Ma io ho letto tante cose in quei occhi ghiacciati dal tempo e dal dolore.
C'erano tante storie in te che avevano preso la forma di coltelli e ti aprivano il cuore ad ogni parola che pronunciavi o immaginavi dentro di te.
Ed io, con le mani sul tuo viso cercavo di mandare via il dolore.
T'accarezzavo più delicatamente possibile le tue guance incavate, che manco mangiavi più per paura di avere le forze per soffrire ancora di più.
Ed io andavo in chiesa ogni mattina inginocchiata pregando per la tua anima che volò durante la guerra in Francia.
Di te tornò il corpo, e l'estinzione dell'uomo in carne ed ossa.
Ed io t'ho amato, amato per questo e amato per altro.
Ti ho ancora, non ti ho lasciato, ho ancora la tua mano nella mia nonostante tu te l'abbia mozzata.
Tengo di te il ricordo in cui urlavi che ce l'avevi fatta, con i soldi in mano e la pistola nell'altra.
Perché a te?
Te che hai corso per la morte come se fosse vita, per proteggere la tua famiglia.
Chi c'era a proteggere te?
Chi era il tuo faro?
Ed io ci pensavo a te, giorno e notte.
Pensavo alle tue urla, ai tuoi comandi e a tutti gli uomini a cui hai sparato.
Non ho mai voluto veramente andare via da te, volevo rimanere al tuo fianco e darti il mio cuore che il tuo cadeva ad ogni passo che facevi.
Ero intrappolata nei tuoi occhi, e tu lo sapevi.
Non mi hai mai lasciato andare dall'ora e se questa è una maledizione che mi hai fatto, sappi che non ti odio ma t'amo ancora di più.
E sto andando sempre più affondo a scriverti queste parole, ho cercato l'amore nei posti sbagliati, perché avevo paura che se avessi cercato dove sei stato tu, avrei trovato la tua ombra.
Ed io non la volevo, continuavo ad aspettarti nonostante tu non ci fossi più.
Ed ora se ci ripenso mi viene da piangere, pensare che le cellule si rinnovano ogni sette anni e che, io perderò la parte di me che ti ha toccato tra poco.
Non voglio, te lo giuro non voglio lasciarti, il mio cuore non può sopportare questo, la mia anima è tua.
È volata con te, sta raggiungendo le stelle mano nella mano con la tua ma io rimango qui giù, in mezzo al fango che guardo la luna.
Non voglio labbra di nessun altro uomo, voglio le tue, non posso viverne senza e penso che tra poco morirò perché i tuoi coltelli li hai dati a me quando te ne sei andato ed io invece di buttarli li ho mangiati.
Ancora mi accoltellano lo stomaco quando in chiesa ripeto il padre nostro con il tuo nome ed il mio subito dopo.
E tu dovevi saperlo, non quando eri vivo, ma ora.
Perché non sapevo come avresti reagito se tutto questo te l'avessi detto quel giorno in barca nascosti dalla pioggia mentre cantavamo per passare il tempo.
Ho preso il tuo dolore ed ora è il mio.
Ed è questo il mio inferno, il tuo l'hai già passato in terra.
Ecco perché io non ci credo, perché non credo in un paradiso e questa religione, perché non è vero che se ti comporti male vai all'inferno, quello lo vivi a prescindere.
E a noi due ha rovinato tutto questo, se mi vedessi pregare ora mi spareresti in testa ed io ti darei ragione.
Perché la religione ci ha separato, ci ha fatto marcire.
Ed io dormo ancora sopra la tua tomba finché non mi sveglio che non sento più niente.
È tutto così buio senza i tuoi occhi blu come il cielo di Birmingham d'estate.
Torna da me, che mi manchi e non so più che scriverti che le parole mi mancano si fermano tutte nella gola e non mi lasciano respirare.
E quindi, ti chiedo, se mi strappo il cuore e lo metto dentro la tua bara, ti andrà bene lo stesso?
Te l'avevo promesso, sarebbe stato tuo per sempre ed io, devo mantenere questa parola che ti ho dato.
T'amo, fai volare la mia anima con la tua e baciala ogni tanto, non voglio che si senta sola come il mio corpo qui in terra.
T'amo, credo che ora andrò a far marcire il mio corpo con il tuo.
A presto.