflette questa tendenza in liriche di filosofia morale. Probabile è anche un periodo di amore sensuale, per donne ben diverse dalla discussa "donna gentile"; a esso si possono far risalire le cosiddette rime "petrose" (intorno al 1295 ?) per una Pietra o per una donna dura come pietra, ma esse testimoniano in verità intenti di esercitazioni letterarie diverse dalle consuete, molto più che vicende biograficamente o psicologicamente determinate. Sempre a quel periodo potrebbe risalire la tenzone con Forese Donati (D. e il suo amico si rimproverano e rinfacciano in sei sonetti, tre per ciascuno, colpe e difetti d'ogni genere, alcuni assai gravi: ma si tratta anche qui in fondo di un'esercitazione letteraria) e, se sono di D., il Fiore (v.) e il Detto d'Amore (v.). Senza riflesso nell'opera letteraria fu il matrimonio di D. con Gemma di Manetto Donati, cugina di Corso e di Forese, ma di un ramo meno potente della famiglia; matrimonio combinato nel 1277 e attuato forse verso il 1285; dal quale nacquero (a noi noti) Iacopo, Pietro, Antonia (forse poi monaca a Ravenna col nome di suor Beatrice), e forse anche un Giovanni.
(Treccani, 2022)
In copertina: illustrazione di Paradiso Canto III di Moebius.
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Divina Commedia: Paradiso - Dante Alighieri
PoetryLa Comedìa, o Commedia, conosciuta soprattutto come Divina Commedia, è un poema allegorico-didascalico di Dante Alighieri, scritto in terzine incatenate di endecasillabi in lingua volgare fiorentina. Composta secondo i critici tra il 1304/07 e il 13...