Capitolo 1: be fucking quiet.

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Narratore pov:
Erano le 2 e 35 del mattino in una fredda notte di Gennaio e Arizona era al telefono con una sua amica,sparlottavano del più e del meno finché dal capo del telefono di una delle due si sentì un urlo da mettere i brividi...

Arizona's pov:
Mi girai di scatto verso la direzione dell'urlo..appoggiai poi velocemente il telefono facendo cenno alla mia amica di tacere,lei dalla finestrella della videochiamata si mise in muto così che io potessi andare a controllare al piano di sotto.

Non ero una persona che si faceva spaventare cosi facilmente ma quell'urlo era fottutamente disumano..mi diressi al piano di sotto avvicinandomi poi alla cucina,il luogo incriminato dell'urlo.

Come aprii la porta la scena che mi si presentò davanti era disgustosa,mi dovetti coprire la bocca per non rigettare la cena di qualche ora fa.

Un uomo così pallido da mettere impressione a chiunque,con la bocca lacerata da orecchio a orecchio a formare una sottospecie di sorriso inquietante e le palpebre bruciate con quegli occhi ormai privi di colore che emanavano solo cattiveria e voglia di uccidere,era lì e torreggiava sulle carni sanguinanti di..mia madre?! Non poteva essere vero.

Feci qualche passo indietro,sentivo il corpo irrigidirsi nel mentre che gli occhi dell'uomo si spostarono su di me.
Non parlava,mi squadrava e basta come se il suo intento non fosse quello di uccidermi ma di tenermi lì come sua preda sapendo che avevo le spalle al muro.

Io non riuscivo a fare niente era come se mi fossi immobilizzata lì,era tutto così surreale che mi misi a piagnucolare come una stupida bambina,fu in quel momento che lui parlò.

"Fai fottutamente silenzio ragazzina,non ti risparmierò per 2 lacrime da coccodrillo chiaro?" la sua voce era fredda e tagliente come vetro rotto,non potei fare altro che coprirmi la bocca e pregare tutti i santi che mi lasciasse vivere.

Passarono quelli che sembrarono 5 interminabili minuti dove lui non aveva fatto altro se non guardarmi con quei suoi occhi colmi di veleno,stava maneggiando un fazzoletto di stoffa e una boccetta di liquido ma non riuscivo a vedere cosa fosse..si avvicinò e io provai a dimenarmi ma lui con quelle sue mani gelide mi strinse la mandibola in modo che io non potessi aprirla e mi spinse con forza quel fazzoletto sulla bocca..la mia vista si fece sempre più offuscata fino a che non ci fu buio totale.

Jeff's pov:

Finalmente del cazzo di silenzio non la sopportavo più,ora che ci faccio con lei? Non me ne faccio niente di un ammasso di carne che cammina..ma ucciderla sarebbe troppo noioso..ma certo,la porterò nella mia casetta e se vorrà collaborare per me bene,altrimenti..oh poverina cosa le spetterà.

Ghignai e la presi in spalla a peso morto,mi coprii il viso con il cappuccio e ripresi il coltello con me finché non sentii una chiamata staccarsi..abbassai lo sguardo e vidi il suo telefono acceso..cazzo.

Non potevo fare altro se non sbarazzarmi della sua amica prima che andasse in giro a dire tutto,ma prima dovevo tornare nel mio nascondiglio,presi con me il telefono e chiusi la porta della villetta dietro di me..non mi ci volle molto prima di raggiungere quella che io chiamavo la mia casetta..una piccola cascina malandata in mezzo ai boschi.

Mollai il corpo inerme della ragazzina su un accumulo di vestiti che le avrebbero fatto da letto e così mi misi su un materasso lì a fianco,non chiusi gli occhi per circa 1 ora fino a che i miei occhi si chiusero in automatico.

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Spero sia di vostro gradimento,è la prima storia che faccio a tema creepypasta.

P.s.= se ci conosciamo dal vivo,no,non ci conosciamo.

𝑺𝒕𝒐𝒄𝒌𝒉𝒐𝒍𝒎 𝑺𝒚𝒏𝒅𝒓𝒐𝒎𝒆.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora