Ragione e Desiderio p.4 (Ultima)

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Quando lo vidi il mio cuore prese a battere velocemente e il fuoco dentro di me si riaccese. Si sedette dall'altra parte del vetro e prese il telefono. Feci lo stesso. Quando il suo sguardo incrociò il mio mi sembrò che il mondo si fosse fermato di colpo. Nonostante adesso fosse lui quello in manette aveva mantenuto la sicurezza di chi sa di essere superiore. Passarono diversi secondi dove ci studiammo a vicenda. Gli stessi occhi chiari, le stesse dita lunghe, lo stesso sorrisetto compiaciuto di quel giorno. Non ha mai confessato di essere colpevole e sapevo che avrebbe fatto il finto tonto anche adesso. -Ciao- disse lentamente. Nonostante il suo orgoglio sapeva di essere nelle mie mani. Una parola e sarebbe finito in carcere per un bel po' di tempo, specialmente se avessi accennato ad una violenza sessuale. I ruoli si erano invertiti e io mi sentivo potente. Avevamo a disposizione quindici minuti per parlare, poi avrei deciso se denunciarlo come mio rapitore o se farlo liberare, dichiarando che non si trattava di lui. La risposta sembra molto semplice, infondo mi ha esposto a innumerevoli traumi indelebili, torturandomi psicologicamente e approfittandosi di me. Però c'era qualcosa che mi impediva di alzarmi e andarmene da li. – Ciao- risposi. Sapevo che la conversazione era registrata, quindi una parola sbagliata ed era la sua fine. -Mi hanno detto che sei il ragazzo per cui sono accusato di rapimento- sussurrò con un sorrisetto sulle labbra. Poteva dire quello che voleva, ma la sua espressione compiaciuta non poteva cancellarla. – Si- risposi senza staccargli gli occhi di dosso -Come ti senti?- Chiese indicandomi il collo, ancora pieno dei suoi succhiotti. Poteva permettersi quella domanda perché nessuno a parte noi due era a conoscenza dell'accaduto, e sapeva che non volevo che si sapesse. Mi toccai automaticamente il collo, dove il suo marchio era ancora presente e in bella mostra. Non risposi e continuai a fissarlo. Stava pensando a quel giorno, lo capii dalle pupille dilatate e il suo sguardo che vagava su di me. Era compiaciuto e non sembrava temere le conseguenze di una mia confessione. Si stava divertendo anche in quel momento, ad un passo dal carcere. – Come ti chiami?- Chiesi dopo qualche istante. Mi sorpresi di averlo chiesto in un momento simile, ma mi sembrava estremamente importante saperlo. – Elia- Elia Elia Elia. Un nome molto appropriato per occhi chiari come i suoi. – Sono innocente- Sussurrò, cercando di mantenere un'espressione neutrale e di nascondere un sorrisetto. Nei suoi occhi non c'era traccia di paura o ansia, solo pura eccitazione e sfida. Elia si guardò in torno, individuando la posizione delle telecamere. Soffiò sul vetro e scrisse una semplice frase composta da due parole "Sei mio". Il mio respiro accelerò e iniziai a perdere lucidità. Non capivo come un semplice ragazzo potesse farmi perdere la testa in quel modo senza neanche toccarmi. I quindici minuti passarono in fretta e presto lui tornò in cella e io dovetti dare una risposta alla polizia. In fondo non avevano vere prove contro di lui, sapevano solo che si trovava nel mio stesso edificio, quindi la mia testimonianza era fondamentale. Mi resi conto troppo tardi che ero ancora nelle mani di Elia, ero ancora sottomesso al suo volere. Quando in tribunale testimoniai a suo favore, affermando di non averlo mai visto, lui sorrise appena. In meno di ventiquattro ore lui era a piede libero, e avevo paura. Sapevo alla perfezione che mi sarebbe venuto a cercare e neppure Dio poteva aiutarmi contro di lui. Ero spaventato, ma l'idea che potesse trovarmi mi eccitava come non mai. Alla fine il vero pazzo ero io, non lui. La sera lasciavo la finestra aperta, convinto che un giorno lui sarebbe tornato. Ero diventato davvero pazzo. Pensavo a lui tutto il giorno e tutta la notte. Durante il sonno gemevo il suo nome. Comprai ogni sorta di gioco sessuale, pensando che fosse lui ad usarli su di me. Mi sembrava di impazzire. Ero più in trappola di quando lo ero davvero. Ero certo che sarebbe tornato da me, in un modo o nell'altro. Non mi interessava più che avrebbe potuto rapirmi di nuovo o addirittura uccidermi. Non mi interessava più niente. Mi aveva completamente sottomesso e non era neanche presente. Quando finalmente lui si presentò da me ero l'ombra di me stesso. Avevo mantenuto le apparenze, ma si leggeva nei miei occhi il vuoto e la disperazione. Quando mi trovò non disse niente, mi guardò e basta. In pochi istanti avevo ripreso tutta la mia vitalità, solo grazie ad uno sguardo. Lo feci entrare in casa mia senza fare domande. -Alla fine hai testimoniato a mio favore, chi l'avrebbe mai detto- si appoggiò al muro-Sai che potrei farti del male, qui e adesso, nessuno lo saprebbe- Eccome se lo sapevo, ma non mi importava più ormai. Lo guardai ancora e ancora, come per confermargli che lo sapevo bene. Eravamo uno davanti all'altro e la tensione era alle stelle. – Hai paura?- Chiese senza sorridere -Si- sussurrai avvicinandomi -Perché non mi hai condannato?- Non lo sapevo nemmeno io. Il sentimento che provavo per lui era qualcosa di assolutamente anormale e tossico, ma era potente e mi comandava -Non lo so- Ero a pochi centimetri da lui. Sentivo la sua presenza come fuoco. Mi sollevò il mento e mi baciò. Un bacio possessivo. Mi ritrovai contro il muro. Era più violento della prima volta, come per sperimentare il mio livello di sopportazione. Mi usò come se fossi una puttana per tutta la notte, trovò i miei giocattoli e ne approfittò. Ogni volta che venivo lui mi baciava e poi ricominciava da capo. Si fermò solo quando non riuscii più a muovermi, eppure non mi ero mai sentito più vivo. Non sentivo più nessuna parte del mio corpo, ma il mio cuore sussultava ogni volta che mi sfiorava. Quando smise di giocare mi addormentai fra le sue braccia. Non avevo idea di cosa sarebbe successo da lì in avanti e non mi interessava. Il vero pazzo fra i due ero sicuramente io e ne era a conoscenza anche lui. Lui era uno psicopatico, mi aveva rapito, tenuto in custodia per settimane. Mi ha scopato e abbandonato in mezzo ad una stanza vuota. E nonostante tutto l'ho liberato e gli ho permesso di scoparmi di nuovo. Alla fine non si è altro che quello di cui si ha paura. 

^^^^Ed eccoci alla fine di questa strana storia. Grazie di averla letta fino alla fine. Spero che vi sia piaciuta. Grazie di tutto il sostegno^^^^

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