quattordici

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<<sami non vale barare!>> dissi al bambino.
ero diventata ormai la sua babysitter, dopo quel avvenimento mi era stato vietato di uscire da sola.
passavamo intere giornate insieme, il nostro legame era quasi come mamma e figlio, o meglio io lo vedevo un figlio.

si alzò in piedi nella sedia e mi fece la linguaccia facendo cadere a terra tutte le carte da uno che aveva nascosto sotto le gambe durante la giocata.
<<guarda che se fai così babbo natale non passa>> incrociai le braccia sotto il seno.
<<no giuro che je ne le ferai plus>> si poggiò le mani sul petto.
<<scommetto che è stato papà ad insegnarti queste cose>> socchiusi gli occhi.
annuì e rimanemmo in silenzio per qualche istante a guardarci negli occhi per poi scoppiare in una risata che echeggiò tra le pareti della casa vuota.
<<vuoi fare un'altra partita?>> sistemai le carte.
<<no, je suis fatigué di vincere contro di te>> fece una faccia schifata.
<<è noioso vincere sempre>> disse soddisfatto.
<<cos'è che hai detto?>> socchiusi gli occhi.
<<che sei scarsa!>> si alzò in piedi e incominciò a correre per il salotto.
io lo rincorsi ridendo come una scema, finché non riuscii a prendere, lo appoggiai sulla mia spalla per poi distenderlo nel divano e fargli il solletico.
<<chiedi scusa adesso>> continuai grattandogli il collo.
<<désolé>> parlò a fatica.
<< io il francese non lo capisco sami>> risi anche io.
mi faceva molto piacere che mio fratello insieme ai suoi amici gli stessero insegnando diverse lingue come il francese e l'arabo e spesso costruiva frasi in italiano e diceva qualche parola nella prima lingua che gli passava per la mente.
ammiro la scelta dei suoi genitori, se avessi un figlio con amine farei lo stesso.

<<okay okay, s-scusa>> si arrese.
<<bene>> gli sistemai la maglia che si era alzata.
<<vado a prendere un succo>> scattò in cucina e corse verso la cucina.
diedi una sbirciata al telefono, quando ero con mio nipote mi dimenticavo proprio della sua esistenza.

da amine💓
stiamo arrivando

ad amine💓
ok

sentii un tonfo di fianco a me era sami che si era buttato nel divano con l'eleganza di un elefante.
<<stai dritto altrimenti ti strozzi>> gli sistemai un cuscino dietro la schiena.
alzò gli occhi e si bevve un altro sorso del suo capri-sun.
<<ma sai fare gli scooby-doo?>> sgranai gli occhi vendendo la confezione poggiata affianco all'enorme televisione.
<<no, me lo ha comprati la mamma per me>> mi rivolse un rapido sguardo.
<<vediamo un po' se mi ricordo come si fa>> mi alzai e presi due fili.
incomiciai ad intrecciarli sotto gli attenti occhi del bambino.

<<siamo arrivati!>>esclamò mio fratello aprendo la porta di casa.
<<papi!>> corse sami saltandogli in braccio.
io non risposi ero talmente concentrata che avevo la lingua che bagnava il mio labbro superiore, perché si, quando sono concentrata nel fare qualcosa involontariamente faccio così.
<<jolie che fai?>> mi chiese amine accarezzandomi la testa da dietro il divano.
<<uno scooby-doo>> glielo mostrai fiera.
lui rise e si sedette affianco a me.
incominciò a baciarmi il collo cercando di attirare la mia attenzione.
<<amine manca poco>> mi allontanai.
sbuffò e si alzò.
non spina lo finii mi alzai e lo raggiunsi in cucina.
<<hai un accendino?>> domandai a mio fratello, quando sono con sami non fumo, non mi porto nemmeno le sigarette con me.
<<emh>> si toccò le tasche dei pantaloni.
<<si>> alzò le soppracciglia e me lo porse.
<<dammi qui che faccio io>> lo prese amine prima che potessi farlo io.
bruciò l'estremità e poi me lo passò.
<<tieni l'ho fatto per te>> glielo porsi sorridendo come una bambina.
rose pure lui e mi baciò.
<<okay sami noi andiamo a farci un giro che dici?>> prese in braccio il bambino mio fratello.
non appena sentimmo la porta chiudersi mi guardò malizioso.
<<mi sei mancata tanto>> mi arpionò i fianchi facendo sbattere le nostre intimità.
<<non mi immagino una vita senza di te>> scosse la testa.
<<voglio stare con te per sempre>> gli parlai sulle labbra, mi morsicò quello inferiore così da infilarci la lingua e dare via ad un bacio che da tanto, troppo tempo, entrambi aspettavamo.
mi prese in braccio e mi posò nel letto incominciando a spogliarmi, io feci lo stesso.
<<ti voglio amine>> sussurrai.
si avventò sui miei capezzoli, uno lo accarezzava quell'altro lo leccava.
giocherellò con la l'elastico dei miei slip per poi spostarli ed infilarci le dita e fare movimenti circolari.
improvvisamente entrò si di me con una spinta secca e violenta tanto da farmi inarcare la schiena portando la testa all'indietro, colse l'occasione per mordicchiare il mio collo lasciandoci anche qualche bacio.
ad ogni spinta gemevamo sempre di più, più forte, lasciandoci trasportare dal piacere.
eravamo entrambi in estasi.
venimmo insieme, lui dentro di me.
<<zahira>> disse accasciandosi su di me.
gli accarezzai la schiena e potevo sentire che gli avevo lasciato diversi graffi.
si girò ribaltando la situazione, mi strinse a se e percorse la spina dorsale con il medio e l'anulare causandomi i brividi.
<<ti amo>> gli baciai il petto.
<<da impazzire>> il suo battito accelerò.
mi coprì con il lenzuolo e chiusi gli occhi.
<<ragazzi>> entrò con respiro affannato zaccaria.
<<ue fra>> si alzò con la schiena amine, io ero abbracciata a lui di conseguenza pure io mi alzai.
<<sami>> poggiò le mani sulle ginocchia.
mi sedetti facendo attenzione a rimanere coperta.
<<è sparito>> continuò rimanendo nella stesa posizione guardandomi.
abbassai gli occhi e mi scivolò una lacrima nella guancia.
amine si vestì velocemente e raggiunse mio fratello, io incredula a tutto ciò rimasi tra le coperte, consapevole di dove fosse, con chi ed il motivo.

sta volta lo dico io, mai scherzare con il fuoco zaccaria.

non piangere se muoio in strada// neima ezzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora