Buongiorno Nevermore

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Sono in macchina e l'unica musica che sento sono le raccomandazioni da parte di mia madre sul fatto che mi debba comportare adeguatamente e di portare in alto il nome della nostra famiglia.
Sono Rebecca Douglas e sono nata e cresciuta a Chicago con mia madre, il suo compagno e tutti i miei fratelli.
Sto andando in una nuova scuola, Nevermore Accademy, dato che secondo mia madre è tempo che io inizi a stare con reietti della mia età.
L'unica cosa bella è che probabilmente adesso rivedrò le mie sorelle, soprattutto mia sorella gemella, lei ha iniziato la Nevermore l'anno scorso.
Spero solo di essere in camera con una di loro.

Arrivata a scuola trovo una donna a dir poco imponente, è altissima; è la preside Weems, me ne aveva parlato mia madre.
"buongiorno Katie, da quanto tempo!" dice la donna salutando calorosamente mia madre. Non faccio molto caso alla loro conversazione, piuttosto presto attenzione all'edificio che mi trovo davanti. È enorme ma allo stesso tempo sembra fin troppo piccolo visto che ci devo stare per tutta la durata dell'anno scolastico.
A circondare la scuola c'è un bosco dove so già che andrò a farci un giro.
Una delle cose che dovrei aggiungere alla lista delle cose da fare.
Vedo subito molte persone della mia età, tutti con la divisa della scuola, sapevo già com'era dato che l'avevo vista nelle foto, poteva andarmi peggio.
È nera a righe viola, ma ci sono persone che hanno anche le righe blu, un maglioncino e una gonna per le ragazze e un pantalone per i ragazzi.

A risvegliarmi dai miei pensieri è proprio mia mamma che mi chiama per andare nell'ufficio della preside.
La donna era già salita prima e ci stava aspettando.
Una sola parola. Ansia.

Mi guida mia madre visto che lei è venuta qui a studiare quando aveva la mia età, ed è qui che ha conosciuto mio padre. Lei è una strega mentre lui è un licantropo.
Mio padre non è potuto venire oggi ad accompagnarmi perché aveva degli impegni di lavoro, a detta sua.
Non mi fido.

"ah e dovrai scegliere anche 2 attività extra scolastiche, dopo che ti sarai ambientata ovviamente" dice preside Weems sorridente.
È da quando siamo salite che mi sta spiegando come se io le stessi dando molta importanza, ovviamente.
C'è un qualcosa di questa donna che mi attira, sarà lo sguardo.
Ti fissa sempre con un sguardo di chi sa di essere importante, di chi sa di essere potente, ma allo stesso tempo ti sorride gentilmente.
Penso al fatto che dovrò scegliere delle attività spero ci sia danza e fare solo quella, ma dubito di riuscirci.

"Adesso ti accompagnerò nella tua stanza dove ci sarà la tua compagna ad aspettarti, cosicché lei ti possa far fare il giro della scuola" conclude sorridendo.
Perfetto direi, non ho neanche in stanza mia sorella. Appena finisce di parlare vengo assalita da un mare di pensieri: e se mi stesse sul cazzo? E se io le stessi sul cazzo? E se non riesco a fare amicizia? E se mi ritrovassi sola?
Tutti pensieri che vengono interrotti dalle chiacchiere di mia madre e di Larissa, la preside.

Prima di andare in camera a conoscere la mia futura compagna torniamo all'esterno dove devo salutare, a malincuore, mia madre.
"Comportati bene, mi raccomando" dice dolcemente. "si mamma" ironizzo io, come mio solito fare.
Lei ovviamente sbuffa.
Dopodiché ci abbracciamo, mi dà un bacio sulla fronte e sale in macchina per andare via.
Mi mancherà mia madre, abbiamo sempre avuto un rapporto speciale io e lei. Dopo che i miei hanno divorziato il nostro rapporto si è rafforzato ancora di più.
C'è sempre stata per me e mi ha sempre ascoltata, anche nei momenti più bui.
Quando ero piccola mi ricordo che sia lei che mio padre mi parlavano della loro adolescenza qua alla Nevermore.
Mio padre mi parlava delle feste di nascosto che faceva coi suoi amici, dicendomi ovviamente di non fare come lui. Ma sapeva già che lo avrei fatto lo stesso. Mi spiegava dei pomeriggi passati a giocare al tiro con l'arco e quando cercava di vincere disperatamente la coppa Poe. Mi parlava dell'ansia che ha avuto ad invitare mia madre al ballo e di quanto fosse felice che lei avesse accettato.
Mia madre mi parlava dei pomeriggi a Jericho a fare shopping, mi diceva dei pomeriggi con le sue amiche, magari anche in camera a fare gossip.
Mi ha raccontato di quando mio padre l'aveva invitata al ballo e lei non sapeva minimamente né come comportarsi né come vestirsi o truccarsi.
Mi mancano quei momenti.

Detto questo torno dentro, ma nel mentre vado a sbattere contro un ragazzo e gli faccio cadere i libri che aveva in mano. Prima figura di merda fatta.
È molto alto, biondo e coi capelli lunghi. Occhi che al momento mi sembrano scuri.
"Scusami non volevo" mi scuso subito.
E mi abbasso per raccogliere le sue cose.
"Tranquilla, non è colpa tua" si abbassa anche lui per aiutarmi.
"Sei la nuova arrivata giusto?" mi domanda sorridente.
"si sono io" " Piacere Xavier Thorpe" si presenta. "Piacere Rebecca Douglas" mi presento a mia volta.
Sta continuando a sorridere e il che mi fa irritare. Già non lo sopporto ma non lo faccio vedere.
"Ci si vede in giro rossa" mi saluta e mi lascia lì.
...

|spazio autrice|
Buongiorno belli,come stare?
Ho iniziato a scrivere una storia su Xavier perché lo amo ovviamente. È solo il primo capitolo non temete.
Se volete lasciare una stellina o un commento mi farebbe più che piacere.
Spero passiate una bella giornata<33

Best Friends//Xavier Thorpe Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora