Capitolo 16

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Il periodo vissuto insieme ad Oscar fu il periodo più bello della mia vita. Non avevo mai dubbi su di lui, sapevo che il nostro amore era forte e che niente e nessuno avrebbero mai potuto distruggerlo. Mi svegliavo ogni giorno con il sorriso, avevo molta autostima di me stessa, ero più solare del solito e nulla avrebbe potuto togliermi il sorriso. Per la prima volta nella mia vita Cupido aveva fatto un buon lavoro.

Io e Oscar passavamo quasi ogni giorno insieme e lui ogni volta si inventava qualcosa di diverso. Un pomeriggio prenotò un aperitivo in un locale sulla spiaggia meraviglioso. L'ambiente era veramente carino: c'erano dei tavolini con delle poltroncine e cuscini tutti sul verde, bianco e azzurrino e delle piante decoravano l'atmosfera. Lui si assicurò che ci lasciassero il tavolo più bello. Seguimmo un piccolo marciapiede in marmo rosa in mezzo alla sabbia e arrivammo in una penisola a mezzaluna contornata da un gazebo circolare che conteneva solamente un tavolo. L'atmosfera molto romantica era accentuata da delle rose rosse sopra al tavolo e a delle lucine posizionate tutt'intorno. Mi sembrava di vivere un sogno ad occhi aperti.

Quel giorno Oscar era particolarmente preoccupato riguardo al fatto che avrei potuto lasciarlo. Non fece che ripetermi che io ero troppo bella per lui e che quando me ne sarei accorta lo avrei lasciato. Cercai di rassicurarlo sul fatto che non sarebbe mai potuto succedere, lo amavo davvero ed era diventato il mio punto di riferimento.

"Non vorrei mai separarmi da te e invece devo riportarti a casa..." esordì lui.

"Si, ma ci rivediamo tra poco" risposi io pensando al fatto che ci saremmo reincontrati alla cena di lavoro alla Locanda del borgo.

"Sappiamo entrambi che non è lo stesso" mi disse alludendo al fatto che non saremmo potuti essere soli.

Alla fine mi riaccompagnò a casa e corsi subito a farmi un bel bagno bollente. Per l'occasione indossai un semplice abito bianco in pizzo abbinato ad un paio di tacchi dello stesso colore. Misi un filo di eyeliner e mi spruzzai sul collo il mio profumo preferito.

Arrivai alla Locanda del borgo in ritardo a causa del traffico. Erano già tutti seduti, solitamente queste situazioni mi mettevano a disagio. Da quando c'era lui nella mia vita ero molto più sicura di me e incredibilmente sfoggiai il mio sorriso migliore e mi andai a sedere nell'unico posto libero, accanto a Marco e Federico. Qualcuno mi fece i complimenti per com'ero vestita, probabilmente perché non erano abituati a vedermi indossare colori così chiari. Fondamentalmente mi piacevo anch'io e mi stavano bene ma in generale avevo sempre amato le tonalità scure.

Il ristorante era uno dei più quotati della zona, era molto fine ed elegante. Dato che Oscar e Jonny erano amici del proprietario prenotarono la sala interamente per noi dell'agenzia. La cameriera ci portò i vari antipasti ed erano veramente buoni.

Mi voltai verso di Oscar, lui era seduto accanto a Jonny e sua moglie. Oscar, invece, come sempre era solo. Era veramente bellissimo quella sera. Anche lui, come me indossava il bianco, che gli donava un'aria particolarmente regale, jeans scuro e scarpe stringate nere.

Dopo la seconda portata Marco propose di andare a fumare una sigaretta così andammo quasi tutti fuori. All'esterno c'era un giardino molto curato circondato da siepi. Al centro era posizionato un albero molto particolare, sembrava un bonsai ma era alto all'incirca due metri e si trovava leggermente rialzato all'interno di una specie di grande vaso circolare costituito da mattoncini.

"Ei Lea, come va con Oscar? Vedo che non vi staccate un attimo gli occhi di dosso" mi chiese Camilla. Lei aveva all'incirca una quarantina di anni, forse qualcuno in meno. Era la compagna di Marco; mi piacevano entrambi ma odiavo il fatto che qualcuno potesse immischiarsi nella mia relazione, così sviai.

Lei continuò a parlarmi di Oscar e senza che glie lo avessi chiesto mi diede il suo parere. Secondo la sua esperienza un uomo sposato non avrebbe mai lasciato sua moglie per stare insieme alla sua amante.

Mentre lei mi parlava continuavo a sorseggiare il mio vino rosso e ripensavo alla forza del nostro amore, al tempo passato con Oscar, alle sua allusioni a voler stare sempre insieme a me, al nostro tatuaggio. Non le credetti, non mi interessava quale fosse stata la sua esperienza. Oscar non era come gli altri.

"Scusami Cami, vado a versarmi un altro po' di vino, riempio anche il tuo calice?" la interruppi bruscamente e sgattaiolai verso gli altri.

Fede venne verso di me quasi barcollando e fu in quel momento che notai come alcuni avevano alzato un po' troppo il gomito.

Tornammo dentro a mangiare il secondo, il dolce e l'amaro ma io mi fermai agli antipasti e al primo.

Quella sera Andrea e Manuel mi stavano sempre intorno cercando di fare i simpatici. Anche loro avevano bevuto un po' così cercavo di non dargli peso e continuavo tranquillamente a parlare con tutti. Quando Oscar ci raggiunse in giardino gli comparve in viso lo sguardo di un lupo che puntava la sua preda. Per evitare situazioni spiacevoli inventai che avevo lasciato il cellulare in auto e andai nel parcheggio. Le auto erano parcheggiate in un giardinetto lì vicino circondato da alberi. Mi lasciai la festa alle spalle e presi tempo sedendomi qualche minuto in auto.

"Ma sei pazzo? Che ci fai qui?"

Ero ancora seduta nella mia auto, nel lato passeggero con lo sportello aperto e le gambe penzolanti. Oscar aveva un calice di vino in mano. Era bellissimo e anche quella sera, nonostante tutti gli uomini avevano optato per una giacca, lui indossava il suo giacchetto di pelle nero sulla camicia bianca, appena sbottonata nella parte superiore.

Mi guardò negli occhi, appoggiò il calice sulla mia auto e mi baciò come se ci fossimo solo noi, non curandosi per niente del fatto che qualcuno avrebbe potuto vederci.

Da principessa a guerrieraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora