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Passò un lungo mese, Nathalye imparò in fretta i costumi, le tradizioni e la lingua degli Omaticaya.
Ormai lei e Spider si vedevano quasi ogni notte ad osservare il cielo stellato dalla centrale.

Una di quelle sere la ragazza chiuse gli occhi e poggiò il palmo della sua mano, sulla spalla del ragazzo situato di fronte a lei.
"Io ti vedo." affermò sospirando

Spider ricambiò il gesto ed entrambi riaprirono gli occhi rimettendosi composti l'uno di fronte all'altro.
"Io conto su di te, i miei amici si fideranno di te ne sono certo."

Fece una breve pausa, ma dopo poco ricominciò a parlare: " Per favore salva il mio popolo da tutto questo strazio Nathalye." la supplicò il ragazzo.

Nathalye fissò a lungo i suoi occhi, vedeva in essi la speranza.
Tutti, persino Eywa contava su di lei, poteva sentire il suo respiro, il battito lento del suo cuore.
"Eywa è con te." aggiunse Spider puntandole il cuore con un dito della mano.

Nathalye sorrise, ma non disse nulla.
"Non sono ancora pronto a vederti come avatar, credimi." affermò Spider ridendo sotto i baffi.
"Smettila scemo, sarò solo un po' più blu del solito." rispose la ragazza ridendo insieme a colui che ormai era diventato il suo più grande amico.

Nathalye quella sera stava per uscire dalla stanza in cui era custodito il giovane Spider, ma sulla soglia della porta il giovane richiamò la sua attenzione.

"Nathalye." la richiamò
La ragazza si voltò seria e fece cenno col capo all'amico di continuare.

"Ho sempre saputo la posizione attuale di Jake ma non l'ho mai riferita. Dobbiamo cercarlo tra il clan dei Metkayna, chiaro?." chiese con fare preoccupato.

Ma la preoccupazione del giovane svanì quando ricevette un sorriso rassicurante da parte della ragazza.

Il mattino seguente era il grande giorno.
Il giorno in cui la vecchia Nathalye sarà ufficialmente morta e sarebbe giunta finalmente Nateywa; questo era il nome che aveva deciso con Spider per presentarsi al suo popolo.

Nelle vene della ragazza scorreva la più elettrica adrenalina, come un vulcano sul punto di eruttare.

"Padre sono pronta." affermò una volta recatasi nello studio del colonnello.
"Mia cara ho aspettato questo momento da troppo e ora che il mio più grande sogno sta per realizzarsi quasi stento a crederci." rispose il colonnello ed avvicinandosi per abbracciare la figlia che però allontanò non apprezzando molto gli abbracci.

"Padre." disse seria ed incrociando le braccia al petto.
"Fammi portare Spider con me, non ho un ottimo senso dell'orientamento e potrebbe servirmi per rintracciare Sully." mentì.

Il padre non era certo di ciò ma decise di affidare
la sua completa fiducia alla figlia.

"Non deludermi." rispose soltanto, per poi uscire dalla porta lasciando sola Nathalye.

Dall'altra parte la famiglia Sully era ancora intenta ad integrarsi nel nuovo territorio.
La famiglia era ancora considerata aliena dal clan dei Metkayna, ma quella che si adattò meglio a questo nuovo stile di vita fu sicuramente Kiri, che quel giorno stava osservando una conchiglia incastonata nella sabbia.

"Che sta facendo?." chiese un Metkayna avvicinandosi con il suo gruppo di amici.
Kiri udì la presenza di qualcuno e tirò fuori il capo dall'acqua.

"Cosa avete detto?." chiese con fare interrogativo.
"Tu sei una specie di..mostro?."
Kiri sbuffò ma si limitò a non rispondere alla provocazione del Metkayna.
"Quindi? sei un mostro o no?." ripetè un altro membro del gruppo.
Kiri irritata rispose semplicemente "No."
Il gruppo Metkayna scoppiò in una sonora risata, finché qualcuno non irruppe nel discorso.

"Hey stai indietro bocca di pesce." affermò sicuro Lo'ak, fratello di Kiri.
Il gruppo di Metkayna si scambiò uno sguardo complice e uno di loro prese parola.
"Oh è arrivato il fratello mostro!" rise

Lo'ak tentò di allontanare il gruppo di "bulli" da sua sorella, ma con scarsi risultati.
Le risate cessarono all'arrivo del fratello maggiore dei Sully, Neteyam.
"State indietro adesso!." gridò verso il gruppo, che fece come ordinato.

"Saggia decisione la vostra, vi conviene rispettare mia sorella, intesi?."
Il gruppo Metkayna alzò le mani in aria in segno di arresa e così Lo'ak, Neteyam e Kiri si allontanarono.

Uno dei Metkayna riprese nuovamente parola: "Bye Bye." disse mimando il gesto del saluto con la mano.
Lo'ak si pietrificò, come se avesse conficcato i piedi nella sabbia come chiodi.

"Vedi amico" prese a parlare voltandosi e avanzando lentamente verso il gruppo. "Queste mani sono le mani di un mostro come dici tu giusto? Ma possono fare tante cose lo sai? Se io chiudo la mano in questo modo.." affermò chiudendo la mano in un pugno.

"Sanno fare molte cose tipo questo." caricò il braccio e con forza diede un pugno al labbro inferiore di Aonung che cadde a terra.

Scoppiò una lotta alla quale si aggiunse anche Neteyam e Kiri che assisteva alla scena divertita.
Entrambi i fratelli Sully non avevano idea di cosa li aspetterà una volta tornati alla capanna.

"Cosa vi avevo detto? dovevate essere impeccabili!" Affermò Jake furioso dal comportamento inaccettabile dei due.
"Scusami padre, è stata colpa mia." disse Neteyam  leccandosi il labbro sporco di sangue e prendendosi la responsabilità delle azioni di suo fratello minore.

"Non mi interessa, siamo ospiti qui. Ora andatevi a scusare con il figlio del capo clan, intensi?." affermò in tono rigido Jake e i due fratelli uscirono con i capi chinati verso il basso dalla capanna.

"Nathalye?." si udì una voce ancora lontana alle orecchie della ragazza.
"Nathalye ci senti?." chiese insistentemente una seconda voce, un po' più vicina rispetto a quella precedente.

La ragazza aprì lentamente gli occhi e tossì.
"Si così, brava." si complimentò un medico poco distante da lei, mentre la aiutava a mettersi seduta sulla brandina.
Nathalye si sentiva ancora strana, i muscoli indolenziti e una volta seduta, tentò di muovere i piedi ormai diventati blu.

"Come si sente?." chiese curioso il medico
"Bene, credo."rispose osservando le grosse mani blu che avevano sostituito le sue minute da umana.

A stento riusciva a crederci, finalmente Nateywa era nata, si sentiva se stessa.
Con questo corpo avrebbe attraversato la buia ma intensa foresta di Pandora e conosciuto il popolo in cui tanto sperava di integrarsi presto.

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