Quel giorno Timmy non si svegliò come tutte le altre volte.
Era agitato, impaziente e una sorta di scarica elettrica gli percorreva tutto il corpo. Quello non era un giorno come tutti gli altri, era Natale.
Non c'era un solo minuto da perdere. Uscì dal letto e iniziò a correre giù per le scale, ancora con il pigiama addosso, senza curarsi di non fare rumore diretto verso il salotto.
Sotto l'albero, come ogni anno, trovò il regalo con il biglietto con il suo nome sopra. Senza pensarci due volte Timmy ci si fiondò contro e iniziò a scartarlo con foga facendo volare pezzi di carta come se fossero fiocchi di neve.
Era da un anno che aspettava quel giorno, un intero anno passato a mangiare le verdure e a fare i compiti. Tutto questo solo per ricevere quel regalo e finalmente quel momento era arrivato.
L'anno scorso aveva chiesto di ricevere la nuova PlayStation 5.5 e non era stato deluso. La soddisfazione durò poco dato che suo cugino che abitava negli Stati Uniti gli disse che aveva già la PlayStation 6.75 che doveva uscire l'anno successivo. Timmy, che non voleva essere da meno, domandò subito a Babbo Natale una anche lui.
Però, non sembrò trovare ciò che aveva chiesto. Sotto la carta c'era un pacco nero e sembrava non avere neanche un coperchio, o una qualsiasi apertura. Anche il peso non corrispondeva, era così leggero da sembrare vuoto. Persino agitandolo non produceva alcun suono.
Che fosse davvero vuoto? Babbo Natale lo aveva preso in giro?
Al solo pensiero di tutte le ore perse a studiare invece che andare in giro a fare il bullo con i suoi amici andò su tutte le furie.
Tirò un calcio al pacco che rotolò fino a colpire il muro e si aprì a metà.
Dalla crepa uscì un raggio di luce bianca.
Incuriosito, Timmy lo prese e allargò l'apertura.
Quello che vide lo fece impazzire.
Quel giorno di Natale Timmy non fu il solo a non ricevere quello che desiderava. Una sequenza senza fine di urla disperate si alzarono dalle case di tutto il mondo.
Per capire cosa successe quel giorno dobbiamo tornare indietro di ventiquattro ore, in un'isola in mezzo al sud del Pacifico.
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Dagon sapeva che una volta toccato quell'antico artefatto avrebbe dato avvio ad una sequela di eventi che avrebbero risvegliato il suo signore. Questo non era previsto, nemmeno per i prossimi mille millenni. Nonostante ciò, le circostanze lo richiedevano.
Partì la mattina stessa da Innsmouth, non appena lesse la missiva che un mi-go gli consegnò da parte dei piani alti. Circumnavigò a nuoto il sud America più velocemente che poté fino a raggiungere R'lyeh. Una volta arrivato, senza neanche darsi il tempo di riprendere fiato, raggiunse il disco che si ergeva al centro dell'isola, sulla cui cima spuntavano un obelisco e due dischi più piccoli ai lati. L'antico spostò le quattro lancette (la prima teneva lo scorrere degli eoni, la seconda delle ere, la terza dei periodi e l'ultima delle età) finché l'obelisco non iniziò ad oscillare sempre più forte colpendo i dischi producendo un suono assordante e insistente.
Le grandi porte si aprirono cigolando facendo uscire un verso simile a quello di una balena.
Cthulhu si era risvegliato.
Uscì dalla sua tomba con addosso ancora il pigiama a righe non euclidee bianche e azzurre. In testa indossava un berretto della stessa fantasia del pigiama con un pon-pon attaccato alla fine, mentre ai piedi portava due pantofole a forma di gatto.
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Quella volta in cui Cthulhu salvò il Natale (a modo suo)
FanfictionCthulhu si ritrova a vestire i panni di Babbo Natale e donerà un Natale indimenticabile.