Prologo

3 1 0
                                    

Che noia, davvero che noia. Sono all'ennesimo incontro di lavoro con mamma e papà, da almeno tre ore, non so se magari ho perso anche la congiunzione del tempo, so solo che sono davvero stanca di vedere facce adulte, per di più sconosciute! Ed io che avevo intenzione di passare il pomeriggio al parco, che sciocca Soleil. Nel tentativo di prender un po' d'aria, mi affaccio alla finestra. Mamma avresti potuto portarmi al parco! Vedo tanti bambini che passeggiano con i propri genitori, ma sono costretta a coprirmi gli occhi perché il sole è troppo luminoso, mi piacerebbe tanto poter guardarlo, maledetti occhi chiari! Chiudo le tende, delusa sbircio quello che posso. Ci sono bambini con dei lecca-lecca tra le mani, pop-corn, snack vari, che ovviamente i miei genitori mi proibiscono anche solo di guardarli, "non sono salutari" blabla, gli unici snack che mi sono concessi sono quei schifosi broccoli, ops, una parola vietata per me, "schifosi" me l'ha insegnata Adrien, mio fratello maggiore, ha circa 13 anni, quindi 4 anni in più. Vedo anche delle nuvolette colorate, le tengono altri bambini tra le mani, aspetta, ma quello è zucchero filato! Ne voglio anch'io! L'ho assaggiato una sola volta nella mia vita, di nascosto, ma credo di amarlo, Adrien me ne prese un po' , prima di trasferirci qui a Londra, a Parigi. Un bambino che tiene tra le mani una di quelle nuvolette colorate, l'assaggia, per poi esserne disgustato, buttandola, maledetto potevi darla a me, ha i capelli color oro, al contrario dei miei corvini, sembra quasi di poterci vedere il sole, che i miei occhi non riescono a vedere, parlando di occhi, sono molto lontana, ma posso intuire che i suoi siano neri, pare che i capelli siano il sole e gli occhi la notte. Resto per qualche minuto a fissarlo, fino a che il bambino guarda verso la mia finestra, mi nota, che figuraccia! Mi guarda e si acciglia, cavolo adesso si farà brutti pensieri, gli cedo un piccolo sorriso, e lui, inaspettatamente, ricambia. Arrossisco. Ci guardiamo per qualche secondo, fino a che non gli arriva uno schiaffo dietro la nuca, lo prendo come gesto simpatico, fino a che non vedo un uomo, dietro di lui, che presumo sia il padre, tenere segretamente, per non essere notato, i polsi ad una donna, la madre, avente di volto triste, i bei capelli dorati come quelli del bambino, e un piccolo taglio poco sotto la mascella. Come fanno le persone a non notarlo? anzi, come fanno a fingere di non notarlo? Scatto in piedi, voglio aiutare quel bambino. Esco da questa maledetta stanza correndo, non mi importano le urla di mamma. Arrivo giù, guardo il punto preciso in cui un minuto fa c'era quella famiglia. Non c'è più nessuno. Mi guardo intorno, ma invano, vedo solo mia madre che mi prende con violenza la mano, continuando ad urlare. Da allora, ho l'abitudine di affacciarmi alla mia finestra, per notare le persone che sono in difficoltà, ma non ho più rivisto il bambino dai capelli d'oro.

Can a thug fuck your heart and mind?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora