Muta.

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Avevo 17 anni quando smisi di parlare, la veritá e che non lo feci per un motivo preciso: un giorno mi svegliai e presi questa decisione piuttosto avventata.
Ho sempre pensato che parlare con gli altri di noi ci mette a conoscenza della nostra stessa persona, perchè i pensieri e i sentimenti se rimangono nella nostra testa e non vengono espressi sono solo un qualcosa di oscuro, di cui l'unico che nè è veramente a conoscenza è il nostro alterego.
Smisi di parlare per il semplice fatto che non volevo conoscermi, avevo quasi paura della persona che sono.
Non perchè io pensassi a chi sá quale cattiveria o altro, anzi forse si, molto spesso amavo aver potere sulle persone, amavo prenderle in giro e tagliarle con le parole.. Questo per il semplice fatto che fin ad allora le persone avevano tagliato me, ma quando avevo iniziato a imparare io i loro stessi trucchi avevo deciso di fare lo stesso con loro.
Finchè quella mattina smisi di entrare nella mia testa e quindi di imparare a conoscermi.
Questa diciasettenne che non parla piú non sono io, questa diciassettenne è quella che amo definire l'altra me che poi diciamocelo, è la vera me.
Questa storia non è degna di essere chiamata tale; è breve e senza senso.
Solo chi ha provato quello che provo io potrá capire, tutti gli altri possono anche definirmi strana, malata e quant'altro..
Dato che è piu facile definire gli altri tali piuttosto che definire noi stessi stupidi e superficiali, sbaglio?

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