To listen while reading: Lamp - ゆめうつつ (Yume Utsutsu/Half Asleep)
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I raggi accecanti, ma quasi piacevoli, del sole, filtravano attraverso le foglie verdi come la Vivianite e macchiavano la soffice pelle di Yeonjun mentre, il vento estivo, la accarezzava delicatamente spostando lievemente la sua frangia. I suoi capelli morbidi come la seta e neri come la pece al sole avevano dei magnifici riflessi rossastri nonostante gli innumerevoli tentativi di coprirli con infinite tinte.
Il retro della sua schiena poggiava affaticato e un po' dolorante sul tronco di un albero alto e robusto, con il quale aveva instaurato un legame quasi indefinibile, autentico, oserei dire. Questo albero era circondato da un piccolo laghetto dall'acqua limpida dove spesso girovagavano molteplici incantevoli libellule nel tipico periodo estivo. È in quel luogo magico che si rifugiava, ogni qual volta ne sentisse l'insostenibile bisogno. Circondato da belle di notte e gelsomini, guardava innamorato il verde che lo circondava. I suoi occhi vagavano incantati un po' ovunque, pensierosi. Il verso delle cicale era talmente forte da impedirgli di ascoltare la natura cantare.
Yeonjun era un uomo immensamente innamorato dell'amore, in tutte le sue forme. Yeonjun amava tutto ciò di amabile, leggere e dipingere per esempio, ma ancora di più amava sognare, e al fianco di quell'albero sognava di essere all'interno di una poesia di Giacomo da Lentini, o il protagonista di qualche dipinto di Monet, a voi la scelta. Yeonjun amava quel luogo come nessun altro, questo perché lo lasciava finalmente solo, isolato dal mondo, dalle maschere, e dalle delusioni; ciò che però Yeonjun amava ancora di più, era esser solo coi suoi pensieri. Yeonjun era talmente razionale da stranirsi dal fatto di non comprendere certi concetti come i sentimenti, le emozioni umane, e a maggior ragione, le sue. La sua espressione ogni tal volta che si trovava in compagnia dell'albero era a dir poco esilarante! Le sopracciglia si incurvavano verso il basso, i suoi occhioni marroni guardavano verso l'alto facendo spiccare ancor di più le sue lunghe ciglia, corrucciava il naso facendo emergere delle rughette e stringeva fermamente le labbra rosee, tutto ciò accompagnato dalla sua mano destra poggiata sul mento!
Ad ogni modo, il cuore di Yeonjun era difficile, indecifrabile, da lui definito in modi davvero strani e impensabili all'occhio esterno; "rotto" o "non funzionante", questo però, solo perché abbandonato e purtroppo trattato davvero male. Neanche lui riusciva effettivamente a decifrare cosa esso provocasse in sè. Di ciò che Yeonjun non aveva completamente presentimento però, è che il suo cuore era in ottime condizioni, il più funzionante mai visto nell'intera storia dell'umanità! Aveva proprio bisogno di qualcuno che gliene dicesse quattro. Nonostante lui si auto-convincesse dell'opposto, ogni tanto provava una sensazione al petto a lui estranea. Questa sensazione come già accennato, non si palesava sempre, anzi, tutt'altro; accadeva davvero in rarissime occasioni, neanche un detective con la lente di ingrandimento sarebbe riuscito a rintracciarla.
Sentiva la gola stringersi – arrivando addirittura ad affogarsi con la sua stessa saliva– e un peso insostenibile al petto ogni tal volta che ai suoi occhi si protraevano dei capelli biondi, ogni volta che assaporava o sentiva determinati sapori e/o odori - specialmente i più dolci- e ogni volta che guardava alcuni film o leggeva delle poesie. Non riusciva a decifrare il perché nonostante le elaborate ed infinite ricerche all'interno di se stesso.
